MM Contemporary Dance Company all’Elfo Puccini: Adamo ed Eva tra Masaccio, Bernini e Canova
È danzante l’autunno a Milano. Presentata la XXVI edizione di Danae Festival, mentre La Veronal inaugura la nuova stagione in Triennale, esplode MILANoLTRE con la MM Contemporary Dance Company. L’ensemble diretto da Michele Merola porta all’Elfo Puccini quattro raffinate coreografie: “Duo d’Eden” e “Grosse Fugue”, entrambe di Maguy Marin; “Skrik”, di Adriano Bolognino; infine “Ballade”, di Mauro Bigonzetti.
“Duo d’Eden” colpisce per la sua essenziale levigatezza. Leone d’Oro alla carriera a Biennale Danza 2016, la coreografa francese Maguy Marin prefigura l’incontro tra i corpi, con cui rende attingibile la percezione degli spazi. Il lavoro abbozza, attraverso i personaggi biblici di Adamo ed Eva, il romantico rapporto di coppia all’origine dell’umanità.
I due danzatori Emiliana Campo e Nicola Stasi valicano uno spazio buio. Sono due controfigure scolpite dalla luce – calda, flebile – disegnata da Alexandre Béneteaud.
I costumi aderenti e color carne di Montserrat Casanova riproducono le nudità di un corpo maschile e di un corpo femminile. Solo i visi custodiscono i segni del turbamento. Le maschere che i danzatori indossano sembrano infatti riprodurre i volti lividi, sfatti, della “Cacciata dal Paradiso terrestre” di Masaccio.
Nella coppia, l’interprete femminile si muove attorno al suo partner senza mai mettere piede a terra per almeno dieci minuti. È una vite in movimento. Tra i due danzatori si sviluppa un insolito coordinamento verticale. Ciò richiede un estremo ascolto, una rara maestria nel condividere i flussi energetici, e nel trovare sostegno solamente nel corpo maschile.
«Poeta, volentieri parlerei / a quei due che ‘nsieme vanno, / e paion sì al vento esser leggeri». Vedendo “Duo d’Eden” viene da pensare a Dante, al suo incontro con Paolo e Francesca nel quinto canto dell’Inferno. Se nella “Commedia” i due amanti lussuriosi si lasciano trasportare con levità dalla «bufera infernal, che mai non resta» e che caoticamente percuote le altre anime, qui abbiamo un volo solenne e serafico. Verrebbe da dire che Eva si inerpica su Adamo come un serpente su un tronco; ma non abbiamo mai la sensazione di qualcosa fuori posto, che ci rimandi all’episodio biblico dell’albero della conoscenza; non c’è colpa in quest’amore, i cui legami si dispiegano con semplicità e naturalezza. E allora Eva ci ricorda piuttosto un uccello tra le fronde, o uno scoiattolo su un ramo.
“Duo d’Eden” è la perfetta metafora dell’amore: due figure strette, vicine, nell’anelito a un congiungimento perpetuo; una dichiarazione d’eterna fedeltà.
È un impianto ossimorico, partendo dai suoni di scena: lo scorrere di un ruscello, lo scroscio di una cascata, contrastano con il rombo continuo di un temporale. Questo rapporto dovrà fare i conti con uno sconquasso. Eppure, fino in fondo, Eva resterà ancorata ad Adamo, anche quando nella coppia divamperà lo smarrimento della cacciata.
Prevale, in questa danza leggiadra, una sensualità casta. È un kamasutra delle anime. La pronunciata plasticità dei corpi, in primis quello maschile, dà solidità alla performance. Adamo, è ancorato al pavimento. Su di lui si riverbera la flessuosa illuminazione che giunge di soppiatto dall’esterno, ed Eva sembra librarsi attorno a lui che resta imperturbabile, senza mai patire la forza di gravità.
Concepito come parte di una coreografia monumentale nel 1986, il “Duo”, rifinito quattro anni fa, rappresenta un amore sublime. Più che danza, è ascensione. È un lanciarsi insieme. È reciprocità di supporti. È un continuo rotolarsi addosso senza mai deflagrare o implodere.
È un’arte che sa sedurre e commuovere, e prelude a una simbiosi trascendentale: sempre su un filo sottile e in divenire, come “Amore e Psiche” di Canova; sempre sull’orlo di una metamorfosi, come “Apollo e Dafne” di Bernini.
DUO D’EDEN
coreografia e colonna sonora Maguy Marin
coreografia rimontata da Cathy Polo e Ennio Sammarco
costumi Montserrat Casanova
luci Alexandre Béneteaud
maestri ripetitori Paolo Lauri, Enrico Morelli
interpreti Emiliana Campo, Nicola Stasi
produzione MM Contemporary Dance Company
co-produzione Fondazione I Teatri con il supporto della Fondazione Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea
prima mondiale Compagnie Maguy Marin: 12 dicembre 1986 – Angers
prima rappresentazione con MM Contemporary Dance Company: 21/10/2020 – Teatro Sociale di Trento
durata: 18’
applausi del pubblico: 3’
Visto a Milano, Teatro Elfo Puccini, il 4 ottobre 2024