Il teatro che fa bene. Stalker Teatro fra cultura e benessere

Dies. Giorni contati|L'inizio del cenacolo Cultura e Benessere
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L'inizio del cenacolo Cultura e Benessere
Il Focus Cultura e Benessere in partenza (photo: Stalker Teatro)
In occasione del #5 Focus Cultura e Benessere in programma alle Officine Caos di Torino, il Comitato Emergenza Cultura Piemonte ha condiviso con il pubblico e con la politica locale una nuova riflessione, si potrebbe dire di fondamentale importanza, sul rapporto tra cultura e benessere e sulle loro possibili interazioni.

Partendo dalla presentazione del libro di Norma De Piccoli, “Salute e qualità della vita nella società del benessere. Prospettive interdisciplinari”, il Comitato Emergenza Cultura ha sottolineato come il settore culturale e quello della sanità, due ambiti che hanno molti punti in comune, siano di fatto separati da un muro ideologico che mette la cultura da un lato (considerata da molti solo come l’ambito del tempo libero, del turismo e delle passioni personali), e le esigenze sanitarie e di benessere della popolazione dall’altra.

La stessa Norma De Piccoli, psicologa sociale e di comunità, afferma invece che “produrre occasioni in cui le persone si incontrano produce benessere” mentre “di solitudine ci si ammala”.
A sostegno di queste tesi è intervenuto anche il Comitato Emergenza Cultura affermando coma “la cultura, come l’ambiente, ha molto a che fare con la salute della popolazione”. E allora come si spiega il fatto che, dal 2010 ad oggi, il budget regionale destinato alla cultura sia passato dall’1,20% allo 0,40% degli ultimi due anni?

Per far fronte a questa “strage” dei sostegni culturali Gabriele Boccacini, portavoce del comitato nonché anima di Stalker Teatro, propone una nuova lettura dell’efficacia dell’intervento culturale. Al posto del PIL, un parametro che interpreta il benessere in termini di spesa e di consumo, si potrebbe considerare il BES – Benessere Equo e Sostenibile che, oltre agli aspetti economici, tiene anche conto di parametri come lo stato psicofisico delle persone, il lavoro, il patrimonio culturale, la ricerca e l’innovazione, e ovviamente la salute.
Partendo dalla considerazione che, per sua natura, il settore culturale è il più permeabile alla collaborazione con tutti gli altri settori della società, perché non incoraggiare le istituzioni al coordinamento di un piano istituzionale di diffusione della cultura sul territorio?

Il comitato emergenza cultura propone di sostituire la logica degli investimenti culturali di questo momento storico, concentrati su pochi soggetti che puntano tutto sulle “grandi iniziative”, con una progettazione condivisa e svolta professionalmente da chi opera sul campo, creando un’offerta culturale eterogenea e diffusa su tutto il territorio.

Cosa ne pensano i rappresentati della politica locale? All’appello del cenacolo organizzato da Stalker Teatro hanno risposto alcuni dei principali schieramenti politici che già in passato hanno dimostrato particolare sensibilità per le politiche culturali. Le loro risposte, con più o meno convinzione, pendono tutte dalla stessa parte: è necessario creare politiche culturali dialoganti, che vadano oltre gli schieramenti politici e che si organizzino in modo orizzontale, facendo sì che la cultura permei diversi settori della società, dalla sanità all’istruzione, senza dimenticare che il “distretto cultura” dovrebbe poter godere della stessa considerazione degli altri distretti produttivi.

A conclusione di questo interessante incontro, Stalker Teatro ha proposto al pubblico la creazione performativa “Dies. Giorni contati”, una ulteriore riflessione sul contrasto tra lavoro e ozio forzato dalla crescente disoccupazione.
Gabriele Boccacini e gli otto performer in scena si sono ispirati ad una rara rappresentazione iconografica del “Cristo della domenica”, una composizione pittorica in cui il corpo di Gesù è circondato da numerosi attrezzi di lavoro che lo feriscono perché utilizzati proprio duranti i giorni di festa, in cui non bisognerebbe lavorare.

Dies. Giorni contati
Dies. Giorni contati (photo: Giorgio Sottile)
Nel tempo lavorativo contemporaneo, in cui l’occupazione fluida (ma precaria) ha fatto sì che non si distinguano più giorni feriali e festivi e in cui la perdita di un’occupazione spesso si accompagna anche alla perdita di un’identità nella società di appartenenza, come vengono vissute le giornate dedicate al tempo libero? Come si scontrano la creatività e l’apatia che nasce da giornate sempre uguali? Esiste davvero un tempo libero quando non si lavora?

Le riflessioni di partenza di questo lavoro, interessanti e particolarmente utili in questo periodo storico, si ritrovano sul palcoscenico tradotte in un quadro visivo composto da musica, danza e teatro. Nel susseguirsi delle scene e nella stratificazione del quadro però non sempre è facile ritrovare chiaramente tutti i concetti e gli spunti proposti.
L’impatto visivo ed estetico sono molto efficaci e conquistano l’occhio dello spettatore, ma il ritmo del lavoro è un po’ troppo rallentato, indebolendo l’impianto generale della performance.

Accompagnati in scena da due narratrici, quasi due voci della coscienza collettiva, i sei perfomer (tre uomini e altrettante donne) si muovono sul palco vuoto sostenuti solo da alcuni elementi scenografici fortemente simbolici, come delle croci quadrate di legno e una lunga rete da pesca.
Molta parte della drammaturgia è lasciata al corpo dei performer e all’interessante ricerca sonora dal vivo curata da Riccardo Ruggeri. Le immagini visive create dai corpi dei performer e da un raffinato uso delle luci costruiscono una messa in scena efficace e coinvolgente, anche se a tratti un po’ troppo astratta.

Dies. Giorni contati
progetto e regia: Gabriele Boccacini
performer: Adriana Rinaldi, Raffaella Marsella, Stefano Bosco, Gigi Piana, Dario Prazzoli
e con: Maura Dessì, Erika Di Crescenzo, Ivana Messina
musiche originali elaborate dal vivo: Riccardo Ruggeri
luci e suono: Monica Oliveri
produzione: Stalker Teatro
si ringrazia per la collaborazione Natalia Casorati/Mosaico Danza e Doriana Crema

durata: 1h
applausi del pubblico: 2′ 30”
 

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