Con Punta Corsara Antonio Petito incontra Aleksandr Blok

Petitoblok
Petitoblok
Petitoblok (photo: Marina Dammacco)
“Petitoblok” accosta due tipi di teatro, di drammaturgia, due mondi tanto lontani da essere antitetici. Accosta la fame atavica di Pulcinella, la maschera, al “non ho mai fame, non ho mai sonno” di Colombina, la marionetta meccanica.

La nuova produzione della compagnia Punta Corsara si ispira liberamente alla scrittura sgrammaticata di Antonio Petito e al teatro russo delle avanguardie di Aleksandr Blok, mettendo l’una al servizio dell’altra, trasportando il pubblico dai vicoli di Napoli al baraccone dei saltimbanchi di Mosca.

La drammaturgia di Antonio Calone e la regia di Emanuele Valenti trovano il giusto mezzo per non ricadere né negli schemi classici del teatro napoletano, né snaturarlo del tutto. L’evocativa scelta scenografica della prima parte dello spettacolo aiuta il pubblico a visualizzare le dinamiche e i desideri: pali di legno delimitano lo spazio d’azione, un gioco di dentro/fuori, verità (scenica)/finzione (nella finzione).

I colori prorompenti dei costumi di Felice Sciosciammocca (Christian Giroso) e Pulcinella (Giovanni Vastarella) si alternano all’algida Colombina (Valeria Pollice), che in versione marionetta sfoggia un costume che sembra disegnato da Depero; di fianco la Morte (Giuseppina Cervizzi) e il Ciarlatano (Emanuele Valenti).

Non hanno bisogno di presentazioni i ragazzi di Punta Corsara, vincitori del premio Ubu 2012 nella categoria miglior attore under 30, né forse ne ha bisogno “Petitoblok”, presentato al Festival Inequilibrio lo scorso luglio e a Short Theatre. Sappiamo che la compagnia di Punta Corsara nasce dal lavoro di Marco Martinelli e del Teatro delle Albe grazie ad un progetto iniziato a Scampia nel 2007, sappiamo anche che Scampia è dapprima un luogo reale, poi divenuto anche luogo dell’immaginario collettivo. E sappiamo che il talento che vien fuori da contesti problematici si manifesta sempre forte, in tutto il suo vigore di contrasto.

La cultura della maschera e dei caratteri partenopei di Pulcinella e Felice vengono cuciti addosso all’entusiasmo dei ragazzi, che li assorbono e li restituiscono al pubblico con brio e spensieratezza, attraverso l’ingenuità di Felice.
Legati a doppio nodo all’espediente del vivere e alla morte, le loro vicende li conducono là dove il Ciarlatano li aspetta.
Un capocomico, il Ciarlatano, esiliato da Napoli, ha vissuto in Russia e visto e studiato le nuove forme di teatro delle avanguardie. Costruisce Colombina, la marionetta che ha un cuore sì, però d’acciaio, e tira le fila del gioco, attirando Felice e Pulcinella nel suo baraccone dei saltimbanchi (“Balagancik”, il testo teatrale di Blok), dove i caratteri partenopei diventano marionette di carne.
Felice è Petruska tormentato dall’amore non corrisposto per Colombina, la quale ha occhi solo per il Moro, Pulcinella.

Amore e morte si rincorrono nel furioso balletto messo in scena dal Ciarlatano, uno spazio meta-teatrale dove la morte viene di nuovo ingannata, perché le marionette no, non possono morire, se non in scena. Ma la marionetta in questione, Colombina, dimostra un ingegno tutto umano, beffando morte e Ciarlatano, e permettendo a Felice e Pulcinella di scappare.
Le condizioni cambiano, ma le dinamiche no, i due compagni di disavventura di nuovo faranno i conti con mazzate e porte in faccia. Di nuovo e come sempre.

L’umanità straborda e il costruttivismo russo, il simbolismo e la biomeccanica sono solo evocati nelle parole del Ciarlatano e nei gesti di Colombina in un costume che ricorda il Balletto triadico di Schlemmer. Ma è forse questa la loro forza: rendere piacevole, divertente e terribilmente umano  un teatro che tende al contemporaneo senza boriosità.
Fino al 17 febbraio a Milano, il 24 febbraio a Matera (Teatri Uniti d’Italia) e il 20 aprile a Ravenna.

PETITOBLOK. Il baraccone della morte ciarlatana
liberamente ispirato alle opere di Antonio Petito e Aleksandr Blok
drammaturgia Antonio Calone
regia Emanuele Valenti
con:
 Giuseppina Cervizzi
la Morte

Christian Giroso
Felice Sciosciammocca

Giovanni Vastarella
Pulcinella

Valeria Pollice
Colombina

Emanuele Valenti
il Ciarlatano

costumi: Daniela Salernitano
spazio scenico: Emanuele Valenti, Daniela Salernitano
maschera di Pulcinella: Marialaura Buonocore
disegno luci: Antonio Gatto
tecnico: Giuseppe Di Lorenzo
aiuto regia: Antonio Calone
grafica: Ida Basile
foto: Marina Dammacco
organizzazione: Marina Dammacco, Rosario Capasso
durata: 60’
applausi del pubblico: 3’

Visto a Milano, Teatro Elfo Puccini, il 12 febbraio 2013


 

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