Dopo la Tempesta: nelle solitudini metropolitane di Toscani e Piazza

Dopo la Tempesta (ph: Alessandro Villa)
Dopo la Tempesta (ph: Alessandro Villa)

L’opera di Shakespeare rivive al Teatro Out Off di Milano per raccontare il destino di sognatori in una periferia grigia e claustrofobica

“Dopo la Tempesta” non riscrive Shakespeare, semplicemente se ne lascia accarezzare. Il testo di Francesco Toscani attraversa, o meglio utilizza, la storia di Prospero ed Ariel per raccontarci la solitudine dei sognatori, in una Milano grigia che costringe tutti alla solitudine. Non a caso, fra tutti gli inizi possibili, il lavoro si apre con una richiesta di aiuto, che però non verrà mai inviata.

“La Tempesta” è il dramma della magia, del sogno, dell’addio. Un tempo Ariel comandava i venti, adesso non riesce più a far piovere e la magia sembra un ricordo, oppure – come dicono tutti – un’allucinazione, una deviazione della sua mente. Ariel sogna di essere libera, di essere liberata dal suo Prospero: Ariel è fortunata, oppure è magica, questo la gente del quartiere se lo chiede, ma finisce sempre per additarla come emarginata tra gli emarginati.
Un giorno incontra un ragazzo, al parco, e si convince sia il suo Prospero, tornato per darle quella libertà che le ha promesso. Quasi lo pedina, insiste sino a suscitare in lui curiosità.
Arriveranno a convivere, e il quartiere parlerà: le voci, proiettate sullo schermo, raccontano di loro, immaginano relazioni, frustrazioni… Ma il ragazzo ed Ariel passano le giornate leggendo Shakespeare, usato quasi come una merce di scambio, sperando che il dramma risvegli nel ragazzo ricordi sopiti.

La Tempesta qui non è un incontro fra due generazioni, ma un incontro tra due solitudini, diverse tra loro, ma pur sempre disperate. “Non ho dolcezza, né tenerezza neppure per me” dice ad un certo punto Ariel, inaridita dal cemento che la circonda.

La regia di Andrea Piazza è analitica, precisa, ogni elemento è calibrato, ponderato. Tutto contribuisce a quella sensazione di freddezza, di distacco dall’emotività e dai mondi interiori dei personaggi. La stessa distanza mostra la metropoli nei confronti degli individui. Piazza e Toscani realizzano una geografia di luoghi comuni che non emoziona ma conquista la mente. Così anche gli interpreti, Fabrizio Calfapietra e Monica Bonomi, sono attenti nel mantenere questa distanza, ad integrarsi in un linguaggio asettico che, pur rendendo fluido ogni passaggio, non affonda nell’emotivo.

Un cenno doveroso va alle scene di Alice Vanini e alle luci di Luigi Chiaromonte, che creano una vera e propria installazione, un parco freddo e arrugginito, che rende perfettamente la sensazione claustrofobica della periferia poetica ricercata da autore e regista.

Il Teatro Out Off di Milano conferma la sua attenzione verso la nuova drammaturgia producendo un testo ben calibrato, che racconta Milano e la sensazione di isolamento che spesso induce.
Peccato per quella sala semi-vuota…

Dopo la Tempesta
di Francesco Toscani
regia di Andrea Piazza
con Monica Bonomi e Fabrizio Calfapietra
scene e costumi Alice Vanini
luci Luigi Chiaromonte
assistente alle scene Cristina Molteni
collaborazione alle musiche Simone Giannì
produzione Teatro Out Off

durata: 1h 15’
applausi del pubblico: 1’ 30”

Visto a Milano, Teatro Out Off, l’11 aprile 2024

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