Cyrano: Jurji Ferrini sul valore della resistenza civile

Ferrini/Cyrano (photo: Andrea Macchia)
Ferrini/Cyrano (photo: Andrea Macchia)
Ferrini/Cyrano (photo: Andrea Macchia)

Stucchevole ed eccessivamente romantico, spesso il Cyrano di Rostand viene troppo facilmente dimenticato e snobbato da un teatro che vuole dirsi impegnato socialmente e civilmente. Ma a ben guardare, come suggerisce Jurij Ferrini, che ha deciso di affrontarlo fin dalla traduzione e dal riadattamento, “Cyrano de Bergerac” è invece un dramma “serio”, un piacevole mix tra eroismo e spirito di sacrificio, senso di amicizia e rispetto dell’amore. 

Le romanticherie cui leghiamo di solito Cyrano ci trasportano questa volta in un mondo che si affaccia febbrilmente sullo scenario inquietante della prima guerra mondiale, un universo in cui il colpo di spada incide senza riserve sui valori e sulla morale di una generazione intera.
Questo “Cyrano di Bergerac”, con la regia e la pregevole interpretazione di Ferrini, è in fondo uno spettacolo che riflette pure sul senso del teatro, e proprio per questo inizia con un’incursione metateatrale: Cyrano entra avvolto nella luce di sala del Teatro Gobetti di Torino per interrompere uno spettacolo patetico (quello dell’odiato attore Montfleury) che non può più sopportare, e così occupa il teatro per ben due ore con il suo naso deforme e il suo caratteraccio da sbruffone. La sua è un’occupazione politica, come un atto politico è l’abdicare alla propria felicità per un disegno più grande.

Le scenografie di Gaia Moltedo sono ridotte all’essenziale e modulate da grossi pannelli che scandiscono uno spettacolo il cui gran pregio è sicuramente il ritmo serrato. La regia è semplice, forse fin troppo lineare, ma è efficace nel richiamare direttamente il pubblico in questo mondo crepuscolare, in cui un carismatico protagonista fa della propria anomalia fisica il sintomo universale della malattia di un’epoca.

Il Cyrano di Ferrini è uno spettacolo “già visto” e pure amato, del resto come il testo che porta in scena. La recitazione è fluida seppur mantenga a tratti un che di artificioso, soprattutto nell’interpretazione della bella Rossana da parte di Ilenia Maccarone. Ferrini propone un protagonista credibile e affascinante: maestro di spada, il suo Cyrano è invincibile persino nel suo soccombere per amore, “un vero e proprio inno romantico al valore”.

Cyrano de Bergerac
di Edmond Rostand
traduzione e adattamento: Jurij Ferrini
con: Jurij Ferrini, Ilenia Maccarrone, Raffaele Musella, Fabrizio Careddu, Lorenzo Bartoli, Daniele Marmi, Andrea Fazzari, Francesca Turrini, Michele Schiano di Cola, Angelo Tronca, Luca Cicolella
regia: Jurij Ferrini
scene e costumi: Gaia Moltedo
luci: Francesco Dell’Elba
produzione: Fondazione del Teatro Stabile di Torino

durata: 2h 10′
applausi del pubblico: 6′

Visto a Torino, Teatro Gobetti, il 12 novembre 2014
prima nazionale

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