Gli altri. L’indagine sui nuovissimi mostri di Kepler-452

Gli altri con Nicola Borgesi
Gli altri con Nicola Borgesi

Osservando la gente, gli altri insomma, per le strade, ascoltando le voci sugli autobus, captando i commenti truci sui treni, spesso conditi da riso sciocco e funereo, leggendo i commenti sui social e andando a osservare i profili “degli altri”, violenti nelle parole ma pieni zeppi di cani amorevolmente accuditi, molte volte rabbrividiamo in questo ascoltare discorsi pieni d’odio degli altri verso altri.
Spesso, in maniera analoga, rabbrividiamo quando prepariamo commenti in risposta, pieni dello stesso livore, o guardiamo dall’alto della nostra posizione di radical chic chi non ha mai letto, o visto, qualche opera di Pirandello. Ma perché “gli altri” si comportano così ? Hanno valide ragioni per farlo? E perché noi, di converso, manifestiamo questi atteggiamenti di ira e superiorità?

“Gli Altri, indagine sui nuovi mostri”, ultimo spettacolo del gruppo bolognese Kepler-452 (di cui abbiamo seguito passo passo il percorso artistico da “Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso” a “F. – Perdere le cose” sino a “Lapsus Urbano // Il primo giorno possibile“), ci parla esattamente di questo e, come nei precedenti spettacoli, sceglie un interlocutore privilegiato per approfondire teatralmente l’assunto così da affrontarne le possibili direzioni.
Stavolta la scelta esemplificativa, nello spettacolo condotto da solo sul palco da Nicola Borghesi (che ha scritto il testo con Riccardo Tabilio), cade su un pizzaiolo di Lampedusa, Mario Lombardino, che vediamo in immagini e parole, colto in fragrante da tutti i mass media nell’insultare pesantemente, con epiteti incommentabili, il capitano Carola Rackete, mentre viene arrestata scendendo dalla sua nave da salvataggio Sea-Watch 3. Siamo nel giugno del 2019, e Rackete aveva deciso di forzare la chiusura del porto di Lampedusa per attraccare; a bordo aveva 42 migranti stremati.

Chi è questo Mario Lombardini? Perchè sputa insulti velenosi contro una donna che, pur contravvenendo a regole precise, ha salvato delle persone che potevano morire?
La insulta perchè ha infranto una legge o perchè ha aiutato degli stranieri ? E’ un mostro o, al contrario, un Italiano con la i maiuscola? E’ un razzista imbarazzante o è uno di noi?
E’ da queste domande che parte l’indagine di Borghesi. Sul palco dapprima cerca di pronunciare le parole rivolte a Carola Rackete, così ingiuriose da desistere, spiegando che lui – Nicola – non può essere come Mario. Subito dopo però, d’istinto, si scaglia contro quel “razzista di m…”, e allora sì che le parole gli vengono! Infine, prendendo spunto dalla vita reale, perchè così deve fare il teatro, racconta un fatto accadutogli mesi prima in un bar, quando la rabbia gli era così tanto salita dallo stomaco che, senza bisogno di fingere, si era trasformata in invettive ingiuriose contro gli avventori vicino a lui, che lo avevano infastidito.
Ma allora è vero che Nicola Borghesi assomiglia a Mario Lombardino?
Proseguendo nell’indagine, l’attore bolognese si industria per conoscere meglio il suo interlocutore, e così apprende – anche da alcuni video – le prime esili giustificazioni del pizzaiolo di Lampedusa: “Ho detto quelle cose perchè il giorno prima tre tunisini avevano molestato la mia fidanzata… Ho molti amici di colore… non sono razzista”. Ma Borghesi si spinge oltre, diventando suo amico su Facebook; e ancora non basta, si collega direttamente con lui attraverso Skype, instaurando con Mario un rapporto diretto.

Sul palco dello spettacolo assistiamo a quell’incontro, tra racconto e immagini registrate, in cui Mario si svela in tutta la sua fragilità, anche attraverso il racconto della madre, che lo aiuta a ricomporre il puzzle della sua vita: dall’abbandono del padre all’emigrazione da Lampedusa a Milano per cercare una vita migliore, un po’ come i 42 della nave di Rackete, fino al ritorno all’isola natale, con la nascita della figlia ma con l’ansia di riprovare a fuggire da quel luogo. E poi racconta l’abbandono della compagna e il risentimento dei genitori benestanti di lei.
Ecco, forse gridare quegli insulti a quella donna, coadiuvato da “gli altri”, con l’effetto branco, è servito a Mario per essere meno solo, a rivendicare il suo diritto di esistere, senza accorgersi che quei 42 migranti un poco gli assomigliano.
Lo spettacolo, procedendo tra immagini, racconto, ironico rapporto con il pubblico e analisi storiche, si dimostra un apologo coraggioso, spesso doverosamente urticante, sulla condizione di solitudine dell’essere umano che, gonfio di pregiudizi, condiziona sempre le sue azioni rivolgendole soprattutto al proprio benessere rispetto alle “ragioni degli altri”, per tirare in ballo di nuovo Pirandello.

Il bellissimo finale, con la metafora tutta umana di un aereo che vola, all’inizio meraviglioso nel cielo per poi cadere distruggendosi, suggella lo spettacolo più bello di Kepler-452, bello perchè parla sì degli altri, di Mario Lombardino, ma parla in modo profondo di tutti noi, sballottati nella temperie del mondo che spesso ci respinge e fagocita, raccontandoci che solo con la comprensione possiamo, forse, renderlo almeno un poco migliore.

Gli Altri – Indagine sui nuovissimi mostri
un’indagine teatrale di Kepler-452
regia Nicola Borghesi
drammaturgia Riccardo Tabilio
ideazione tecnica Andrea Bovaia
coordinamento Michela Buscema
con Nicola Borghesi
con il contributo di Emilia Romagna Teatro Fondazione
con il sostegno di L’Arboreto – Teatro Dimora |La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza Emilia-Romagna
con il sostegno di Agorà/Unione Reno Galliera

Lo spettacolo è sconsigliato ai minori di 14 anni

Visto a Forlì, Festival Colpi di scena, il 1° ottobre 2021

 

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