Al festival milanese Th!nk P!nk, Ravel diventa punto di partenza per un viaggio di trasformazione attraverso la danza popolare
Una rilettura del Bolero di Maurice Ravel. “Horizon Koinè”, creazione e interpretazione dalla coreografa e performer Masako Matsushita, è una rivisitazione del “Bolero” nel recupero della tradizione. Lo spettacolo, andato in scena a Spazio Fattoria nell’ambito di Th!nk P!nk, festival milanese di danza, teatro, performing art e incontri sul tema dell’identità organizzato da Fattoria Vittadini, riscopre questa danza popolare radicata nelle tradizioni dell’America Latina.
L’opera di Ravel, originariamente scritta nel 1928 per la danzatrice Ida Rubinstein, è celebre per la sua ripetitività ossessiva, che cresce progressivamente fino a culminare in un’esplosione di energia sonora. La coreografia di Matsushita, tuttavia, va oltre l’interpretazione del brano come semplice esecuzione di un’opera musicale. Nella reinterpretazione di Matsushita, il “Bolero” non è solo una danza da ballare, ma diventa una riflessione sulla trasmissione e sull’ibridazione delle culture, sul passaggio dalla vitalità dei margini alla raffinatezza della nobiltà.
L’ambiente in cui si svolge “Horizon Koinè” è radicalmente diverso da quello in cui la coreografia di Matsushita è nata, e cioè la Biblioteca Oliveriana di Pesaro, sofisticato tempio della cultura. Lo Spazio Fattoria alla Fabbrica del Vapore di Milano, luogo grigio e asettico, contrasta con le sontuose scenografie tradizionali. Eppure, attraverso l’uso di un lampadario posticcio e di costumi minimalisti, Matsushita trasforma l’ambientazione in una riflessione sul decadimento dell’eleganza.
Il costume oversize di colore grigio nasconde il corpo della performer, mentre un berretto con visiera ombreggia il viso, suggerendo una sensazione di anonimato e mistero. Eppure, dettagli dorati sulle unghie, sulle mani, sulle caviglie e sotto il berretto rimandano alla cultura gitana e alla danza popolare che ha dato origine al “Bolero”, celebrando le radici etniche e il tributo alla terra, simbolicamente legato all’oro estratto dal sottosuolo.
La performance inizia con movimenti lenti, misurati, quasi sospesi, ma presto si evolve in un boato di energia geometrica. Matsushita unisce in modo affascinante la semplicità della danza di strada con l’eleganza della musica da concerto, creando un incontro tra due mondi apparentemente distanti: la vitalità delle danze popolari e la raffinatezza della danza aristocratica. In questo processo, le gambe e le braccia si distendono in movimenti precisi, ma al contempo vitali, che sfiorano l’ispirazione della danza folk e al contempo la solennità di un rito nobile.
Nel crescendo, la coreografia diventa sempre più intensa, mentre il corpo della danzatrice esprime un’emotività che attraversa il gesto e arriva a coinvolgere direttamente il pubblico. Una spettatrice, sollecitata dal ritmo e dalla forza della performance, si alza e si unisce al movimento, trasformando lo spettacolo in un atto di co-creazione che subisce l’influenza della comunità stessa. I passi diventano percussioni, le mani si intrecciano con l’aria e le grida dell’interprete amplificano la musicalità di Ravel, aggiungendo una dimensione ritmica quasi tribale. Il suono del corpo che batte sul pavimento, il tonfo dei passi, e il movimento del corpo si mescolano al “Bolero” creando una nuova composizione visiva e sonora.
“Horizon Koinè” percorre la dialettica tra diversità e unificazione, tema cardine di una riflessione sulla koinè, quel linguaggio comune che emerge dal miscuglio di tradizioni e culture. La coreografia riflette questa dinamica attraverso il corpo, il movimento e la continua trasformazione dei segni. La ripetizione del movimento, un elemento centrale nel “Bolero”, viene qui rielaborata non solo come mezzo di intensificazione del gesto, ma anche come una forma di sintesi in divenire. Ogni elemento, pur radicato in una tradizione specifica, si trasforma continuamente, diventando parte di una nuova narrazione.
Nel contesto di “Horizon Koinè”, il “Bolero” non è solo progressione musicale, ma anche una metafora di un movimento culturale: dalla frammentazione della diversità alla costruzione di una sintesi che, pur mantenendo le sue radici, diventa la base per un futuro condiviso.
L’eros, simbolo di una sensualità esteriore nelle letture del “Bolero” cui siamo abituati, qui si trasforma in un’energia mentale, un’intesa che nasce attraverso lo sguardo e la condivisione dell’intelligenza, piuttosto che dalla pura corporeità. È un contatto che trascende il fisico, ma che rimane comunque intrinsecamente legato all’azione del corpo.
“Horizon Koinè” non è solo rivisitazione, ma un viaggio attraverso le sue possibilità di rielaborazione. Ogni movimento, ogni passo, ogni gesto è un richiamo a come la danza e la musica possano evolversi, mescolarsi e trovare un nuovo linguaggio comune, una nuova sintesi che è al contempo atto di resistenza e di creatività. Matsushita, con questa performance, ci invita a riflettere su come, attraverso l’arte, possano emergere nuove forme di dialogo tra diversità, tra passato e futuro. Nel lavoro, la ripetizione non è mai solo una mera imitazione, ma diventa un atto di trasformazione continua, un’apertura verso un orizzonte di possibilità infinite, proprio come suggerisce il titolo stesso della creazione. “Horizon Koinè” è un tributo alla capacità dell’arte di evolversi e adattarsi, trovando sempre nuovi spazi di significato.
HORIZON KOINÉ / BOLERO
di e con Masako Matsushita
creative producer Stefania Mangano
coproduzione Hangartfest e Ass. Fattoria Vittadini
uno speciale ringraziamento a Paolo Vachino e alla Biblioteca Oliveriana
durata: 25’
applausi del pubblico: 2’ 50”
Visto a Milano, Spazio Fattoria (Fabbrica del Vapore), il 23 novembre 2024