La danza contemporanea in Italia secondo Roberto Castello: luci e ombre

Roberto Castello (photo: Roby Schirer)
Roberto Castello (photo: Roby Schirer)

Siamo andati a trovare nella sua tana di Porcari, vicino a Lucca, Roberto Castello, da molti anni uno degli interpreti di punta della danza italiana.
SPAM, dove dal 2008 ha una residenza artistica Aldes, la compagnia fondata da Castello, è diventata anche e soprattutto un vero crogiolo di esperienze diverse che hanno stimolato l’interesse di nuovi pubblici verso la danza nel territorio toscano.

Castello ci ha parlato, oltre che dei suoi ultimi due progetti coreografici “Trattato di Economia” realizzato con Andrea Cosentino e “In girum Imus Nocte (et consumimur Igni)” (presentato proprio ieri sera la Teatro Nazionale di Skopje, in Macedonia), del suo disegno di “factory”, in cui SPAM è diventata per diversi artisti passati da Lucca – da Ambra Senatore ai più recenti Davide Calvaresi, Irene Russolillo, Caterina Basso… – un vero e proprio laboratorio per la danza contemporanea in cui poter sperimentare estetiche assai diverse tra loro, contro l’idea di uniformità e conformismo.

Allo stesso tempo ci ha espresso tutti i suoi personali dubbi sulla difficile situazione della danza contemporanea in Italia, a livello legislativo e produttivo, con uno sguardo all’indispensabile lavoro da realizzare sul territorio con il potenziale pubblico.

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