I Creditori di Strindberg. O della manipolazione nei rapporti umani

I creditori (ph: Federico Pitto)
I creditori (ph: Federico Pitto)

L’adattamento di Veronica Cruciani punta sul conflitto maschile/femminile e sui rapporti di potere

Sono “Creditori” sui generis quelli che danno il titolo allo spettacolo scritto da Strindberg a fine Ottocento, ma particolarmente attuale nei contenuti e nella forma grazie anche a una nuova traduzione a cura di Maria Valeria D’Avino e Katia De Marco.

La scena di Anna Varaldo ci mostra, a sipario aperto, la dualità ambigua che contraddistingue il tutto. Un interno che è anche, e allo stesso tempo, esterno. Da un lato una parete con finestra rimanda ad un ambiente borghese qualunque, dall’altro la sabbia lambisce i contorni di una metaforica spiaggia al mare, dalla quale emerge il busto incompleto di una scultura.

Due sono i Creditori. Adolf, insicuro e giovane artista, e Gustav, il suo opposto, un uomo maturo e in apparenza solido. Mentre il primo aggiunge metaforicamente sabbia alla sua opera, omaggio inevitabile alla donna che ama, l’altro, come il mare che si ascolta in sottofondo, ne sottrae a poco a poco la materia e, con essa, tutte le certezze.

Ma perché farlo? E perché fidarsi? Sono le domande che ronzano in testa a chi osserva questa nuova produzione del Teatro Nazionale di Genova e del Metastasio di Prato, fino a che, finalmente, arriverà Tekla a risolvere ogni dubbio ma anche a complicare notevolmente le cose.

Scopriamo così che Gustav è il marito precedente, abbandonato, ferito e desideroso di una facile vendetta, che pensa di poter concretizzare entrando – con astuzia ma a gamba tesa – nelle fragilità di Adolf, instillando in lui dei dubbi che potrebbero portare alla distruzione di quella nuova relazione.
Lo spazio scenico diventa quindi mentale, e gli spettatori sembrano spiare dalla serratura un’intimità sempre più compromessa. E’ qui che interviene Veronica Cruciani, autrice e regista di un coerente adattamento drammaturgico.

Il dramma borghese, all’improvviso, diventa altro da sé. La certezza di una quarta parete che “ci protegge” nel primo confronto tra i due uomini, viene frantumata dall’ingresso della donna, che entra dalla platea trascinando in scena anche gli spettatori. Da quel momento non c’è più chi guarda dal buio della sala e chi agisce in luce sul palco, ma si compone, quasi inconsapevolmente, un unico ambiente, rarefatto nei contorni fisici ma ben definito in quelli psicologici.
Gli interpreti (Viola Graziosi, Rosario Lisma e Graziano Piazza) non esitano nello scendere dal palco per dar vita a scambi, anche intensi, in mezzo alla platea. Il testo di Strindberg si carica così di nuova potenza e parla al contemporaneo senza mezzi termini.

Il feeling che si crea tra gli attori è intenso e li parifica nell’emotività con cui riescono a veicolare i rispettivi sentimenti. La sistematica dismissione di tutti quegli elementi tipici e usurati del dramma di fine Ottocento viene “restaurata” dalla regia, che ci restituisce con particolare abilità un mondo e una storia coinvolgente.

I CREDITORI
di August Strindberg
Produzione Teatro Nazionale di Genova, Teatro Metastasio di Prato
Traduzione Maria Valeria D’Avino e Katia De Marco
Adattamento e regia Veronica Cruciani
Interpreti Viola Graziosi, Rosario Lisma e Graziano Piazza
Scene Anna Varaldo
Costumi Erika Carretta
Drammaturgia sonora John Cascone
Movement coach Marta Ciappina
Luci Gianni Staropoli
Assistente alla regia Maria Teresa Berardelli
Assistente volontaria alle scene Irene Soddu

Cast tecnico:
direttrice di scena Desirée Tesoro
macchinista Nathan Copello
fonico Edoardo Ambrosio
elettricista Claudio Amadei
sarta Cristina Bandini

durata: 1h 30′
applausi del pubblico: 2′ 58”

Visto a Genova, Teatro Nazionale, il 23 marzo 2024
Prima nazionale

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