“Il Capitale. Un libro che non abbiamo ancora letto” è diventato adesso un volume curato da Lorenzo Donati
Kepler-452 è stato protagonista della giornata prequel della seconda edizione del Festival di Letteratura Working Class, che si è tenuta da poco a Campi Bisenzio, presso il presidio della GKN. Un festival che vuole contribuire alla creazione di un nuovo immaginario di classe, uno spazio per tutti quegli autori che non trovano la dignità che meritano e per le persone che hanno esigenze di lettura diverse dalla proposta dell’editoria mainstream in Italia.
Kepler-452 torna in Toscana non solo per riportare in scena “Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto“, ma anche per la presentazione nel nuovo libro, dallo stesso titolo dello spettacolo, a cura di Lorenzo Donati (acquistalo scontato su IBS).
Siamo nel foyer del Teatrodante Carlo Monni a Campi Bisenzio, e all’incontro sono presenti Nicola Borghesi, Enrico Baraldi (Kepler-452), insieme alla vicesindaca e assessora alla cultura Federica Petti, Lorenzo Donati, che ha curato il volume, Alberto Prunetti, direttore del festival, e Sandra Gesualdi, direttrice del teatro, a moderare l’incontro.
Si spiega dell’esigenza di questo festival, organizzato da Edizioni Alegre insieme al Collettivo di fabbrica GKN e alla Soms Insorgiamo, con la collaborazione dell’Arci Firenze, e si racconta di questo luogo, la GKN, diventato un simbolo di lotta, di presa di coscienza. Ma si narra anche di come è nato lo spettacolo, quali le esigenze che lo hanno mosso e come, nei fatti, è andato l’incontro di Borghesi e Baraldi con gli operai della fabbrica. Un racconto che si intreccia con la narrazione dello spettacolo stesso, con aneddoti di quei giorni di occupazione, quando Kepler-452 decise di trascorrere un po’ di tempo all’interno della fabbrica occupata.
Borghesi sottolinea la gioia nel pubblicare questo volume, la possibilità che Emilia Romagna Teatro ha dato loro di poter creare un lascito di questa eccezionale esperienza, concretizzando quell’aspetto dell’effimero proprio del teatro che ama.
Baraldi ricorda invece la forza delle relazioni che hanno trovato una volta entrati nello stabilimento: una famiglia che da principio li guardava con diffidenza, e che ha adottato come nome del movimento un verbo in prima persona plurale proprio con il concetto di inclusione, una lotta che coinvolge tutti quanti.
Donati parte da una riflessione su varie tipologie di teatro documentario citando, tra gli altri, Stefano Massini, proprio di Campi Bisenzio, Rimini Protokoll, Giuliano Scabia, Ascanio Celestini per raccontare relazioni diverse fra teatro e fabbrica, capitolo che apre il libro. Il volume, pensato come una scoperta e un itinerario, ha come centro il testo dello spettacolo e contiene il racconto della vertenza della ex GKN, interviste e contributi dai membri del collettivo e della compagnia, insieme al contributo del filosofo e docente Giovanni Zanotti.
Una presentazione straordinariamente partecipata, sia perchè lo spettacolo, con le parole di Donati, travalica il suo essere “opera” teatrale, sia per il luogo, molto vicino alla fabbrica stessa. “Avere questo spettacolo a Campi Bisenzio è stato uno degli obiettivi di questa amministrazione”, ricorda la vicesindaca.
Molti dei presenti indossano le magliette del collettivo, altre hanno seguito tutte le repliche de “Il Capitale” in Toscana. Lo spettacolo è stato sold out; il pubblico ha partecipato intensamente applaudendo a scena aperta alla fine di ogni racconto e alzandosi in piedi alla fine, applaudendo e cantando tutti insieme l’inno dei lavoratori della GKN.
Il teatro amplifica questa lotta e la rende accessibile e condivisa da chiunque si faccia spettatore e portatore di queste parole.