Queste parole di Frida Khalo definiscono con durezza l’incontro e l’intersecazione, violenta, tra le diverse culture che compongono la popolazione messicana. Parole in vita nel corpo e nella voce dell’attrice Annapaola Bardeloni durante lo spettacolo “Viva la vida!” di Assemblea Teatro, scritto da Pino Cacucci, diretto da Renzo Sicco e Giovanni Boni.
Lo spettacolo verrà presentato all’interno del festival internazionale Cruzando Fronteras organizzato dalla compagnia torinese in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Città del Messico, Gobierno del Estado de Quintana Roo, Istituto Italiano di Cultura di Città del Messico, Città di Torino, Università di Quintana Roo, Universidad Interamericana para el Desarrollo, oltre ad altri enti pubblici e privati.
La popolazione messicana, come gran parte dei latinoamericani, è nata dall’incontro e dallo scontro di culture ed etnie diverse. Un crocevia di conquistatori, viaggiatori, artisti, esiliati… provenienti dal Vecchio Mondo. Anche per questa caratteristica la scorsa settimana il Ministero degli Esteri ha ospitato a Roma la conferenza stampa di presentazione di questo evento culturale bilaterale che si terrà tra il 18 ed il 24 febbraio a Mahahual e Chetumal, in Messico, due località che si affacciano sul Caribe, dove lo stato del Quintana Roo, nell’estremità sudorientale della penisola dello Yucatán, confina con il Belize.
Mahahual è un esempio positivo di integrazione multiculturale, grazie alla convivenza di discendenti maya e di etnie venute da zone diverse del paese, unitesi poi a italiani, inglesi, olandesi, spagnoli, francesi, statunitensi, tedeschi e libanesi. Persone spesso fuggite dalle grandi città spinti dal desiderio di una vita migliore.
Per questa sua peculiarità Mahahual è stata scelta come luogo ideale per un festival che intende offrire il confronto e la compenetrazione di due identità attraverso artisti, scrittori, sceneggiatori, registi, artigiani, musicisti e intellettuali, italiani e messicani.
Si tratta, ha commentato il ministro degli Esteri Giulio Terzi, di “un’iniziativa di valore che vuole essere un omaggio a un Paese con il quale da sempre intratteniamo relazioni straordinarie, che ancora più si fortificano grazie a eventi di questo spessore, che avvicinano concretamente le culture delle due nazioni”.
Dalle origini della propria storia, Assemblea Teatro ha mostrato una particolare attenzione agli scambi interculturali, scegliendo il viaggio e l’incontro come basi conoscitive, intellettuali e creative per il proprio vivere il teatro e la società. Ne sono un esempio le ripetute occasioni di scambio con Luis Sepúlveda.
L’attività del gruppo nasce nel ’69, e opera professionalmente dal 1976. La nascita avviene nel periodo in cui i gruppi di base si stavano sviluppando in tutta Italia, e le lotte socio-politiche utilizzavano anche il mezzo teatrale e artistico per la comunicazione con le masse; così Assemblea Teatro sanciva la sua nascita ufficiale con una dichiarazione che, scritta nel quartiere popolare delle Vallette, affermava: “L’assemblea degli abitanti del quartiere sarà il teatro del quartiere”.
Renzo Sicco ricorda il periodo in cui lui e gli altri giovanissimi componenti del gruppo decisero di associare la parola “assemblea” a quella di “teatro”: “Il termine Assemblea definisce un luogo d’insieme – ripercorre il regista – Il teatro all’epoca poteva essere uno strumento di trasformazione, infatti cominciammo con il teatro politico”, come l’happening di 36 ore no-stop “fuori dal manicomio di Collegno, in cui veniva rappresentato ciò che accadeva all’interno di quel luogo”.
Nel 1975 il gruppo entrò in un periodo di crisi che portò alla scelta “della professionalità teatrale rispetto all’attivismo politico” ricorda Sicco. Un distinzione di mezzi, di strumenti di comunicazione con finalità analoghe, ma non uguali.
In questi 35 anni Assemblea Teatro ha dimostrato una predilezione per un teatro attento alle tematiche storiche e sociali, attuali e passate. Spettacoli come “Mas de mil jueves”, sulle Madres de Plaza de Mayo, basata sul libro “Le irregolari” di Massimo Carlotto (spettacolo presente anch’esso al festival Cruzando Fronteras); l’organizzazione di rassegne dedicate alla memoria storica come “Il Teatro e la Memoria” realizzato dal 2003; l’attenzione all’infanzia con una storica produzione di spettacoli di teatro ragazzi e la promozione del festival “Il gioco del teatro”; l’interscambio culturale attraverso tournée internazionali e la partecipazione a festival, rassegne ed eventi.
Maria Teresa Céron Vélez, delegata culturale dell’Ambasciata del Messico in Italia, elogia l’importanza del festival non solo in ambito artistico, ma anche culturale e sociale: “Questo evento è esempio della collaborazione dell’Italia con il Messico, soprattutto grazie al lavoro fatto sulla cultura ecologica”. In programmazione durante il festival è infatti prevista anche una giornata di pulizia delle spiagge del Mahahual, famose per la grave condizione ambientale per l’accumulo di detriti e tonnellate di plastica galleggianti provenienti da diversi Paesi, anche lontanissimi, trasportati proprio in quel punto dalla corrente marina. Gli spettatori del festival e i turisti saranno invitati ad aiutare gli abitanti del Mahahual a pulire le spiagge dai rifiuti, una festa collettiva per la salvaguardia dell’ambiente.
Renzo Sicco sottolinea l’attenzione del festival a tematiche storiche, annunciando il contributo del giornalista sportivo Gian Paolo Ormezzano (altro fedele “partner” di Assemblea Teatro negli anni), che presenterà in prima mondiale il testo “L’inafferrabile”, dedicato al grande campione Gino Bartali.
Si scoprirà così di come Bartali, durante la Seconda Guerra Mondiale, abbia trasportato documenti all’interno dei raggi della sua bicicletta, attraverso i quali salvò più di 800 ebrei dalla deportazione. Un episodio mai narrato dallo sportivo, ma che oggi rappresenta “un excursus su un tabù, il tabù sull’impegno politico da parte degli sportivi”, conclude Sicco.
Infine, l’attenzione rivolta alla lingua come veicolo della propria cultura e perno stesso del festival Cruzando Fronteras.
“La nostra lingua è la nostra patria”: Sicco ricorda le parole di Luis Sepulveda introducendo la presentazione degli spettacoli. La lingua e la cultura italiane saranno rappresentate dallo spettacolo “Dante. La sua commedia la nostra storia” di e con Annapaola Bordeloni.
Leggendo il vasto programma del festival si ha l’impressione che le frontiere non verranno solo oltrepassate, ma in qualche modo abbattute grazie alla ricchezza di proposte teatrali e artistiche, alla molteplicità di voci, identità, punti di vista, opinioni, idee.