Ifigenia in Aulide. Il miracolo scandaloso di Fausto Russo Alesi

L'Ifiginia di Russo Alesi (ph: Gianfranco Negri)
L'Ifiginia di Russo Alesi (ph: Gianfranco Negri)

Letizia Russo firma la traduzione e l’adattamento insieme al regista

“Ifigenia in Aulide. Un miracolo scandaloso” è l’atto conclusivo del progetto di alta formazione di Bottega XNL “Fare Teatro” 24 coordinato da Fausto Russo Alesi e rivolto a 22 allievi selezionati.
Il consueto spazio deputato ai diversi eventi del Festival di Teatro Antico, cuore dell’area archeologica dell’antica Veleia, viene temporaneamente abbandonato per allestire lo spettacolo in una cornice diversa, sempre appartenente alla città romana ma lievemente decentrato. Un luogo difficilmente definibile, che ha visto la contrapposizione degli stessi archeologi nel riconoscerne l’originaria destinazione. Antica cisterna per la raccolta dell’acqua, teatro o anfiteatro, al pubblico poco importa. Quello che è certo è la straordinaria adattabilità della cornice al contenuto. E’ questa la prima intelligente scelta di Russo Alesi, che si fa conquistare dal fascino del posto e chiede di potervi costruire la sua Aulide. “Qui si sente Artemide” ci sussurra facendoci accomodare in questa particolare sala ovoidale, a cielo aperto, delimitata da altissimi alberi su tutto il perimetro.

Il pubblico viene collocato su tre lati, intorno ad un’ampia pedana centrale lignea, appositamente costruita. Un solo lato viene riservato, come fondale, agli attori. Unico elemento in scena all’inizio, il disegno dei cavi che collegano, a terra, i tantissimi microfoni ambientali, necessari per far arrivare la voce. Si tratta probabilmente dell’allestimento di più forte impatto emotivo mai visto prima all’interno del festival. Si avverte una forte presenza della natura, ma nello stesso tempo una spettrale assenza che stimola il presagio di qualcosa che sta per accadere.

Le oltre due ore di spettacolo hanno il gusto dell’opera più che della prosa. Emanuela Dall’Aglio firma i costumi imprimendo alla rappresentazione uno stile elegante e raffinato, che amplifica le scelte registiche guardando nella stessa direzione. Il rosso non casuale della veste di Clitennestra, le divise anni Venti dei tanti militari, fino al coro delle donne di Calcide, ironico e omogeneo nel presentare un gruppo di giovani educande in gonna plissettata, camicetta e fiocchetto.

La regia di Russo Alesi vive in ogni elemento e poggia saldamente su pochi aspetti, ben orchestrati. Riduttivo definire quest’Ifigenia come spettacolo corale, anche se gli attori restano in scena, nella quasi totalità, per l’intera durata. Alcuni, specialmente i soldati annoiati dall’attesa di un conflitto che tarda a partire, trovano giusta collocazione ai margini, dando vita ad una sorta di installazione statuaria in movimento. Grazie alla vastità dello spazio, ogni gruppo di spettatori ha la possibilità di assistere alla performance nella sua globalità ma, allo stesso tempo, ad un segmento che si svolge in quel particolare “angolo scenico” fisicamente più vicino.

La trama di una delle ultime opere prodotte dal genio di Euripide non viene toccata, compreso il dubbio finale, probabilmente rimaneggiato più volte a causa della prematura morte del poeta.
Con il pretesto delle nozze con Achille, il re di Argo, Agamennone, interpretato con particolare forza da Salvatore Alfano, chiama in Aulide la figlia Ifigenia. La realtà è però ben diversa, ovvero sacrificare la giovane ad Artemide, e consentire finalmente ai greci, bloccati in Aulide, di partire con le navi verso Troia.
Ifigenia, accompagnata dalla madre Clitennestra e dal fratellino Oreste, giunge felice in Aulide all’insaputa di tutto. Il piccolo corteo, che la regia costruisce con i tre interpreti, è un vero e proprio anticipo emotivo dell’atto tragico che sottende l’azione senza dire nulla. I personaggi avanzano lentamente, Oreste siede su una sorta di carretto giocattolo ma la circospezione è tangibile nel rapportarsi con l’imbarazzata accoglienza degli altri e l’evidente agitazione del re.

I tentativi di Agamennone di allontanare la consorte vanno a vuoto, e contribuiscono ad alimentarne i sospetti fino a scoprire la verità. I dialoghi, pur enfatici, acquisiscono una certa contemporaneità nell’enunciato.
Le scene che si susseguono sono in perenne e multidirezionale movimento, che crea un senso di circolarità funzionale alla visibilità della platea collocata tutt’intorno. Il richiamo è a un branco di lupi che si muove attento attorno alla preda, una sorta di danza dai ritmi discontinui.
Ifigenia, venuta a sua volta a conoscenza del piano, non si dispera nemmeno dopo l’inutile richiesta di aiuto ad Achille operata dalla madre e l’insistenza delle truppe che vogliono la guerra ad ogni costo. Mossa da improvviso impeto patriottico, la ragazza sceglie volontariamente il proprio sacrificio attraverso un impetuoso monologo, molto movimentato, nel quale prende l’assurda coscienza che dalla sua esistenza dipende il futuro della Grecia.

Il finale non è un segreto, il corpo della giovane svanisce proprio mentre le sta per essere inflitto il colpo decisivo. Al suo posto compare una cerva, simbolo dell’intervento benevolo di Artemide. Russo Alesi opta per una messinscena indiretta dell’episodio. L’evento viene così raccontato dai testimoni, coralmente, ad una scettica quanto sconvolta Clitennestra, in un clima straniante e tutt’altro che rasserenato, particolarmente toccante.

Ifigenia in Aulide. Un miracolo scandaloso
traduzione di Letizia Russo
adattamento di Letizia Russo e Fausto Russo Alesi
regia e progetto scenico Fausto Russo Alesi
costumi Emanuela Dall’Aglio
disegno luci Max Mugnai
assistente alla regia Davide Gasparro
consulenza movimenti del coro Alessio Maria Romano
musiche Fausto Russo Alesi con il contributo di composizione degli interventi originali di Giovanni Vitaletti e la consulenza di Roberta Faiolo
sound designer Corrado Cristina
con (in ordine alfabetico) Giulia Acquasana, Salvatore Alfano, Chiara Alonzo, Giuseppe Benvegna, Simone Di Meglio, Jacopo Dragonetti, Marita Fossat, Sara Fulgoni, Elisa Grilli, Alessio Iwasa, Pietro Lancello, Carlotta Mangione, Ilaria Martinelli, Michele Marullo, Irene Mori, Elena Orsini Baroni, Giovanni Raso, Giorgio Ronco, Arianna Serrao, Chiara Terigi, Riccardo Francesco Vicardi, Mattia Zavarise e con il piccolo Marcello Russo Alesi
service tecnico Acid Studio
aiuto costumiste Arianna Meroni e Anna Gaiti
spettacolo realizzato nell’ambito del progetto speciale Bottega XNL–Fare Teatro
ideato e diretto da Paola Pedrazzini
produzione Fondazione di Piacenza e Vigevano e Festival di Teatro Antico di Veleia
Si ringrazia Angelo Alpegiani per i suoi giocattoli d’epoca
Un ringraziamento speciale al presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi e a Luciano Canfora

durata: 2h 25′

Visto al Festival di Teatro Antico di Veleia il 22 giugno 2024
Prima nazionale

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