Cheltfitsch e il gusto Double Vanilla Rich del Giappone

Toshiki Okada - Super Premium Soft Double Vanilla Rich|Toshiki Okada - Super Premium Soft Double Vanilla Rich
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Toshiki Okada - Super Premium Soft Double Vanilla Rich
Toshiki Okada arriva per la prima volta al Festival delle Colline Torinesi (photo: Andrea Macchia)
Spogliarsi di ogni aspettativa si rivela spesso una buona pratica dell’andare a teatro.
Abbandonarle alle spalle prima del buio in sala, una garanzia di piena apertura all’ignoto.

Lo è per “Super Premium Soft Double Vanilla Rich”, spettacolo della compagnia nipponica Cheltfitsch guidata dall’autore e regista Toshiki Okada, andato in scena al Teatro Astra per il Festival delle Colline Torinesi, oggi alle ultime battute di questa edizione.

Attraverso una descrizione ironica dello “Stato nello Stato”, creatosi per diffusione capillare dei ‘combini’ nelle metropoli giapponesi, minimarket aperti 24h/24 a servizio dell’esigenze di consumo diurne e notturne di masse d’individui private del tempo e del privato, Okada dissacra uno degli araldi del Giappone moderno ed efficace: il ‘convenience store’ (origine anglosassone del termine “combini”), collante simbolico nazionale, si trasforma in questa pièce in uno scenario di disinfettate cortesie e paranoica efficienza.

Per capire le specificità della messa in scena, l’essenza del combini, il suo significato sociale, economico e culturale nel Giappone contemporaneo, faccio qualche ricerca postuma e le fonti confermano la rilevanza (per cifre e affezione collettiva) del tema scelto da Toshiki Okada, sensibile, ancora una volta e con spirito critico, come nel precedente “Hot Pepper, Air Conditioner and Farewell Speech” alla dimensione lavorativa e sociale dell’uomo e del suo essere ingranaggio ingenuo dei macro-meccanismi economici del nostro tempo.

Come nel celebre “Clerks – Commessi” (film indipendente di Kevin Smith, 1994), antenato occidentale di una simile ridicolizzazione del cosiddetto modello “compra&fuggi”, l’unico luogo di svolgimento della vicenda è l’interno del negozio: uno spazio di segregazione sociale, regno di specifiche gerarchie e di regole di comportamento imprescindibili (funzionali d’altra parte all’ottenimento di bonus, calcolati in base al fatturato, aggiuntivi agli stipendi dei dipendenti di queste catene dello shopping senza limiti d’orario).

Un corollario d’umanità si muove tra le corsie e gli scaffali immaginari, descritti verbalmente al pubblico con linguaggi promozionali ed elargizione di sorrisi: tre dipendenti, il capo della filiale, il rappresentante della catena commerciale, due antitetici clienti.

Delimitati da immagini di fluorescenti etichette e packaging all’ultimo grido proiettate su due pannelli perimentrali, i personaggi di “Super Premium Soft Double Vanilla Rich” rappresentano l’ossessione per il rigore, la pulizia e l’accondiscendenza verso il cliente, lo schiavo-dio del consumo senza la cui dipendenza crollerebbe a pezzi un sistema economico.
Si scambiano battute e dialoghi entusiastici sul senso della disposizione della merce, sulla funzione statistica dell’addetto-cassa, sul campionamento di gusti e preferenze e sulla gratificazione del part-time job. Scenari, in verità di non difficile importazione nella nostra Europa, della deregolamentazione del lavoro.

L’ironia prende piede nell’ingigantimento delle problematiche: un codice a barre non funzionante, che può mettere in crisi la catena di montaggio del scegli-compra-paga e far attendere illegittimamente la clientela, la sostituzione di un gelato alla vaniglia con la nuova produzione “Super Premium Soft Double Vanilla Rich” (da cui il titolo) e le conseguenti crisi d’astinenza degli affezionati, l’istituzione di nuove regole per la consegna corretta del resto (a quanto pare vere: scontrino, banconote, monete dal taglio più grande a quello più piccolo in quest’ordine), la presenza di visitatori dediti al ‘tachi-yomi’ (il leggere in piedi), rivelarsi problematici non-acquirenti.

Una caratterizzazione sottile delle contraddizioni più assurde: bravo, questo bisogna dirlo.
E si deve riconoscere a Toshiki Okada anche l’originalità dello stile: Johannes Sebastian Bach conduce il ritmo dialogico e narrativo con ossessiva precisione matematica, un metronomo pervasivo e schematico a cui si coordinano tutti gli sviluppi scenici, movimenti coreografici compresi, frutto della passione di Okada per la danza, e funzionali ad una scomposizione del gesto quotidiano che ne traduca l’illogicità nevrotica.

Toshiki Okada - Super Premium Soft Double Vanilla Rich
Super Premium Soft Double Vanilla Rich (photo: Andrea Macchia)
Ma la realizzazione un po’ naïve degli intenti, l’esasperazione dei movimenti caricaturali, la lentezza del racconto e la ripetitività dei dialoghi appesantiscono una commedia grottesca potenzialmente molto divertente.
Certo, per chi ha familiarità con la letteratura o la cinematografia nipponica d’autore riconoscerà alcuni tratti di un’impostazione narrativa dai ritmi lenti, ed io interrogo le mie aspettative o l’abitudine ad un teatro marcatamente occidentale per sondare quale ruolo abbiano esercitato nel creare un filtro di lettura degli aspetti scenici.
Eppure, se abbandonassi la seduzione subita per l’esotismo di una lingua meravigliosa, sopratitolata per esigenze di comprensibilità, e l’inevitabile curiosità esplorativa per l’estremo Oriente,  “Super Premium Soft Double Vanilla Rich” risulterebbe un esperimento di sicuro interesse, ma non ancora del tutto maturo, a discapito del ruolo di indagine critica che la compagnia vuole incarnare.

Toshiki Okada, terminato lo spettacolo, durante l’intervista a cura del festival nell’appuntamento “mezz’ora con la compagnia” non si fa sfuggire l’occasione per spiegare come Chelfitsch derivi dalla disarticolazione infantile dell’inglese “selfish” (egoista) e come un pensiero di quest’ultima creazione, fortemente sostenuta da teatri e istituzioni dell’Unione Europea, sia una richiesta di cambiamento rivolta alla società giapponese, succube di un modello di sviluppo che è anche rensponsabile indiretto del disastro nucleare di tre anni fa a Fukushima.
“Super Premium Soft Double Vanilla Rich” è il nome dell’anestetizzante, del dolcificante, di tutto ciò che tiene buone le coscienze, affinché si creda che l’importante è avere molto cibo a disposizione, o potersi prenotarsi un funerale low-cost pagandolo a rate.

Super Premium Soft Double Vanilla Rich
di Toshiki Okada
regia: Toshiki Okada                                                                                                                       
con: Makoto Yazawa, Tomomitsu Adachi, Azusa Kamimura, Hideaki Washio, Shuhei Fuchino, Shingo Ota, Mariko Kawasaki
scenografia: Takuya Aoki
costumi: Sae Onodera (Tokyo Isho)
direzione tecnica: Koro Suzuki
suono: Norimasa Ushikawa
luci: Tomomi Ohira
tecnico luci: Naoko Ito
arrangiamenti musicali: Takaki Sudo
produttore esecutivo: Akane Nakamura, Tamiko Ouki
amministrazione di compagnia: Nana Koetting                                                                         
produzione: chelfitsch
realizzazione: precog
spettacolo commissionato da: Theater der Welt 2014
coproduzione: Theater der Welt 2014 (Mannheim), KAAT (Kanagawa Arts Theater), LIFT-London International Festival of Theatre, Maria Matos Teatro Municipal (Lisbon), CULTURESCAPES (Basel), Kaserne Basel
una produzione: HOUSE on FIRE con il contributo dell’Unione Europea
con il sostegno di: Arts Council Tokyo

durata: 1h 40′
applausi del pubblico: 2′

Visto a Torino, Teatro Astra, il 15 giugno 2014
Prima nazionale


 

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