Quel Galileo di Paolini, nostro contemporaneo

Marco Paolini in Itis Galileo
Marco Paolini in Itis Galileo
Marco Paolini in Itis Galileo (photo: Marco Caselli Nirmal)
“Un minuto di rivoluzione!”. Comincia così il lavoro di Marco Paolini su Galileo Galilei, con l’attore in piedi sotto al palco ad osservare un minuto di silenzio. Durante questo piccolo tempo, il nutrito pubblico, in preda a manie di protagonismo, quasi fossimo a un concerto, si lascia andare a una serie di slogan e battute, quasi a cercare un dialogo diretto con l’attore. E questo non è che l’inizio.
Per tutte le due ore di spettacolo il pubblico in sala penderà letteralmente dalle labbra del protagonista, lanciandosi in applausi a scena aperta e risate continue – anche forse quando da ridere non c’è -, senza perdere una battuta e alla fine, sul volume altissimo del pezzo rock che chiude lo spettacolo, omaggerà Marco Paolini con una emozionata standing ovation.

“Itis Galileo” ripercorre con precisione l’intera vita del matematico/filosofo/astronomo e chi ne ha più ne metta, le sue vicende biografiche dalla Toscana a Padova e ritorno, le sue scoperte, il suo carattere astuto e intraprendente, per mettere in luce la mente di quello che comunemente definiamo “genio”, ma che nello spettacolo di Paolini viene a essere qualcosa di più concreto, perché Paolini, con continui e sottili riferimenti al contemporaneo, cerca di rendercelo vivo e presente.
Galileo è anche il Galileo astuto, invidioso, egoista, abile imprenditore di se stesso, il Galileo giovane geniale, primo precario della storia a divenire professore universitario ordinario, il Galileo scrittore alle prese con abili espedienti pubblicitari, e soprattutto il Galileo vecchio e cieco che, dopo l’abiura, non si arrende ma continua a esercitare il suo pensiero rivoluzionario fino alla fine dei suoi giorni.

Il tutto supportato da una scenografia che si avvale di pochi mezzi, ma efficaci: una sfera puntuta che oscilla al centro della scena e un’enorme pagina autografa del taccuino di appunti dello scienziato, che compare d’improvviso sul fondo, come una bandiera al vento.

Paolini è un attore di indiscutibile talento, abile a ritagliarsi momenti nei quali dar sfoggio del suo mestiere – c’è il tempo anche per un Amleto in veneto e per uno straordinario saggio di Commedia dell’Arte -, non sempre necessari, forse, ma che confermano tutta la fama conquistata.

Lo spettacolo, pur dimostrandosi interessante, è però lungo e forse c’è troppo: si dice troppo, si ride troppo e questo nell’equilibrio finale un po’ pesa. I riferimenti al contemporaneo, nell’intento di darci un’immagine attualizzata del periodo e delle scelte di vita di Galilei sotto il giogo dell’Inquisizione, se pur divertenti e spesso efficaci (in una materia che altrimenti potrebbe risultare noiosa e pesante) non sempre colgono nel segno e rischiano, talora, di mostrarsi forzati, fino a creare un effetto ripetitivo.
Dal 29 febbraio al 3 marzo al Teatro Alighieri di Ravenna.

ITIS GALILEO
con: Marco Paolini
di: Francesco Niccolini e Marco Paolini
consulenza scientifica: Stefano Gattei
consulenza storica: Giovanni De Martis
elementi scenici: Juri Pevere
consolle audio: Gabriele Turra
assistenza tecnica: Graziano Pretto, Michele Mescalchin
direzione tecnica: Marco Busetto
illuminotecnica e fonica: Ombre Rosse
produzione: Michela Signori, Jolefilm
durata: 2h
applausi del pubblico: 3′ 50”

Visto a Pontedera (PI), Teatro Era, il 23 febbraio 2012

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