A Primavera dei Teatri le risate liberatorie di Dario De Luca e Gianfranco De Franco
Un cantastorie con il suo musico che sembrano arrivare dal Medioevo o dal futuro, ed una vicenda popolarissima, oscena e grottesca, che mescola registri suscitando risate e riflessioni.
Con “I 4 desideri di Santu Martinu – Favolazzo osceno adatto ad essere recitato dopo i pasti”, in scena nel ricco programma della XXIV edizione del festival Primavera dei Teatri di Castrovillari, Dario De Luca, della compagnia padrone di casa Scena Verticale, prosegue nel solco già tracciato con il bel “Re Pipuzzu fattu a manu”, apprezzato la scorsa edizione del festival, dando corpo al secondo movimento di una personale rielaborazione della fiaba calabrese.
Autore della riscrittura e interprete sulla scena, De Luca gioca agilmente con le parole della tradizione a partire, questa volta, da alcuni fabliaux anonimi medievali, che, al pari delle novelle boccaccesche, raccontano uno spaccato delle vicende degli uomini e delle donne del tempo, spesso dai contorni piccanti, lasciando intuire, oggi come allora, quanto simili fossero gli interessi che li animavano.
Ne viene fuori un testo dalla lingua musicale e ricercata che perfettamente si mescola ai suoni contemporanei eseguiti dal vivo da Gianfranco De Franco, autore delle musiche e delle sonorizzazioni, che dialogano con le vicende narrate a parole contribuendo a creare delle atmosfere ora più graffianti ora più raccolte.
“I 4 desideri di Santu Martinu” parte da uno spunto – quello dei desideri concessi per volontà soprannaturale e sprecati per stupidità o cattiveria umana – presente in tutte le letterature, e lo porta in scena attraverso la scanzonata vicenda di un pecoraio e dell’esigente moglie.
Il marito torna a casa dopo un lungo viaggio di lavoro e la moglie, per farlo contento, gli prepara ogni ben di Dio, sperando poi di trascorrere una serata focosa, ma l’uomo, dopo aver saziato lo stomaco, cade addormentato lasciando insoddisfatta la donna, a cui resta solo il sogno per soddisfare i propri desideri. Propizio quindi l’incontro con Santu Martinu, che concederà alla coppia di veder realizzati ben quattro desideri. Terre, ricchezze, ori? Nulla di tutto ciò: in un crescendo di malizia, risate e allusioni sessuali, la donna chiede che il corpo dell’uomo si cosparga di falli trasformandolo in uno scherzo della natura; l’uomo, invece, che il corpo della moglie si cosparga di vagine in un crescendo di immagini colorite e organi sessuali sciorinati con ironia e malizia attraverso un florilegio di sinonimi.
Terrorizzati per gli effetti delle loro dannose e indecenti richieste non possono fare altro che utilizzare gli altri desideri per sistemare le cose, arrivando alla conclusione che chi troppo vuole, nulla stringe.
Una favola salace e iperbolica che De Luca, in modo preciso e incalzante, inscrive in una scena essenziale nella sua circolarità, come il destino degli ingenui e lascivi protagonisti. Pochi e funzionali gli oggetti di scena, abiti da viandante per De Luca, un’aureola per dare corpo al Santo, illuminata sul finire da alcune candele, come segno di devozione.
Narratore raffinato, divertente e divertito, sempre capace di maneggiare registri differenti, di modulare la voce e colorare di mille sfumature i suoi personaggi, senza mai tracimare in una volgarità fine a sé stessa ma mantenendo sempre l’equilibrio dove l’osceno diventa parte di un fine gioco narrativo, De Luca dona alla storia leggerezza, ritmo per una favola eccentrica dal sapore insieme antico e moderno.
Un racconto dalla veste insieme popolare e colta, che alterna alto e basso, comico e grottesco, fra tabù e grossolane e liberatorie risate. Un mix che seduce. Godibile arriva il messaggio della narrazione che esce arricchita anche dalla potenza linguistica del dialetto, veicolo della parola e suono universale grazie all’abilità affabulatoria del cantastorie sulla scena e alla potenza della musica, che si fa incisiva nei raccordi essenziali della vicenda, per vestire di umanità il voluttuoso e osceno desiderare della coppia.
I 4 desideri di Santu Martinu-Favolazzo osceno adatto ad essere recitato dopo i pasti
Con Dario De Luca e Gianfranco De Franco
Riscrittura originale, spazio scenico, disegno luci e regia di Dario De Luca
Musiche originali e sonorizzazioni elettroacustiche di Gianfranco De Franco
Costumi e oggetti di scena di Mariella Carbone
Allestimento e assistenza alla messinscena di Giovanni Spina
Organizzazione e amministrazione Tiziana Covello
Distribuzione Egilda Orrico
Produzione Scena Verticale
Con il supporto di MatrioskaOFF | Spazio MAI – Movement Art Is (residenza artistica cura_umbria)
durata 55’
applausi del pubblico: 3’
Visto a Castrovillari, Capannone Autostazione, 31 maggio 2024
Festival Primavera dei Teatri