Il 28 gennaio 1950 Pier Paolo Pasolini lasciava Casarsa e il suo Friuli assieme alla madre Susanna. Meta del viaggio, Roma. Era un uomo provato da un processo che lo aveva espropriato del suo lavoro, che lo aveva portato ad essere espulso dalla locale sezione del Partito Comunista e che lo aveva diviso definitivamente da un padre alcolizzato e collerico.
Quel viaggio cambiò radicalmente la sua vita, proiettandolo in una città sconosciuta che ben presto sarebbe diventata la ‘sua’ città.
E quel viaggio è diventato l’ispirazione di un progetto di spettacolo, anzi di un’esperienza molto speciale, “Il Treno”, che ha coinvolto attori e spettatori di un’intera comunità, che il CSS di Udine ha affidato a Rita Maffei in forma di site-specific.
Nei meandri del Palamostre di Udine, in uno spazio scenico reinventato da Luigina Tusini, 48 spettatori seduti in sei spazi, come lo scompartimento di un vero treno, davanti a un finestrino con immagini in movimento, rivivono quel viaggio attraverso quasi cinque ore di percorso: lo stesso tempo che oggi intercorre tra la partenza a Casarsa e l’arrivo a Roma.
Diviso a blocchi, per un totale di 12 episodi, abbiamo avuto il privilegio di assistervi per la sua interezza in una specie di maratona che ci ha accompagnato tutta d’un fiato con l’immaginazione dal Friuli al Lazio.
Su questo treno molto speciale passano davanti agli occhi le immagini di un’Italia assai diversa da quella vista da Susanna e Pier Paolo 65 anni prima, un’Italia oggi omologata e disumanizzata, come del resto lui aveva preconizzato. Insieme a loro ne vengono sovrapposte altre in cui il pensiero del grande intellettuale è reso palese e ancora oggi significante. Interviste, sequenze dei suoi film, confessioni pubbliche, interventi “corsari”. Perché il pensiero di Pasolini ancora ci interroga, ponendo problematiche ineludibili a tutte le generazioni.
Ma c’è di più. La biografia di Pasolini si mescola non solo con quella dei cinque attori coinvolti, che narrano in prima persona le loro scelte individuali, ma con quella di altre centinaia di spettatori di Teatro Contatto che hanno contribuito alla drammaturgia dello spettacolo, rispondendo a cinque ‘semplici’ domande: dove va il tuo treno? Perché vuoi partire? Perché non sei partito? Da cosa fuggi? Cosa cerchi?
Sono anche le risposte a queste domande a venirci restituite con grande riverbero di suggestioni, proponendoci in modo originale e contemporanea tutta l’eredità viva del poeta.
Le risposte di ognuno, i dubbi, le certezze vengono proposte in una specie di diario esistenziale che entra direttamente nello sguardo più intimo dello spettatore.
Ad accompagnarci in questo viaggio della memoria, attraverso poesie, lettere, memoriali e interviste, sono interpreti di età ed esperienze diverse: Gabriele Benedetti, Emanuele Carucci Viterbi, Paolo Fagiolo e due neodiplomati della Civica Accademia d’arte drammatica “Nico Pepe”, Irene Canali e Giuseppe Attanasio.
“Il Treno”, dunque, più che uno spettacolo risulta essere un’esperienza unica che, tra passato, presente e futuro, ci pone, attraverso Pasolini, davanti non solo alla storia del nostro Paese, ma anche alle scelte personali che ognuno di noi nel corso della vita è costretto a fare, anche suo malgrado. Un teatro vivo, palpitante e necessario nella sua evidente utopia.
Il treno
spettacolo teatrale a episodi
ideazione e regia Rita Maffei
interpreti: Gabriele Benedetti, Emanuele Carucci Viterbi, Paolo Fagiolo
e con Irene Canali e Giuseppe Attanasio
consulenza scientifica Angela Felice
spazio scenico e interventi visivi di Luigina Tusini
suono Renato Rinaldi
violinista (Episodi 2-3-4) Arianna Calabretto
immagini e video a cura di Cinemazero – Riccardo Costantini
riprese Video Tommaso Lessio
editing video e proiezioni Entract
produzione
CSS Teatro stabile di innovazione del FVG
Ringraziamo le centinaia di spettatori di Teatro Contatto che hanno contribuito alla drammaturgia dello spettacolo rispondendo alle nostre 5 domande.
Grazie anche a Maria Adele Palmeri e Daniel Samba
Visto a Udine, Palamostre, il 3 marzo 2016