Enzo Moscato (Napoli, 20 aprile 1948 – Napoli, 13 gennaio 2024)
“E mò tutto è fernuto.
Tutto cantato è stato“.
(Meduse, 1988)
I funerali saranno celebrati domani, lunedì 15 gennaio alle ore 15, a Napoli, nella Chiesa degli artisti di San Ferdinando (piazza Trieste e Trento).
Nella “sua” Sala Assoli (vico Lungo Teatro Nuovo 110) verrà invece allestita la camera ardente dalle ore 10 alle 14. Moscato tornerà quindi per qualche ora nel cuore dei Quartieri Spagnoli, a pochi passi dalla sua casa natale, fra le strade e i vicoli in cui ha trovato ispirazione il suo percorso teatrale e drammaturgico.
Oggi la Casa del Contemporaneo gli ha reso omaggio con l’ultima replica di “Tempo che fu di Scioscia”, interpretato da Isa Danieli.
A metà dicembre, a circa 40 anni dal debutto, era invece andato in scena al teatro Elicantropo di Napoli il suo “Scannasurice”, con Imma Villa per la regia di Carlo Cerciello, una sorta di discesa agli inferi, scritto dopo il terremoto del 1980, di un personaggio dall’identità androgina nell’ipogeo napoletano, in compagnia di topi, metafora dei napoletani stessi e dei fantasmi protagonisti delle leggende metropolitane della città.