Drodesera 2019, tra incontri e solitudini Ipernatural

Conversations out of place di Ivana Müller (photo: Alessandro Sala)|Crowd (photo: Roberta Segata)|Goodbye di Michikazu Matsune (photo: Roberta Segata)
Conversations out of place di Ivana Müller (photo: Alessandro Sala)|Crowd (photo: Roberta Segata)|Goodbye di Michikazu Matsune (photo: Roberta Segata)

Solitudini, addii, spaesamenti e tentativi d’intessere relazioni nuove, potenti, non codificate, tra sguardi fugaci, parole accennate, gesti ripetuti e intensi. Proposte eterogenee, tutte di artisti internazionali e molte in prima nazionale, quelle che hanno caratterizzato l’ultima giornata di “Ipernatural”, la XXXIX edizione di Drodesera, festival che a Dro, in provincia di Trento, dal 19 al 27 luglio scorsi, negli spazi di Centrale Fies art work space, ha offerto una ricca programmazione dedicata alle arti performative, curata da Barbara Boninsegna (fondatrice del festival assieme al marito Dino Sommadossi) con Filippo Andreatta, impreziosita anche quest’anno da Live Works vol. 7, piattaforma di ricerca e produzione dedicata all’approfondimento transdisciplinare della performance.

Il festival come spazio accogliente e coinvolgente, mutevole e poliedrico, luogo di incontri e contrasti, dove germogliano relazioni e si sperimentano percorsi artistici dalle caratteristiche mai effettivamente definite. L’Ipernatural evocato – terzo capitolo di un percorso di indagine su nuove forme di vita e cultura, iniziato con “Supercontinent”, proseguito lo scorso anno con “Supercontinent 2” – è spazio dove convivono multiformi linguaggi e suggestioni, ad abitare una imponente struttura nata come centrale idroelettrica, oggi ancora in parte funzionante, trasformatasi poi, grazie ad un lungimirante progetto, in luogo dove far esplodere idee, creatività, tra sperimentazione e progettazione, in un denso e sempre stimolante incontro tra persone.

Uno dopo l’altro, gli spettacoli visti compongono una fitta trama di spunti e stimoli, un viaggio denso di storie e visioni.
È l’incontro – fisico, verbale, emotivo – al centro di “Collection of lovers” di Raquel André, attrice e regista portoghese di 33 anni. Una “collezionista di cose rare”, come lei stessa si definisce, André porta in scena, tra immagini e racconto, oltre 230 incontri fatti fino al maggio 2019, in ogni parte del mondo, per un progetto itinerante che durerà dieci anni, dal 2014 al 2024, e che a Drodesera ha avuto una delle sue tappe intermedie.

Persone di ogni nazionalità, genere, età, che, rispondendo ad un annuncio, hanno accettato un gioco rischioso quanto delicatissimo: condividere tempo e costruire intimità con una persona mai vista prima. I risultati, proposti da Raquel con i suoi toni gentili e diretti, in una performance-lezione, sono confluiti in tantissime fotografie, “brandelli” di corpi e di vite, di case e di stanze, che trasudano emozioni, sogni, paure, in un tempo in cui si fa sempre più fatica a specchiarsi negli occhi dell’altro, per un esperimento coraggioso, riuscito, necessario.

Si consuma tutta in una dimensione sospesa, nel tempo e nello spazio, dalla luce rarefatta, la vicenda umana, a tratti surreale e fantastica, tratteggiata in “Conversations out of place”, di Ivana Müller, in collaborazione con Hélène Iratchet, Julien Lacroix, Anne Lenglet e Vincent Weber.
Una lenta e ripetuta riflessione sul mondo in cui viviamo, partendo dal rapporto con la natura, è quella a cui un gruppo di uomini e donne che, in un tempo lungo, si concentrano, girando in tondo, interrogandosi l’un l’altro e sciorinando aneddoti del passato e desideri per il futuro.
È questa in sintesi la base su cui costruiscono un dialogo tra loro e condiviso col pubblico, per una comunicazione interrotta da negazioni e silenzi, esplorazione e stasi.

Un rave party al ralenti animato da 15 talentuosi e intensi performer. Ad uno ad uno prendono possesso dello spazio, affondano i piedi tra sabbia e detriti, in una terra rossa che ricoprirà poi anche i loro corpi; inizieranno ad interagire gli uni con gli altri, una comunità che si confronta con un ventaglio multiforme di emozioni: dall’amore al desiderio, dall’eccitazione a rabbia, forza, violenza. Una performance dal fortissimo impatto emotivo e visivo, “Crowd” (presentata anche alla Biennale Teatro nel 2017) di Gisèlle Vienne, artista, coreografa e regista franco-austriaca, un’intensa narrazione che fa a meno delle parole per indagare passioni e sentimenti umani perfettamente tratteggiati da performer sempre portatori di una grandissima tensione.
A fare da colonna sonora all’interminabile rave party, tra pause sincopate e ritmi esasperati che mettono a dura prova le dinamiche sociali tra i corpi in scena, è un collage di brani di musica techno che copre trent’anni di storia dell’elettronica tra passato e presente.

Crowd (photo: Roberta Segata)
Crowd (photo: Roberta Segata)

Una scrivania, pochi oggetti, l’ironia e la semplicità del racconto che trae forza dalla parola e talvolta dalla musica, per provare a spiegare i differenti modi di dire “addio”.
In “Goodbye” Michikazu Matsune, artista, performer e coreografo originario di Kobe (Giappone) che vive a Vienna, indaga il rapporto tra affermazioni fattuali ed emotive e il loro intrinseco significato.
Si sorride nell’apprendere che l’imperatrice Maria Teresa ha detto addio alla figlia Maria Antonietta in ben 18 pagine; o ci si commuove nell’ascoltare le parole di un cieco al suo defunto cane guida. Addii sofferti, altri liberatori, altri ancora avvolti nel mistero, come quello di Kurt Cobain prima di suicidarsi. Con semplicità, Matsune legge lettere d’addio, con gentilezza e tono dimesso, salvo poi scoppiare in attimi di rabbia liberatoria. Tra lettura e danza emerge un racconto lineare di storie di relazioni personali, amori e complicazioni raccontate tra le righe, per invitare a una riflessione condivisa sul senso enorme di una sola parola: “Addio”.

Goodbye di Michikazu Matsune (photo: Roberta Segata)
Goodbye di Michikazu Matsune (photo: Roberta Segata)

Collection of lovers
creazione António Pedro Lopes, Bernardo de Almeida and Raquel André (PT)
musiche noiserv
light design Rui Monteiro
adattamento luci e direzione tecnica Cárin Geada
sound design João Neves
comunicazione António Pedro Lopes
produzione esecutiva Missanga

prima nazionale

Crowd
ideazione, coreografia e scenografia Gisèle Vienne (FR)
assistenti Anja Röttgerkamp e Nuria Guiu Sagarra
luci Patrick Riou
drammaturgia Gisèle Vienne e Denis Cooper
musiche selezionate da Underground Resistance, KTL, Vapour Space, DJ Rolando, Drexciya, The Martian, Choice, Jeff Mills, Peter Rehberg, Manuel Göttsching, Sun Electric and Global Communication
edits, playlist selection Peter Rehberg
performers Philip Berlin, Marine Chesnais, Kerstin Daley-Baradel, Sylvain Decloitre, Sophie Demeyer, Vincent Dupuy, Massimo Fusco, Rémi Hollant, Oskar Landström, Theo Livesey, Louise Perming, Katia Petrowick, Jonathan Schatz, Henrietta Wallberg and Tyra Wigg
costumi Gisèle Vienne
in collaborazione con Camille Queval e i performer
sound engineer Adrien Michel
direttore tecnico Richard Pierre
direttore di palcoscenico Antoine Hordé
light manager Arnaud Lavisse
un ringraziamento speciale a Margret Sara Guðjónsdóttir e Louise Bentkowski
produzione Alma Office, Anne-Lise Gobin, Alix Sarrade, Camille Queval & Andrea Kerr
amministrazione Etienne Hunsinge & Giovanna Rua
produttore esecutivo DACM
la compagnia è supportata da Institut Français for international touring
Gisèle Vienne è un’artista associata al Nanterre-Amandiers, centre dramatique national e al Théâtre National de Bretagne

Conversatios out of place
Concept, testo e coreografia Ivana Müller (HR/FR)
in collaborazione con i performer Hélène Iratchet, Julien Lacroix, Anne Lenglet e Vincent Weber
lighting design Martin Kaffarnik, Soundscape Cornelia, Friederike Müller
collaborazioni artistiche Jonas Rutgeerts
assistenza al set e ai costume Alisa Hecke
traduzione Giulia Messia
grazie a Nicolas Boehm, Nils De Coster, Peter Hewitt, François Maurisse
produzione I’M COMPANY (Matthieu Bajolet, Gerco de Vroeg)

prima nazionale

Goodbye
Di e con Michikazu Matsune (JP/AT)
assistente artistica Andrea Gunnlaugsdóttir
assistente alla ricerca Almud Krejza
sostenuto da The Cultural Department of the City of Vienna, apap – Performing Europe 2020

prima nazionale

Visti a Dro, Centrale Fies, 27 luglio 2019

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