Exils. Lo sguardo di Fabrice Murgia su confini e identità

Exils - Fabrice Murgia
Exils - Fabrice Murgia
Exilis (photo: napoliteatrofestival.it)
La passata amministrazione del Teatro Stabile di Napoli guidata da Andrea De Rosa si era mossa, oltre che nella definizione di tutte le attività artistiche del cartellone dei vari teatri sotto la sua gestione, anche e soprattutto attraverso una serie di reti di co-produzione con altri importanti partner stranieri, come la partecipazione al progetto Cities on Stage, in cui il teatro napoletano si affiancava al Theatre National de Bruxelles, l’Odeon di Parigi, il Radu Stanca di Sibiu in Romania, il Folkateatern di Goteberg e il Teatro de l’Abadia di Madrid nella produzione di uno spettacolo e di un workshop per ogni teatro aderente sul tema della città.

Il primo spettacolo ad essere stato prodotto è quello selezionato dal Theatre National di Bruxelles, la “casa” delle produzioni belghe di lingua francofona, che ha chiesto a Fabrice Murgia – giovane ma già affermato regista/drammaturgo – di affrontare questo lavoro.
Il risultato è “Exils”, spettacolo che ha debuttato a gennaio in Belgio e che arriva dopo qualche mese a Napoli, all’interno del Napoli Teatro Festival Italia, che in seguito all’unificazione della direzione dello Stabile nelle mani di Luca De Fusco, ha svuotato la stagione teatrale di ogni sua peculiarità per concentrare tutto nel festival come “vetrina” internazionale.

Il lavoro di Fabrice Murgia si focalizza su un tema molto sentito qui in Italia, e cioè quello dell’immigrazione e dell’identità dell’Unione Europea.
Non solo italici sono i vissuti di repressione nei confronti degli immigrati, realtà costante e presente in Europa e che in qualche modo “cozza” con lo spirito originario della Comunità Europea, ovvero quello di aprirsi al mondo lavorando sul benessere e lo sviluppo del territorio.
Eppure oggi non si fa altro che alzare muri, costruire fortezze invalicabili che ci pongono a distanza con le vicende drammatiche che ci circondano, chiudendoci ancor più in noi stessi.
Questo, in sostanza, l’argomento del testo che, tra documentazione e finzione, racconta quattro storie sullo sfondo dei cosiddetti “viaggi della speranza”. Ogni protagonista – chi europeo e chi migrante clandestino – è alla ricerca di un’identità nel proprio Paese.

Il muro contro cui si scontrano questi giovani è eretto materialmente dalla stessa scenografia di Vincent Lemaire, che sceglie di mostrarci lo spettacolo attraverso un vetro trasparente che funge anche da proiettore, calando lo spettatore in una dimensione teatrale volutamente più cinematografica e distaccata, dove il pubblico – come “straniato” – osserva le drammatiche vicende sul palco.
Una scelta molto interessante, che fa da palo ad un impianto visivo impressionante, basato sul confronto tra ciò che viene proiettato a schermo e ciò che si vede sul palco, e anche attraverso la parziale chiusura e/o apertura dello spazio scenico, a seconda delle scene. Così lo spettacolo appare ora un corto cinematografico, ora un bassorilievo, ora con una visuale a volo d’uccello.

Sfortunatamente però, per quanto ricco sia l’impianto visivo, povero appare il contenuto, che alla fine si riduce in un paio di concetti esplicati in maniera dilatata, lenta, con poco ritmo, che non riescono a far emozionare davvero lo spettatore, mettendo anzi alla prova la sua resistenza.
Un lavoro riuscito a metà, insomma, che purtroppo pecca proprio nella metà forse più importante.

EXILS
testo e regia: Fabrice Murgia/Artara
con: Olivia Carrère, Jeanne Dandoy, François Sauveur et El Hadji Abdou, Rahmane Ndiaye
assistente alla regia: Catherine Hance
suono: Yannick Franck
musiche: Laurent Plumhans
luci: Xavier Lauwers
scene: Vincent Lemaire
video: Jean-François Ravagnan
tecnico video: Giacinto Caponio
ricerche: Alicia Herteler e Georges Hicter
trucco: Dominique Brevers
direttore di scena: Romain Gueudré
fonico: Simon Pirson
datore luci: Didier Covassin
macchinista: Jean-François Opdebeeck
elettricista: mily Brassier
coproduzione: Théâtre National/ Bruxelles, Odéon-Théâtre de l’Europe/Paris,Teatro Stabile di Napoli, Teatrul National Radu Stanca/Sibiu
con il sostegno di: Fotti Cultures e ESACT la Cie Artara è sostenuta da Eubelius
durata: 1h 15′
applausi del pubblico: 1’ 15’’

Visto a Napoli, Teatro Mercadante, il 13 giugno 2012

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