Interplay 15: oltre i limiti delle estetiche tradizionali

L'atteso spettacolo di Virginie Brunelle in scena il 25 (photo: Marie Philibert Dubois)
L'atteso spettacolo di Virginie Brunelle in scena il 25 (photo: Marie Philibert Dubois)
L’atteso spettacolo di Virginie Brunelle in scena il 25 (photo: Marie Philibert Dubois)

Prende il via domani la 15^ edizione del Festival Interplay, rassegna di danza contemporanea internazionale curata a Torino da Natalia Casorati di Mosaico Danza.

E’ con soddisfazione che anche quest’anno la direzione artistica, nonostante le difficoltà, riesce a confermare l’appuntamento: né sul territorio della regione né nel più ampio contesto nazionale si può infatti parlare di tempi rosei per ciò che riguarda il sostegno alla ricerca artistica e alla diffusione della sperimentazione performativa.

Eppure l’interesse per le pluralità estetiche e l’attenzione ai linguaggi coreografici innovativi, che contraddistinguono gli spettacoli e i percorsi artistici degli ospiti di Interplay, dimostrano come sia importante continuare a credere nell’esperienza performativa in senso dinamico, sostenendo i giovani talenti nelle fasi delicate della produzione.
Natalia Casorati conferma la volontà di voler dedicare particolare attenzione a “quei coreografi che fanno un uso personale e coraggioso del linguaggio coreografico, al limite di estetiche tradizionali, contaminando la loro ricerca con il multimediale, la musica dal vivo e la video arte”.

Contro la mummificazione dell’arte anche Gigi Cristoforetti, direttore artistico di TorinoDanza, con cui Interplay sostiene alcuni danzatori tra i più rinomati nel panorama italiano e non solo, spiega come la danza sia oggi esempio di una possibilità di collaborazione tra strutture che, stimolate dall’interdisciplinarietà dei linguaggi, creano scambi al di là dei limiti di budget.
A proposito di collaborazioni ed engagement culturale, di cui Interplay è sempre sostenitore, rientra anche il progetto di avvicinamento e formazione del nuovo pubblico alla danza contemporanea, a partire dalle scuole superiori: terza edizione, quindi, di Youngest Critics for Dance #YC4D, che Mosaico Danza porta avanti insieme a Winnie & Krapp, editore di Krapp’s Last Post, e che permette durante tutto l’anno scolastico a giovani studenti delle scuole superiori e, novità 2015, anche dell’università di Torino, di avere uno sguardo privilegiato e una successiva riflessione non solo su quanto visto in scena, ma anche un avvicinamento diretto e una condivisione con i protagonisti “dietro le quinte”, ossia con gli artisti dei festival che partecipano al progetto (TorinoDanza, Palcoscenico Danza, I Punti Egri e Interplay), accompagnati da una redazione online che li avvicina ai meccanismi della comunicazione sul web dello spettacolo dal vivo.

Da qui anche l’idea di riunire i ragazzi del progetto – ma aperto anche a tutto il pubblico – il 30 maggio dopo gli spettacoli (quindi in un orario insolito: alle dieci di sera) per un incontro sul “Disorientamento della danza contemporanea”, curato da Alessandro Pontremoli, docente di Discipline dello Spettacolo al Dams di Torino, e Fabio Acca, critico e ricercatore presso il Dams di Bologna.

Entrando nel merito del festival, che debutta domani sera al Teatro Astra, la quindicesima edizione del festival proporrà 13 compagnie italiane e 10 internazionali per sei giornate all’insegna di più appuntamenti con la danza contemporanea.

Fra questi segnaliamo l’apertura, sabato 23 maggio, di Elisabetta Lauro e César Augusto Cuenca Torres con “Zero”, cui seguirà alle 21 la produzione greca di Patricia Apergi, coreografa di punta della scena contemporanea internazionale, sostenuta anche dalla Biennale di Lione, con lo spettacolo per cinque interpreti maschili “Planites”, incentrato sulle dinamiche dell’emarginazione urbana, dell’interscambio culturale tra autoctoni e stranieri e il vagabondare dei corpi.

Il 25 maggio grande attesa per il dissacrante “Complexe des genres”, a cui Interplay dedica la locandina di quest’edizione, della canadese Virginie Brunelle: uno spettacolo sul conflitto maschile/femminile e sulle violenze che talora lo contraddistinguono.
La danza contemporanea ungherese sarà rappresentata il 26 maggio dall’umorismo tagliente dei danzatori ed autori Dányi, Molnár e Vadas, con lo spettacolo pluripremiato “Skin Me”, uno “zigzag tra estremi fisici e motivi”, un gioco sottile sulla pelle, intesa come involucro di recondite emotività.

Il 28 maggio una finestra dedicata alle realtà tedesche più interessanti vedrà presenti la coreografa israeolo-tedesca Zufit Simon con l’assolo “Fleischlos”, premiato come miglior solo della Germania all’euro-scene di Lipsia e Stephan Herwig, affermato coreografo del panorama tedesco che presenta la nuova creazione per cinque interpreti sul binomio violenza e potere.
Il 30 maggio sarà la volta di Olanda e Regno Unito con la prima assoluta della nuova creazione di Arno Schuitemaker, punta di diamante del panorama olandese, e Moreno Solinas con l’esuberante e sfrontato “Tame Game”, spettacolo nominato per il Rudolf Làbàn Award 2011, finalista al Premio Equilibrio 2014 e selezionato alla Vetrina Anticorpi XL 2014.

Per quanto riguarda gli artisti italiani, segnaliamo gli attesi ritorni di Ambra Senatore, Daniele Albanese, Irene Russolillo, Francesco Marilungo, Francesca Foscarini, Annamaria Ajmone e Nicola Galli, Daniele Ninarello, Sara Marasso, Andrea Gallo Rosso e Federica Pozzo.

Le ormai consolidate incursioni di danza urbana si svolgeranno quest’anno ai Murazzi del Po, in collaborazione con il Torino Jazz Festival, il 29 maggio: a contaminare lo spazio cittadino ci saranno Physical Momentum Project, La Intrusa e Lali Ayguadé. Tra gli eventi site specific segnaliamo anche l’ultimo appuntamento della rassegna, il 12 giugno, con quattro performance in tema con la mostra Plastic Days presente al museo Ettore Fico.
A contorno di tutto questo, come nelle altre edizioni, Interplay sarà ‘farcito’ con dj set, residenze coreografiche, aperitivi e un workshop di danza contemporanea con il coreografo spagnolo Francisco Còrdova Azuela, dedicato alla ricerca delle piccole cose e dei dettagli attraverso una sperimentazione del proprio movimento.

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