Che forma hanno le nuvole? Il teatro ragazzi che vince In-Box Verde 2020

Che forma hanno le nuvole? vince In-Box Verde 2020
Che forma hanno le nuvole? vince In-Box Verde 2020

Si è conclusa da poco la proclamazione, in diretta Facebook sulla pagina In-Box – Rete di sostegno del teatro emergente italiano, dei vincitori di In-Box Verde, la sezione del premio dedicata agli spettacoli di teatro ragazzi.
Le produzioni vincitrici di In-Box sono sempre state, nel bene e nel male, una eccellente conferma di come il teatro ragazzi italiano si possa coniugare sotto mille forme, soprattutto quello non finanziato. E anche l’edizione di quest’anno, che si è svolta in modo virtuale in tutte le sue fasi a causa dell’emergenza sanitaria in corso, ha confermato questa sensazione, anche per noi che, nel nostro curioso peregrinare, avevamo già assaggiato brani e atmosfere di quasi tutti gli spettacoli e, in alcuni casi, addirittura tutto il loro evolversi.

In-Box Verde, nel suo curioso e collaudato manifestarsi – che regala non coppe o denari sonanti, ma repliche organizzate dalle strutture che lo sostengono, quest’anno, fra i sei finalisti, ha distribuito ben 37 repliche, così distribuite: “Dislessi – che” della compagnia Orto degli Ananassi 1 replica, “Paolo dei Lupi” di Bradamante Teatro 3, “La fabbrica dei baci” dei varesini di Intrecci Teatrali 4, “Volumi “ di QB Quanto Basta 6, “Opera minima” della compagnia Can Bagnato 11 e “Che forma hanno le nuvole?” di Elea Teatro/ Industria Scenica 12 repliche, rivelandosi, seppur per la distanza di una sola replica, lo spettacolo vincitore di questa edizione.

“Che forma hanno le nuvole?” di Elea Teatro/ Industria Scenica, compagnia che conoscevamo in tutt’altro contesto per “WEBulli”, qui si interroga sull’amico immaginario, tema caro al teatro ragazzi, mettendo in scena, all’interno di una scenografia mutevole, in modo nel complesso plausibile (modalità sempre assai perigliosa e spesso proposta in modo improbabile) due attori, Serena Facchini e Daniele Pennati, che rivestono i panni di due bambini: Nemo di 8 anni e Vera, la compagna di tutte le sue avventure.
Nemo è così poco compreso da tutti che pensa addirittura di non esistere. Un giorno però scopre la verità: nessuno lo considera perché in realtà nessuno sa che esiste. Solo Vera lo vede e può parlargli: lui è il suo amico immaginario.
Lo spettacolo sottintende un tema che va al di là dell’amico immaginario, il fatto cioè che ognuno di noi è speciale, bisogna solo saperne vedere tutte le sfumature con pazienza, senza preconcetti.

Tra le scelte di In-Box Verde non poteva mancare una creazione che coniuga diversi linguaggi, da quello clownesco al teatro fisico e visuale; protagonisti Valentina Musolino ed Eugenio Di Vito.
Parliamo di “Opera Minima” di Can Bagnato, che gioca e mette spesso in burla i cliché dell’opera lirica.
Un’elegante signora, annoiandosi nella sua camera mentre il colf pulisce e ripulisce il mobilio, sogna di diventare una grande diva d’opera: ed ecco che, attraverso famosi pezzi appartenenti al melodramma (che vanno da Bizet a Mozart a Puccini), ogni cosa in scena si trasforma: la signora, il suo colf, l’intero mobilio e persino il pubblico.
Si ride molto, è vero, e vorremmo suggerire alla compagnia di affiancare alla visione dello spettacolo un piccolo laboratorio che introduca i ragazzi all’opera lirica, sottolineandole i reali meccanismi e mostrando la profondità e le ricchezze di una forma scenica che racchiude in sé molti dei linguaggi artistici creati dall’uomo.

Tra i sei spettacoli ce n’è anche uno che pone coraggiosamente in scena una difficoltà molto diffusa nelle classi oggi, e la propone attraverso forme inusuali per il teatro ragazzi.
Si tratta di “Dislessi-che”, dove il tema della dislessia è offerto in modo efficace da Ilaria Di Luca e Andrea Gambuzza, della compagnia Orto degli Ananassi di Livorno, che, essenzialmente senza parole, affrontano un tema assai spinoso attraverso il teatro di figura e il pop up, su una tessitura musicale appositamente approntata per l’occasione.
Lo spettacolo ripercorre tutte le tappe più importanti della vita del protagonista attraverso le difficoltà riscontrate sia con sé stesso che con gli altri, utilizzando anche due mani rosse che teatralmente impersonificano, anche in modo ironico, questo disturbo dell’apprendimento.
Si assiste alla graduale presa di coscienza delle particolari e stranissime difficoltà di espressione che appartengono al nostro protagonista e del loro progressivo superamento, che gli permetterà di stare con serenità anche accanto alla madre che, come accade spesso nella realtà, soffre dello stesso male.

Non potevano mancare, nella rosa degli spettacoli finalisti, due creazioni che utilizzano la pura narrazione, due spettacoli di spessore realizzati con la collaborazione di Roberto Anglisani.
Ecco quindi Andrea Gosetti, accompagnato musicalmente dal violino di Sarah Leo e dall’organetto di Massimo Testa, alle prese con una storia fortemente simbolica, “La fabbrica dei baci”, tratta dall’omonimo libro di Nicola Brunialti.
Intrecci Teatrali ci porta all’interno dell’anima di Pennino, ragazzetto che vive a Semprefreddo, un paese dove il ghiaccio ha inaridito così tanto le anime che i baci bisogna comprarseli.
Alla fine, per procurarseli, al nostro protagonista non resterà che entrare nella spaventosa Fabbrica di Baci, governata dal terribile Cuordipietra.
Una bella storia di formazione, quella raccontata anche a suon di musica in modo coinvolgente da Gosetti, che ci porta a capofitto in tutti i meandri della fabbrica, scoprendone anche i più intimi segreti, e dove Pennino troverà il padre che credeva perduto, oltre a uno strano amico che diventerà poi suo fratello.

Anche “Paolo dei Lupi” della compagnia Bradamante Teatro utilizza il racconto attraverso le parole ben acconciate della giovane attrice Francesca Camilla D’Amico che, ispirandosi alla vita del biologo Paolo Barrasso, propone una vera e propria elegia del lupo, sfatandone miti e false convinzioni, attraverso l’amicizia di un biologo e un bambino.
Entriamo così di petto nei suggestivi paesaggi abruzzesi, dove pulsa una vita animale e vegetale in cui il lupo regna ancora sovrano.

Assai particolare è infine “Volumi” di QB Quanto Basta, compagnia di Bologna che utilizza la danza e la musica per entrare nei libri e nelle storie che vi sono racchiuse.
Alice e Tommy Ruggero, rispettivamente danzatrice e musicista, si muovono nella inventiva struttura scenica di Fabio Galanti, giocando con l’universo materico dei libri, ma soprattutto interagendo con le voci e i suoni nascosti tra le pagine, così da entrare ed uscire dalle storie che si muovono leggere nell’aria.
Le parole magiche che vi escono, prese da storie famose e non, collegate ai suoni regalati in diretta anche attraverso l’uso del corpo, si riverberano fin sul pubblico, che partecipa così in diretta allo spettacolo. Una creazione intrigante dedicata ai più piccoli.

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