Bugia di una sacralità: le Madonne di A.R.T.I.

Alla ricerca di compagnie ancora poco conosciute, in un’afosa serata di agosto ci imbattiamo e poi intratteniamo con Marco Luciano e i suoi compagni di A.R.T.I. Area Ricerche Teatrali Indipendenti in occasione della presentazione del loro progetto “Madonne”, messo in scena quest’estate all’ex Istituto Froebeliano, nel quartiere Stella di Napoli.

A.R.T.I. è una realtà tutta partenopea, costituita da un trio di giovani che propone un teatro di ricerca antropologica in cui la diversità culturale diventa l’elemento fondante del lavoro artistico. Attraverso la loro attività sfidano le convenzioni e regole del teatro tradizionale contestandone vari aspetti, dai meccanismi di produzione alla concezione dello spazio scenico, dove il bersaglio principale dei loro ripetuti attentati stilistici diventa la quarta parete.
L’esigenza primaria è riformare il rapporto tra teatro e spettatore, instaurare una nuova e autentica relazione tra attore e pubblico.

Fabbriche dismesse, semplici stanze di edifici, capannoni… sono alcune delle location preferite di A.R.T.I. “Dopotutto – ci ricorda Marco Luciano – il teatro non è altro che uno spazio vuoto”.

La distanza dal teatro istituzionale la si percepisce anche nell’ultimo lavoro “Madonne”, costruito attraverso un laboratorio condotto dallo stesso Luciano, che ha avuto la partecipazione quasi totale di ragazze e donne alle prime esperienze con la recitazione. Un pubblico femminile che, durante i vari incontri, ha avuto la possibilità di accedere ad una più profonda conoscenza di sé, sondare la propria interiorità e contribuire, con la propria esperienza, alla costruzione del testo drammaturgico.

Proprio le loro emozioni sono il logos, la materia per intessere la trama del racconto: Maria parla del rapporto difficile con il proprio corpo e dell’immagine di se stessa costruita attraverso i giudizi del suo partner, Sofia tocca il tema delle “quote rosa”, e Giuseppina riporta la storia di una sua compaesana che parla di abbandono e violenza.  
Ogni donna è una Madonna, perché porta su di sé un’eco, un retaggio della stilnovistica donna-angelo, la cui immagine, costruita nei secoli dall’uomo, la collega in un qualche modo alla sacralità. Ma questa alterità, della quale l’universo femminile è stato informato, ha reso troppo spesso la donna passiva di fronte al giudizio dell’uomo, privandola della possibilità di costruire autonomamente la propria identità. E su questa bugia di sacralità si sono costruiti i presupposti per una sua sottomissione. 

A.R.T.I. propone una forma di teatro capace di mettere in discussione modi di pensare e valutare, di scardinare silenziosamente sovrastrutture mentali, tentando di sovvertire lo spirito degli spettatori, spesso assorti in una pigra e tenebrosa passività. Un teatro capace ancora di emozionare per la verità di gesti, sguardi, parole, perché emersi da una reale necessità di raccontare e condividere esperienze vissute.

Madonne
regia: Marco Luciano
assistente alla regia: Gianluca d’Agostino
con: Giuseppina Bernardo, Sofia Campanile, Gianluca d’Agostino, Monica De Prete, Danila De Rosa, Patrizia Di Martino, Maria Iannotta, Cristina Messere, Maimouna Sow
violino: Devid De Rosa
scenografia: Irene Vecchia
coordinamento del progetto: Danila Sanniola
con la collaborazione di: Associazione artigiani “Creativamente” (Antonio De Rosa, Luisa Garofalo, Valeria Palmieri)
durata: 45′
 

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