Il concerto squinternato e surreale della Turakia Orke’stars

Turak - Sur les traces du Itfo|Turak - Sur les traces du Itfo
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Turak - Sur les traces du Itfo
Turak – Sur les traces du Itfo (photo: © Romain Etienne / item)
Benvenuti in Turakia, paese immaginario dove tutto è possibile, situato poco più a nord della spalla destra e nato dall’immaginazione di Michel Laubu e della compagnia Turak di Lione.

In seguito ad una crisi economica, l’intero paese della Turakia settentrionale è caduto in depressione e anche la sua principale orchestra, l’ITFO (acronimo del complicatissimo Import’nawouak Turakian Folklorik Orke’stars) è costretta ad affrontare un forzato ridimensionamento.
I suoi musicisti, pupazzi animati a vista dai quattro bravissimi marionettisti della compagnia (lo stesso Laubu insieme a Marie-Pierre Pirson, Caroline Cybula ed Emili Hufnagel), si ritrovano quindi a popolare un palco “occupato”, in cui uno spirito rivoluzionario non meglio identificato aleggia nell’aria.

Lo spettacolo è stato presentato a Parigi dal CDN Gerard Philipe di SaintDenis in collaborazione con Le Mouffetard, Théâtre des arts de la Marionnette.

Su una affollatissima scena, piena di scale, cartoni, cartelli di protesta e strumenti musicali impolverati, assistiamo per circa un’ora ad uno spettacolo visivo e musicale che mette in scena le vicende di questi sfortunati pupazzi/musicisti costretti ad abbandonare il teatro e l’orchestra nella quale hanno sempre lavorato a causa “di false ottime ragioni economiche”.
Ecco allora che i protagonisti senza nome di questa storia entrano in scena e interagiscono tra di loro cercando disperatamente di suonare una melodia interrotta di continuo da una serie di comici imprevisti.

Nonostante la forza visiva dei pupazzi, l’affascinante “non-scenografia” e la musica dal vivo, la storia appare però un po’ troppo debole sotto il profilo drammaturgico; lo spettacolo (indicato per famiglie con bambini dagli 8 anni) risulta godibile quindi soprattutto per la bellezza dei personaggi animati a vista dagli abilissimi attori e per le complicate e originali costruzioni musicali svelate durante lo spettacolo.

Lo scorrere del tempo, scandito da alcune “comunicazioni di servizio” da parte di un’immaginaria direzione teatrale, diventa un’escalation di avvisi sempre più surreali, che costringono i musicisti a privarsi della loro identità fino ad arrivare al folle e comico annuncio finale, che chiede ai lavoratori di andarsene dal teatro restituendo alla direzione strumenti e mani utilizzate per suonarli.

Il paradosso prende forma sul palco in una scena in cui pupazzi e animatori si separano gli uni dagli altri in un momento di grande intensità: le mani e le gambe degli attori, fino ad allora utilizzate per dare “vita e corpo” ai pupazzi, si staccano dai personaggi lasciandoli molli e privi di estremità e soprattutto senza più possibilità di muoversi ed interagire tra di loro.

Ecco allora che nel paese di Turakia, dove tutto è possibile, la musica rinasce dagli strumenti messi in moto da vecchi ingranaggi di biciclette o da giradischi ‘home made’ in cui ferri, nastri di trasmissione e catene sostituiscono dita e fiato. Questi strumenti meccanici, azionati uno dopo l’altro dagli attori/servi di scena, danno vita ad un quadro musicale che lascia il pubblico a bocca aperta, stupito dalla complessa meccanica di questi strumenti.

E i musicisti della Turakia? Il loro corpo inanimato rivive grazie agli attori in carne ed ossa, pronti a restituire dignità a questi vecchi musicisti prestando loro piedi e mani per muoversi e ballare.

Nonostante la debolezza della struttura narrativa, la forza dello spettacolo risiede nelle invenzioni originali e imprevedibili, che stupiscono lo spettatore spezzando il ritmo, a volte troppo lento, della messa in scena.

La Turakia prende così forma tra macchine musicali e pupazzi con piedi al posto delle mani, che tornano a popolare un palcoscenico trasformato in una strana foresta musicale fatta di leggii, spartiti abbandonati e macchine sonore.

Turak - Sur les traces du Itfo
Turak – Sur les traces du Itfo (photo: © Romain Etienne / item)
Sur les traces du ITFO* (*Import’nawouak Turakian Folklorik Orke’stars)
autore, registra e scenografo: Michel Laubu
con la complicità di: Emili Hufnagel
musica: Laurent Vichard Chitarra registrata Rodolphe Burger
interpreti: Michel Laubu, Marie-Pierre Pirson, Caroline Cybula, Emili Hufnagel
musicisti dal vivo: Laurent Vichard, Frédéric Roudet
luci: Timothy Marozzi
suono: Hélène Kieffer
costruzione scene e personaggi: Charly Frénéa, Géraldine Bonneton, Joseph Paillard, Emmeline Beaussier
trombone registrato: Loïc Bachevillier
produzione: Cécile Lutz
sguardo esteriore: Olivia Burton, Philippe Cancel, Vincent Roca
età consigliata: dagli 8 anni

durata: 60′
applausi del pubblico: 2′ 30”

Visto a Saint-Denis (Parigi), Théâtre Gerard Philipe, il 28 marzo 2014

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