A Zona K l’esito di un laboratorio d’arte performativa con studenti di scuola superiore, che racconta il diritto di cittadinanza negato
Un istituto professionale della periferia di Milano. La sua palestra. Il cortile dove si può parcheggiare. Una donna ecuadoriana, single, che lavora per un’impresa di pulizie. La figlia Mayra quasi maggiorenne, cresciuta senza padre, con la passione della pallavolo. Mia, sua compagna e miglior amica, stessa passione, famiglia diversa, problemi analoghi: le due si contendono la fascia da capitana della squadra.
Poi c’è Ardian, origini albanesi, bizzarro frequentatore di Mayra; forse un amico, magari qualcosa di più. Il ragazzo è protettivo nei confronti di Mayra. Le dedica divertenti e affettuose canzoni rap composte da lui stesso.
Ci sono poi una professoressa di scienze motorie e un professore di matematica. Incarnano due modelli educativi agli antipodi. La docente punta a teste ben fatte. A una formazione che metta al centro l’alunno come artefice del proprio futuro. Ha assemblato una squadra di pallavolo femminile che sta ottenendo risultati impensabili. E insegnando volley, la prof insegna la vita.
Il professore ha invece una mente squadrata. Punta al raggiungimento degli obiettivi disciplinari di matematica come se fosse l’unica materia che conta. Non riconosce le attitudini degli alunni e trascura le loro aspirazioni. Pertanto ostacola in tutti i modi il laboratorio extrascolastico della collega.
Tre adulti, due ragazze, un ragazzo. Sei figure ben scolpite. Nuove generazioni a teatro. Guinea Pigs porta a Zona K a Milano “L’Italia è relativa”, spettacolo di Giulia Tollis e Riccardo Mallus. Letizia Bravi, Marco De Francesca e Ivna LaMart interpretano i tre adulti. Tiffany Guaygua, Ilenia Mia Carrozzo e Giovanni Di Ponziano sono invece i ragazzi.
Una fiction teatrale costruita con gli alunni delle scuole che hanno partecipato a un laboratorio, tra recitazione, scrittura creativa e performance. Il risultato è una pièce fresca, sapida, ben recitata, ben scritta.
La drammaturgia di Giulia Tollis si vale dei contributi di Annasimon Hanna, Edward Botros e delle attrici e degli attori.
La regia di Riccardo Mallus e Mohamed Boughanmi Rengifo ripartisce la scena creando gli spazi per la palestra, gli spogliatoi, la sala per il ricevimento parenti, un luogo marginale che è una sorta di dietro le quinte, un ipotetico corridoio buono per tutte le soluzioni. Chi di volta in volta non recita, rimane a vista, come la panchina di una compagine sportiva dove tutti possono entrare in campo perché tutti si sentono titolari.
C’è uno spazio con sedili che riproduce l’abitacolo di un’automobile. I video di Julian Soardi arricchiscono la regia con un dentro/fuori che consente allo spettatore diversi punti di vista. Il sound design di Flavia Ripa dialoga con la drammaturgia.
Stefano Zullo, a scenografie e costumi, crea le condizioni perché possiamo riconoscere come autentica la scuola, la sua quotidianità, la vita che le scorre attorno.
Ben rifinite le varie figure. Il prof di Matematica (Marco De Francesca) ancorato a un modello di scuola arcaico, disposto a delle scorrettezze pur di imporlo; la prof di Scienze Motorie (Letizia Bravi) con l’entusiasmo e l’idealismo dell’insegnante neofita: anche lei ha il suo portato di diversità, marcato dall’inflessione siciliana e dalla rituale ripetizione di proverbi riesumati da un Sud antico. C’è la signora Vargas (Ivna LaMart) con il suo impegno sempre insufficiente a tirare avanti la baracca da donna straniera e madre single. Le ragazze e il ragazzo arricchiscono la pièce di freschezza e idealismo. I loro slanci dovranno però fare i conti con un Paese senza jus soli e jus scholae. Mayra, ormai maggiorenne, si scontrerà con i divieti e i ricatti della burocrazia.
“L’Italia è relativa” è una storia d’ordinaria crisi adolescenziale. La fatica di ritagliarsi uno spazio nella squadra di pallavolo è la metafora di un Paese dove la multiculturalità è utopia già a scuola, figurarsi nella società. È l’Italia “relativa” dell’integrazione forzata; del ricatto “o fai quello che dico io, o te ne vai”. Di una convivenza difficile. Di migranti irrisolti, destinati a rimanere «la cerniera rotta dello stivale».
L’ITALIA E’ RELATIVA
Uno spettacolo di Giulia Tollis e Riccardo Mallus
Con Letizia Bravi, Marco De Francesca, Ivna LaMart e Ilenia Mia Carrozzo, Giovanni Di Ponziano, Tiffany Guaygua
Drammaturgia di Giulia Tollis
con i contributi di Annasimon Hanna Edward Botros e delle attrici e degli attori
Regia di Riccardo Mallus e Mohamed Boughanmi Rengifo
Video di Julian Soardi
Sound design di Flavia Ripa
Scenografie e costumi di Stefano Zullo
Direzione tecnica di Marco Ottolini con la preziosa collaborazione di Federica Incrocci con la consulenza di Nicola Datena dell’Associazione Le Carbet di Milano e di Na.Co. – Narrazioni Contaminate di Torino.
Una produzione Laboratorio d’Arte Performativa Guinea Pigs con il sostegno del MiC e di SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea” con il sostegno di Intercettazioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia, un progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Laagam, Teatro delle Moire, ZONA K con il sostegno di Zona K, IndustriaScenica, Residenza artistica multidisciplinare Ilinxarium, Casa degli Artisti di Milano, Compagnia Carnevale, Centro Culturale Barrio’s.
Con il patrocinio di Fondazione Cariplo
durata 1h 20’
applausi del pubblico: 2’
Visto a Milano, Zona K, il 5 ottobre 2024