Teatro Carignano di Torino. La storia e il restauro

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Piazza Carignano
Piazza Carignano

Il Teatro Carignano di Torino, il più importante teatro storico della città, sta per chiudere in vista di un’opera di restauro globale che durerà approssimativamente due anni. L’intervento servirà a migliorare il livello di servizio per gli utenti, restituendo al teatro le sue caratteristiche originarie.

Domenica 25 marzo, alle 15.30, si svolgerà l’ultima rappresentazione: il “Macbeth” di William Shakespeare con la regia di Valter Malosti. Alla fine dello spettacolo sarà proiettato un video, realizzato dal Teatro Stabile di Torino, che ripercorrerà le fasi più salienti della storia del teatro e presenterà le linee guida del futuro progetto di restauro.
Ma ci sarà un’ultima occasione per vedere il teatro settecentesco prima dei lavori. Sabato 31 marzo e domenica 1° aprile si svolgeranno due giornate alla scoperta di uno tra i più celebri teatri torinesi. “Week-end a porte aperte”, quindi, dalle 9 alle 18: una rara occasione per vedere spazi normalmente non accessibili al pubblico, ma anche per comprendere, guidati da esperti, i contenuti del progetto di restauro (la nuova macchina teatrale, gli adeguamenti tecnologici, il recupero degli spazi originari, il restauro delle decorazioni).
Le visite saranno gratuite, dureranno circa 45 minuti e partiranno ogni 15 minuti. Per partecipare è necessario iscriversi sul sito www.teatrostabiletorino.it oppure telefonare al numero 011/5169402 (dal lunedì al venerdì h. 10-13/14.30-17).

Teatro Carignano
Teatro Carignano

La Storia
Unico esempio rimasto di struttura teatrale settecentesca in città, l’edificio venne acquistato dal principe Emanuele Filiberto di Savoia-Carignano ed inaugurato nel 1711.
Il teatro dei Principi di Carignano nacque come un teatrino “di famiglia”. Realizzato in legno per favorire l’acustica e dotato di retro-palchi per svestire gli abiti da viaggio impolverati e vestire quelli di rappresentanza, era aperto ogni sera al principe e ai suoi familiari.
All’inizio del Seicento l’architetto e urbanista Ascanio Vittozzi cominciò a dare un volto alla zona detta del “Trincotto”, compresa tra la Contrada dell’Anello d’oro (oggi via Viotti) e i bastioni che da Palazzo Madama si protendevano a sud, verso la Porta Nuova. C’erano, in questa zona, osterie e luoghi di svago fra cui, appunto, il “Trincotto Rosso”: la parola “trincotto” italianizzava il piemontese “trincòt”, che indicava un luogo rettangolare, provvisto di gradinate sui lati, nel quale si svolgeva il gioco della pallacorda e si tenevano spettacoli di “cerlettani”, saltimbanchi, equilibristi…

La realizzazione del teatro originario avvenne tra gli ultimi anni del Seicento e i primi del Settecento a cura di Luigi Amedeo, figlio di Emanuele Filiberto, per ospitare spettacoli minori come il “ballo di corda” o il “ballo di spada”. Proprio per questo motivo all’origine era chiamato il “Trincotto rosso”. Solo dopo il passaggio alla Società dei Cavalieri, nel 1727, iniziarono spettacoli di maggior lustro: prosa, canto e balletti.
Nel maggio del 1752 venne posata la prima pietra di un nuovo teatro, disegnato da Benedetto Alfieri con 84 logge e tre ranghi di panche in platea, lumi a candela e stucchi lumeggiati d’oro. Il soffitto fu dipinto da Gaetano Perego e Mattia Franceschini, e il sipario da Bernardino Galliari. Il teatro fu inaugurato per la Pasqua del 1753 con la Calamita dei cuori di Carlo Goldoni, musicata da Baldassarre Galluppi.
L’incendio del 16 febbraio 1786 distrusse l’edificio, imponendo una nuova costruzione, che si realizzò in breve tempo su progetto di Giovanni Battista Feroggio: quattro ordini di palchi, di cui venti al primo ordine, ventuno al secondo, ventidue al terzo e quarto ordine. La divisione delle logge era data da cariatidi in cartapesta sovrastate da un capitello jonico, dal colore prevalentemente giallo e grigio. Riprendendo i disegni di Benedetto Alfieri, Feroggio modificò l’edificio dotandolo all’esterno di un ampio porticato, caratteristico dei teatri settecenteschi, e di tredici finestre al piano nobile. La nuova sala fu disegnata a ferro di cavallo, le decorazioni vennero affidate ai fratelli Pozzo, mentre il soffitto e il sipario furono dipinti ancora una volta dall’ormai ottantenne Bernardino Galliari. Nel 1845 il pittore Francesco Gonin realizzò la decorazione del soffitto della platea, dipingendovi un Trionfo di Bacco.
Il più antico teatro torinese ancora esistente è anche uno dei più illustri in Italia per gli eventi artistici e culturali che ha accolto. Nel 1751 ospitò a lungo la compagnia di Carlo Goldoni, che scrisse per il pubblico torinese la commedia Molière.
Al Carignano, ricostruito dopo poco da Benedetto Alfieri, nacque anche la vocazione teatrale del nipote Vittorio, che qui esordì e trionfò con le sue tragedie.
Dopo la “bufera napoleonica”, dal 1821 al 1855 fu sede della Compagnia Reale Sarda, ricalcata sulla Comédie Française e illustre antenata del Teatro Stabile di Torino. Sotto Carlo Felice e Carlo Alberto, la Reale Sarda portò al successo opere di Alberto Nota, Angelo Brofferio, Silvio Pellico, oltre a consacrare le più grandi attrici dell’Ottocento: da Carlotta Marchionni ad Adelaide Ristori.
Nel 1884 il teatro tenne a battesimo il primo grande successo di Eleonora Duse, interprete della Cavalleria rusticana di Giovanni Verga. Nel 1886 vi debuttò il giovane Arturo Toscanini, mentre nel 1888 il Carignano fu testimone dell’entusiasmo di Friedrich Nietzsche per la Carmen.
Nel corso del Novecento il teatro ospitò storiche “prime”, come Il piacere dell’onestà di Luigi Pirandello, e tutti i maggiori protagonisti della scena del secolo, oltre a personalità come Jean Cocteau, Albert Camus e, più recentemente, il premio Nobel Harold Pinter.
Nel 1977 la Città di Torino, proprietaria dell’edificio fin dall’Unità d’Italia, lo affida ufficialmente al Teatro Stabile di Torino, che ne ha fatto una delle sue sedi permanenti.

teatro carignanoIl Progetto di restauro
Un intervento importante e molteplice, quello a cui verrà sottoposto il teatro nei prossimi due anni.
Il progetto, firmato dagli architetti Paolo Marconi, Giancarlo Battista, Gabriella De Monte, Loredana Dionigio e dagli ingegneri Marco Bertagnoli e Giancarlo Gonnet, è frutto di tre anni di indagini, analisi storiche, valutazioni e confronti con gli enti di tutela.
Il Carignano, dopo numerosi restauri e trasformazioni, ha ora bisogno di un intervento che, a lavori ultimati, possa offrire servizi rinnovati ed ampliati al pubblico, restituendo allo stesso tempo l’edificio ai suoi lineamenti originali.
Il teatro si affaccia su due cortili di dimensioni ristrette, chiuso tra edifici residenziali che non consentono ampliamenti e rendono difficile l’accesso ai mezzi per il trasporto delle scene. Il teatro potrà quindi svilupparsi ulteriormente solo rivalutando gli spazi dell’interrato e della copertura, e razionalizzando le relazioni verticali per integrare e disimpegnare tra loro spazi e funzioni. Questa l’idea di base maturata del team di esperti, che così vede il futuro ‘tecnico’ dello storico edificio.
Recupero dell’organismo originario
Verrà riaperto il portico d’ingresso, valorizzando gli elementi architettonici settecenteschi, come il portale a serliana con colonne binate. Il portico ospiterà l’ingresso e la biglietteria, mentre un nuovo foyer e i relativi servizi saranno ricavati negli spazi interrati, realizzati nel 1886 per ospitare una birreria. Verrà inoltre proposta la “Scala della Principessa”, una scala frontale simmetrica alla “Scala del Principe”, per risolvere un problema distributivo che ha attraversato tutte le trasformazioni del teatro: ancora oggi, infatti, la distribuzione verticale avviene attraverso gli scaloni laterali progettati da Bonicelli nel 1936, che garantiscono l’accessibilità ai palchi ed al loggione.
Riorganizzazione del sistema distributivo e potenziamento dei servizi
Gli spazi a disposizione del pubblico verranno ampliati e riorganizzati per rendere più agibili e fluidi i percorsi, ricavando locali accessori che potranno essere utilizzati dalla Città anche per eventi diversi dalle rappresentazioni teatrali. La trasformazione principale riguarderà la rimozione delle scale metalliche di sicurezza nei cortili e la sostituzione dei corpi scala del Bonicelli con due nuovi volumi simmetrici che ospiteranno scale, ascensori, servizi igienici e cavedii tecnici. Il teatro sarà inoltre dotato di un impianto di climatizzazione che ne permetterà l’utilizzo anche durante il periodo estivo.
Riorganizzazione della torre scenica
Il recupero degli spazi interrati e lo sfruttamento razionale dei locali del sottopalco consentiranno di raggruppare tutti i locali destinati agli attori e ai tecnici, riservando loro un ingresso indipendente da via Roma, e destinando così i locali del primo piano agli uffici amministrativi. Un nuovo ascensore esterno collegherà tutti gli spazi riservati alla scena. La torre scenica verrà quindi liberata da tutti i locali accessori, in modo da dotare il palcoscenico di spazi oggi pressoché inesistenti; la graticcia verrà portata più in alto e dotata di argani per la movimentazione meccanica delle scene, potenziando i ballatoi tecnici. Per facilitare l’ingresso dal retro di grandi scene verrà predisposta una piattaforma elevatrice nel cortile. Infine, verrà realizzato un golfo mistico capace di assumere conformazioni diverse, in modo da poter alternativamente ospitare l’orchestra, utilizzare tutta la platea o prolungare il proscenio.
Restauro degli elementi decorativi
La progettazione del restauro delle superfici decorate si è basata sulla conoscenza delle vicende storiche dell’opera, legate quindi alle trasformazioni che ha subito nel tempo.
Le indagini eseguite sulla facciata esterna del teatro hanno consentito di individuare i materiali costitutivi e le coloriture originali (ocra chiaro, con lievi differenze tra i fondi e le diverse partiture architettoniche, come le cornici delle finestre, i timpani ed i pilastri), allo scopo di reintegrarle.
Le operazioni di restauro delle superfici decorate interne andranno a recuperare l’aspetto ottocentesco del teatro, ora coperto da numerosi strati successivi.
Interventi di miglioramento acustico
In passato il teatro Carignano era un’eccellente cassa di risonanza, grazie alle strutture lignee che lo costituivano. Nel corso del Novecento, tuttavia, la realizzazione di elementi in cemento armato a sostegno dei palchi ha reso il teatro virtualmente incombustibile, ma al tempo stesso incapace di vibrare. A questo si aggiunge il problema delle attuali tappezzerie in velluto, che restituiscono un suono adatto alla voce ma non ad eventi musicali.
Gli interventi previsti andranno a migliorare questa situazione: la vocazione principale del teatro continuerà ad essere la prosa, ma saprà adattarsi anche alla musica.

Prima fase di intervento (aggiornato a giugno 2007)
Aggiudicati ad un’associazione di imprese guidate dalla piemontese Zoppoli & Pulcher Spa, i lavori di restauro del Teatro Carignano dureranno probabilmente meno del previsto. Il 28 maggio è iniziato il montaggio della recinzione su piazza Carignano; subito dopo partiranno i primi lavori nei cortili laterali e verrà rimossa la bussola d’ingresso in legno costruita negli anni ’30.
Come annunciato in occasione dell’ultimo saluto del Teatro Carignano ai cittadini durante il “weekend a porte aperte” del 31 marzo e 1° aprile scorsi, che ha visto la partecipazione di oltre duemila persone, prendono il via a fine maggio i lavori di restauro.
La tabella di marcia è stata finora rispettata: il 19 aprile il CdA della Fondazione del Teatro Stabile di Torino ha approvato gli atti di gara, il 23 aprile è stato firmato il contratto con l’impresa aggiudicataria e il 9 maggio c’è stata la consegna dei lavori.
Motivo principale dell’aggiudicazione, unitamente al ribasso sulla base d’asta del 18,35%, è stata la proposta di riduzione consistente dei tempi: dai 18 mesi previsti dal bando a 15. La fine dei lavori da parte delle imprese è quindi prevista per il luglio del prossimo anno. Seguiranno le fasi di collaudo e completamento. Nell’intervento di restauro la Zoppoli & Pulcher opererà in associazione temporanea di imprese con la Idro.erre, specializzata in impianti, e la Nicola Restauri, che si occuperà dei restauri.
Dal 28 maggio è quindi iniziata, su piazza Carignano, la posa della recinzione di cantiere, che ingloberà il monumento a Vincenzo Gioberti. Nelle prossime settimane la recinzione sarà rivestita con pannellature che racconteranno per immagini e testi – in italiano e in inglese – la storia del più importante teatro storico torinese dalle origini ad oggi, il progetto di restauro e l’organizzazione del cantiere.
Le prime lavorazioni riguarderanno l’eliminazione di alcune superfetazioni aggiunte negli anni ‘30:
a partire dal 30 maggio la rimozione della bussola lignea d’ingresso, che a lavori finiti sarà rimontata nel nuovo foyer ricavato al piano interrato, nella Sala delle Colonne nata a fine ‘800 come birreria, a partire dal 1° giugno la demolizione delle scale nei due cortili su via Principe Amedeo e via Cesare Battisti, che saranno successivamente ricostruite in relazione alle nuove esigenze funzionali e secondo un progetto che richiama gli stilemi architettonici di Palazzo Carignano.

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