Circo, arti performative e prosa: a Mirabilia lo spettacolo è per tutti

La Burla di Madame Rebiné (ph: Andrea Macchia)
La Burla di Madame Rebiné (ph: Andrea Macchia)

Fra le compagnie presenti alla 18^ edizione, La Ribalta, Qui e Ora, Abbondanza/Bertoni e tante compagnie estere, per offrire al pubblico tanti festival in uno

Mirabilia, International Circus and Performing Arts Festival, giunto alla sua 18^ edizione, dopo una lunga e felice serie di tappe on the road attraverso i comuni di Alba, Piozzo, Savigliano, Vernante e Busca, è approdato a Cuneo il 28 agosto per rimanerci fino al 1° settembre.
Da subito è chiaro che Mirabilia non è una rassegna di spettacoli ed eventi fruibili in sequenza secondo un ordine prestabilito e identico per ogni spettatore, ma offre un caleidoscopio di esperienze possibili. Ciascuno può scegliere, passando da un evento all’altro, di costruire il proprio percorso in base al gusto personale, al momento che sta vivendo, al luogo in cui si trova, alla suggestione che inaspettatamente gli si presenta.
Se sceglie di programmare in anticipo gli eventi a cui assistere, è facile che si sorprenda a deviare dal piano iniziale per accogliere nuove proposte. Se parte in compagnia, gli potrebbe capitare di perdersi per poi ritrovare i compagni o le compagne qualche metro più in là davanti a un altro spettacolo, con lo stupore e il desiderio immediato che hanno i bambini in casi simili di raccontarsi tutto ciò che hanno visto, ascoltato e vissuto.
Questa è sicuramente una delle caratteristiche più affascinanti e coinvolgenti di Mirabilia, quella di non essere solo un festival, ma tanti festival quanti sono quelli che scelgono di parteciparvi: non è forse proprio in questo essere indefinita e potenzialmente infinita che risiede il fascino dell’arte performativa?

La partecipazione di compagnie che provengono da vari Paesi dell’Europa ma anche dal Giappone, la collaborazione ormai consolidata con i partner spagnoli, francesi e svizzeri, quella in fieri con i cileni fanno ormai di Mirabilia un evento di grande richiamo e risonanza internazionale, che sceglie però di coinvolgere i piccoli comuni del territorio e, per quanto riguarda la città di Cuneo, di non fermarsi ai teatri, alle grandi piazze o alle vie del centro storico, ma di estendersi e includere anche i quartieri periferici.

Il grande e il piccolo si riflettono anche nella scelta degli spettacoli che Mirabilia propone: spettacoli pluripremiati e riconosciuti dalla critica e dal pubblico, ma anche tanto spazio alle giovani compagnie, a cui viene offerta la possibilità di misurarsi sul campo, di sperimentarsi con il pubblico, di farsi conoscere e di incontrare chi ha già acquisito una piena e solida maturità artistica.
Un grande contenitore-laboratorio in cui le arti si incontrano e si intrecciano: dal circo contemporaneo al teatro danza, dalla performance itinerante al teatro di figura, dalla prosa comica fino alle arti performative digitali che attingono alla realtà virtuale e all’intelligenza artificiale.

Mirabilia, tuttavia, non è una bolla avulsa dalla realtà. Evoca l’arte, il sogno e la leggerezza come luogo in cui rifugiarsi (Gimme shelter, “dammi un rifugio”, è stato il titolo di questa edizione) e ripararsi da mali e paure che drammaticamente segnano il mondo in cui viviamo, ma nei rifugi il pensiero non s’annulla, i rumori che provengono dall’esterno si sentono, il pensiero corre, quello che accade là fuori se non lo si vede lo si immagina, e allora si sogna e fantasticando si profilano possibili soluzioni, soprattutto perché davanti a noi a guardarci ci sono i bambini, i loro volti, le loro domande, il futuro.
Lo spettacolo che ha inaugurato l’approdo di Mirabilia a Cuneo, “MDR Mort de Riure” degli spagnoli Los Galindos riflette pienamente questo contrasto di emozioni, l’impossibilità di prescindere da una realtà e da una Storia, la nostra, intrisa di assassinii, morti violente, torture, persecuzioni, esecuzioni, in nome della giustizia, di dio, persino della rivoluzione.
Lo spunto drammaturgico dà l’avvio allo spettacolo. Una spettatrice nel corso della replica precedente è morta, morta dal ridere, e c’è un’aggravante: era una donna felice. Il colpevole è noto, si tratta dello sprovveduto Melone, uno dei tre clown teatrali in scena. Rossignol si erge a giudice, Martedì (il terzo clown) a improbabile difensore. Dopo un rapidissimo processo farsa, il verdetto è pronunciato: a Melone verrà inferta la pena capitale. Non resta che sperimentare i vari modi possibili in cui eseguirla: decapitazione, rogo, cremazione, gas, fucilazione, la sedia elettrica, tutti mezzi tristemente ascrivibili alla storia del genere umano. Fortunatamente nessuno va a buon fine – sta nelle regole del gioco clownesco – e la risata è sempre liberatoria. L’unico modo in cui è consentito morire è “morire dal ridere” ed è quello che accadrà alla fine dello spettacolo a un ignaro spettatore. Spettacolo dichiaratamente provocatorio quello di Los Galindos, a tratti disturbante, ma pienamente riuscito grazie alla potenza espressiva e alle competenze acrobatiche dei tre interpreti.

“Cabaret renversé” della compagnia francese La Faux Populaire, con cui si è conclusa la serata dell’inaugurazione, crea un felice connubio tra il piacere del palato e quello degli occhi. In uno chapiteau, che al suo interno riproduce l’accogliente atmosfera dei locali francesi in voga già dalla fine dell’Ottocento, il pubblico siede ai tavolini e, tra un numero e l’altro, gli viene offerta la possibilità di sorseggiare un calice di vino bianco, uno di rosso e un moscato, fiori all’occhiello del territorio, accompagnati da uno spuntino.
La coppia di artisti si esibisce in vari numeri musicali, clowneschi e acrobatici, camminata sulla fune, lancio dei coltelli, manipolazioni dei cristalli, coinvolgendo nei loro giochi, tra la sorpresa generale, anche alcune persone del pubblico, presumibilmente cercate e addestrate all’evento nei giorni precedenti (un altro felice modo di Mirabilia di rendere protagonista la cittadinanza). Uno spettacolo lieve, prevalentemente giocoso che tuttavia riesce a toccare anche corde più intime quando, sulle emozionanti note e parole dell’aria di Händel “Lascia ch’io pianga”, la coppia, costantemente in bilico su una bicicletta, mette in scena la fatica dello stare insieme, in equilibrio.

Mirabilia, si è detto, ha scelto quest’anno di abitare nuovi spazi, tra questi anche quelli più intimi, come nel caso di “Privé tavolo” di Abbondanza/Bertoni, che si svolge nell’ingresso living di un piccolo appartamento e che perciò è riservato a un numero ristretto di spettatori. La bravissima Valentina Dal Mas propone un delizioso assolo di teatro danza attorno a un tavolo su cui riversa il contenuto della spesa. Nell’intimità del proprio alloggio, libera dalle convenzioni e dalle maschere, gioca con gli oggetti e con il cibo, ne esplora le possibilità e, nel frattempo, lascia che riemergano fantasie e frammenti di ricordi. Armonia, raffinatezza, attenzione al dettaglio contraddistinguono la breve performance, in cui nulla manca e nulla è di troppo.
Altro luogo esplorato da Mirabilia è quello del Museo Civico di Cuneo. Danzatori e musicisti di AzioniFuoriPosto invitano il pubblico ad attraversare le sale del museo interagendo con gli spazi e le architetture e conducendolo ad adottare nuove prospettive e inattesi punti di vista. Il suono del contrabbasso dialoga con composizioni elettroniche creando un’atmosfera che varia di sala in sala a seconda dell’ambientazione e degli oggetti che vi si trovano ospitati.

La strada, tuttavia, è il luogo più ambito e frequentato dagli eventi di Mirabilia, insieme ai cortili e alle piazze. In piazza, tra gli altri, incontriamo “La Dyane” della compagnia belga Sitting Duck: tre compagni di viaggio rimasti in panne si trovano a fronteggiare prima la nebbia, poi un naufragio in piena città, richiamando attorno a sé una folla di curiosi attratti dai loro strambi e deliranti tentativi di trovare una via di uscita.

Mentre “Bingo” intrattiene e stupisce i bambini nei giardini Fresia giocando con la fantasia, la magia e un metro pieghevole in legno, il messicano Guillermo Leon della compagnia francese Facile à retenir propone nel Cortile La Guida “Opéra pour Spaghettis”, un piacevole divertissement comico, infilandosi nei modi più rocamboleschi la nota pasta in mezzo alla lunga barba. Entrambi cercano di conquistarsi con il sorriso gli spettatori rendendoli partecipi e complici delle loro gag.
Adotta fin dall’inizio un atteggiamento contrario, volutamente scostante, il bosniaco Ra_id_Nikoli, di etnia rom, che propone uno spettacolo di marionette all’interno dell’incantevole cortile della biblioteca. “The Gipsy Marionettist” seduce pur essendo a tratti respingente, al punto che alla fine non si vorrebbe più andare via. Artista di strada, marionettista, abilissimo nel padroneggiare il rapporto con il pubblico, Ra_id_Nikoli apre lo sguardo su un mondo e una cultura che troppo spesso releghiamo a stereotipi e pregiudizi.

The Gipsy Marionettist (ph: Andrea Macchia)
The Gipsy Marionettist (ph: Andrea Macchia)

A Mirabilia c’è spazio anche per il teatro di prosa. Una scelta coraggiosa, se si pensa alle caratteristiche di un festival di teatro di strada, ma che la direzione artistica ha deciso di percorrere, sempre nella convinzione che generi diversi possano e debbano oggi convivere e mescolarsi. Nel piccolo teatro dell’Istituto Fiore, il duo composto da Emanuele Rosa e Andrea Chiapasco, della giovane compagnia Godot@Co, propone “Sarem (o la riluttante disillusione dell’aspettativa)”, una sequenza di quadri comico-satirici che affrontano l’incertezza e la precarietà del domani, attingendo ora allo stile grottesco della commedia attica antica ora alla pungente vivacità della stand-up comedy. Sincero, ma forse un poco ridondante, il sermone finale con cui, messa da parte la comicità, uno degli attori si rivolge al pubblico per richiamarlo alla responsabilità e a scelte consapevoli.

Gli allievi e le allieve dell’Accademia Internazionale di Teatro di Roma portano in scena tre spettacoli, tra i quali l’ultimo capolavoro di William Shakespeare, “La tempesta”, testo tanto affascinante quanto complesso. Se l’obiettivo è, come immaginiamo, quello di dare l’opportunità ai giovani di misurarsi con il pubblico offrendo voce e corpo al proprio talento, avvalendosi di costumi, scenografie e coreografie (che a tratti sembrano sconfinare nel balletto televisivo), l’esperimento è riuscito. Si avverte tuttavia la mancanza di un’idea forte che giustifichi altrimenti la messa in scena del testo, che alla fine appare sostanzialmente didascalica.

Il Teatro Toselli ospita uno spettacolo di teatro-danza che è, a nostro avviso, una delle punte di diamante del festival: “Lo specchio della regina” della compagnia di Bolzano La Ribalta, regia di Antonio Viganò. Un perfetto equilibrio di stile, bellezza ed emozione, indirizzato a un pubblico di tutte le età, che parte dalla scomposizione della celebre fiaba di Biancaneve per ricostruirla dal punto di vista dello specchio, stanco di dover sempre ripetere ciò che gli altri vogliono sentirsi dire. Il messaggio finale è tutt’altro che scontato e giunge, anche questo, con misura, attraverso tentativi falliti e piccole conquiste, finché la Regina arriva a comprendere come la bellezza non sia in contrasto con la diversità ma che, anzi, proprio nella diversità risieda la bellezza. Professionisti di grande qualità, i tre interpreti, Jason Mattia De Majo, Maria Magdolna Johannes e Rocco Ventura, si muovono con grazia e leggerezza sul palco, il cui allestimento è già di per sé incantevole: pochi oggetti (qualche cuscino, un abito bianco che nasconde un busto di donna circondato d’aureola, un microfono che scende dall’alto), tutti funzionali ed evocativi al momento giusto. Efficaci e suggestivi anche i contributi musicali.

Sempre al Teatro Toselli va in scena “La Burla” di Madame Rebiné, una compagnia nata a Toulouse una decina d’anni fa ma che si è recentemente stabilita in Friuli-Venezia Giulia con l’obiettivo di costruire una relazione profonda e durevole con la comunità territoriale. Lo spettacolo racconta la storia di un negozio di giocattoli, costretto a chiudere i battenti a causa della forte concorrenza del mercato online, e del sogno infranto dei suoi tre gestori, ormai molto anziani e inermi difronte ai rapidi cambiamenti in atto. Poetici alcuni quadri, che attingono ai linguaggi del circo e della magia, raffinabili i passaggi tra un scena e l’altra, che risultano in alcuni momenti lenti, a discapito del ritmo complessivo.

Negli spazi dell’Università, i tirocinanti di StudiumLab propongono al pubblico di Mirabilia alcune esperienze alla scoperta delle arti performative digitali. Tra queste citiamo “Saturn Labirinth”, un ambiente creato daLea Pagano con Robox Studio, all’interno del quale è possibile – indossando un visore per realtà virtuale e manovrando due joystick – creare una scultura in 3D e farsi una passeggiata immersiva nel museo in cui verrà collocata. Simile l’esperienza proposta da Caterina Lanfranchi con “Echos”, in cui lo spettatore si trova immerso in uno spazio a cui assegna colori e forme attraverso i movimenti del proprio corpo. Ancora più articolato e coinvolgente “Inside the Black-Boh”, dedicato a “Il giuoco dell’oca di Sanguineti” (1967), romanzo sperimentale costruito per essere fruito secondo le regole dell’omonimo gioco da tavola. L’installazione si avvale di contributi video realizzati, con l’ausilio dell’intelligenza virtuale, a partire da alcune parole chiave tratte dalle pagine del romanzo a cui corrispondono le varie caselle.

Lo spettatore diventa a tutti gli effetti protagonista con “La scelta” di Roger Bernat/FFF e Qui e Ora. Il pubblico, suddiviso in tre gruppi, è chiamato a visionare tre trailer di spettacoli che potrebbero partecipare alla prossima edizione di Mirabilia e a sceglierne uno. Segue un incontro plenario in cui vengono condivise e discusse le scelte effettuate, sperimentando in questo modo i meccanismi di lavoro di una direzione artistica. Alla fine, viene svelato il titolo dello spettacolo già scelto dalla direzione e si scopre così se corrisponde con quello scelto dal pubblico. L’esperimento apre un dibattito molto interessante sull’opportunità e sulle modalità di una direzione artistica partecipata, ovvero allargata agli spettatori.

La scelta (ph: Andrea Macchia)
La scelta (ph: Andrea Macchia)

Quello che abbiamo raccontato è solo uno dei tanti percorsi che quest’anno ci ha proposto di Mirabilia, un festival ricchissimo di eventi in cui la leggerezza – come ci insegna Italo Calvino – non è sinonimo di superficialità, ma può offrire riparo e creare le condizioni per rimettere al centro i temi dell’accoglienza, del valore e della bellezza della diversità, della consapevolezza del presente, delle potenzialità del sogno, del piacere della scoperta e della libertà di scelta.

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