Depois do silêncio: la denuncia di Christiane Jatahy contro il capitalismo

Depois do silencio (ph: Christophe Raynaud De Lage)
Depois do silencio (ph: Christophe Raynaud De Lage)

La regista brasiliana, Leone d’oro 2022 alla carriera, completa al Piccolo di Milano la Trilogia degli Orrori

Un pezzo di resistenza civile. Un’arte che ridisegna la realtà partendo dalla denuncia, condannando in Brasile il neocolonialismo e il capitalismo. Intercettando gli echi della schiavitù e del razzismo. Con un linguaggio ibrido che interseca teatro, cinema, musica e danza.
Christiane Jatahy, nata a Rio de Janeiro nel 1968, Leone d’oro 2022 alla carriera alla Biennale di Venezia, completa la sua “Trilogia degli orrori” firmando “Depois do silêncio”, adattamento del romanzo “Torto Arado” (2019) di Itamar Vieira Junior.

Coproduzione internazionale con il Piccolo Teatro di Milano, in scena in prima nazionale al Teatro Studio Melato, “Depois do silêncio” (Dopo il silenzio) ci guida tra le comunità rurali di Bahia, nel nord-est del Brasile. Lo spettacolo combina immagini documentarie di lavoro sul campo ed estratti dal film “Cabra Marcado para morrer” di Eduardo Coutinho.

In scena, tre attrici discendenti di schiavi entrano in contatto con la natura e con i rituali tradizionali. Christiane Jatahy combina la ricerca documentaria con ciò che sopravvive oggi della schiavitù e del razzismo endemico nella società brasiliana. Inversamente alla grande storia complessa che tratta, la regista opta per una scenografia minimalista e senza artifici.
“Depois do silêncio” è un omaggio al Brasile come comunità e terra, come libertà e cultura. È un tributo a personaggi come João Pedro Teixeira, leader di un sindacato rurale assassinato nel 1962 per ordine dei latifondisti, che si batteva per i diritti dei contadini e la ridistribuzione delle ricchezze.

Jatahy va oltre la finzione, e tempera le inquietudini di questo teatro di lotta e rivendicazione con il più poetico dei controcampi: una splendida esplorazione cinematografica e documentaristica nella regione della Chapada Diamantina, a Bahia. Accostando riprese live action e presenza sul set – due attrici oltre a una donna della comunità Chapada Diamantina, e un attore che è anche musicista – Jatahy propone un allestimento che oltrepassa i confini delle arti.

In scena Juliana França, ricercatrice di arti dello spettacolo e relazioni etniche; Caju Bezerra, esperta di narrazioni, oralità e corporeità negli africani della diaspora; Gal Pereira, attrice e musicista; Aduni Guedes, musicista percussionista, ricercatore della diaspora africana, capace di mescolare tradizione ancestrale e contemporaneità.

“Depois do silêncio” rappresenta un mondo barbaro e puro che contempla la brutalità, la supplica e la disubbidienza. Il virtuale si confonde con il reale. Entriamo in una storia di vessazioni e ricatti, di proteste e ritorsioni, di sangue, morte e spiriti. C’è la comunità con i suoi riti. Ci sono la musica, i ritmi, le danze, il sincretismo tra cristianesimo e sciamanesimo. Sul grande schermo campeggia la figura di Lian Gaia, indigena nata nella Foresta Atlantica.

Va in scena una tragedia da cui sono bandite la pietas e l’armonia artistica. Ma i corpi sono strumenti vitali per violare la rigidità dei generi. I personaggi pronunciano parole profonde sulle loro terre razziate, sulla loro identità negata. Il dolore contiene il germe del riscatto, che si realizza attraverso l’arte.
Tutto ciò che è artificio, tradizione e finzione viene messo in discussione. Il pubblico viene assorbito nel mood musicale, fagocitato dalla storia sia nei risvolti tragici, sia in quelli estetici.
Si toccano immaginari molteplici. Si risale al razzismo e all’istinto distruttivo dei coloni in America latina. Si ridestano e si incarnano gli spiriti della natura e degli antenati, i colori della terra e dell’interiorità, la ricchezza socio-culturale, per dare robustezza ed energia a un lavoro basato su appartenenza e identità.
Pullulano i riferimenti al governo Bolsonaro, intriso di machismo e prevaricazione. “Depois do silêncio” è una danza politica ipnotizzante. Luce, parole e musica danno una connotazione polifonica a una creazione che desta stupore, sconcerto, talvolta imbarazzo, ma soprattutto un profondo desiderio di giustizia.
La musica e il ballo sono possessione pervasiva. Il palco diventa uno specchio stregato da cui fuoriescono i rumori della natura e i suoni di strumenti tradizionali.
La lingua portoghese è allo stesso tempo impronta di atavica sottomissione e principio di riscatto, che diventa rivendicazione universale e messaggio di speranza per i popoli oppressi.
Un movimento tellurico trasforma il Teatro Studio in magma gorgogliante. I lapilli si sedimentano con lentezza, ma rimangono incandescenti per molte ore dopo lo spettacolo.

Depois do silêncio (Dopo il silenzio)
di Christiane Jatahy
dal romanzo Torto Arado di Itamar Vieira Junior, pubblicato da LeYa
ideazione, regia e testo Christiane Jatahy
con Gal Pereira, Juliana França, Caju Bezerra, Aduni Guedes e, per il film, la partecipazione di Lian Gaia
e dei residenti delle comunità di Remanso e Iúna – Chapada Dimantina/Bahia/Brasile
collaborazione artistica, scene e luci Thomas Walgrave
foto e video Pedro Faerstein
musica originale Vitor Araujo e Aduni Guedes
sound design e mixing Pedro Vituri
suono (film) Joao Zula
montaggio (film) Mari Becker e Paulo Camacho
costumi Preta Marques
collaborazione al testo Gal Pereira, Juliana França, Lian Gaia e Tatiana Salem Levy
interlocuzione Ana Maria Gonçalves
sistema video Julio Parente
preparazione fisica Dani Lima
assistente alla regia Caju Bezerra
direttore di scena e del suono Diogo Magalhaes
assistente alle luci Leandro Barreto
direttore video Alan de Souza
tour manager Claudia Marques
amministrazione Claudia Petagna
direttore di produzione e distribuzione Henrique Mariano
sono presenti riferimenti e immagini da Cabra marcado para morrer di Eduardo Coutinho, produzione Mapa Filmes
produzione Cia Vertice – Axis productions
coproduzione Schauspielhaus Zürich, CENTQUATRE-Paris, Odéon-Théâtre de l’Europe – Parigi, Wiener Festwochen, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, ArtsEmerson – Boston, Riksteatern – Svezia, Théâtre Dijon-Bourgogne CDN, Théâtre National Wallonie- Bruxelles, Théâtre Populaire Romand – Centre neuchâtelois des arts vivants La Chaux-de-fonds, DeSingel – Anversa, Künstlerhaus Mousonturm – Francoforte, Temporada Alta – Festival de tardor de Catalunya, Centro Dramático Nacional – Madrid
Christiane Jatahy è artista associata a CENTQUATRE-Paris, Odéon-Théâtre de l’Europe, Schauspielhaus Zürich, ArtsEmerson Boston e Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Cia Vertice è supportato dalla Direction régionale des affaires culturelles Île-de-France – Ministère de la Culture France
Tour realizzato con il sostegno di CENTQUATRE on the road

Spettacolo in lingua portoghese con sovratitoli in italiano

durata: 1h 45’
applausi del pubblico: 3’

Visto a Milano, Piccolo Teatro Studio Melato, il 16 maggio 2023
Prima nazionale

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