La Digos al Valle Occupato

Valle Occupato

Valle OccupatoStamattina una visita della Digos al Valle Occupato ha colto di sorpresa gli occupanti romani, in piena attività.
Ecco il loro racconto:

“Una decina di agenti della Digos si sono presentati in teatro – mentre erano in corso due attività di formazione per professionisti – accompagnati da ispettori del lavoro e della Asl. Abbiamo deciso di non farli entrare e, alla nostra richiesta di chiarimenti, gli agenti hanno risposto che i controlli in corso erano ordinati dalla magistratura a seguito di un’indagine per occupazione. Non abbiamo ulteriori elementi.

È un momento molto importante per il cammino del Teatro Valle Occupato: la Fondazione Teatro Valle Bene Comune è stata costituita presso il notaio il 17 settembre 2013 ed è ora in attesa di una risposta da parte del Prefetto, che dovrà esprimersi entro il 12 febbraio.

Nel percorso di una nuova istituzione basata su autogoverno, cittadinanza attiva e innovazione culturale, visite come quelle di questa mattina rischiano di suonare come una pesante intimidazione.

Esprimiamo dunque preoccupazione per l’incapacità delle amministrazioni pubbliche a svolgere il loro ruolo di interlocuzione nei confronti della società civile. Un’assenza che può generare conseguenze pericolose, liquidando esperienze sociali e civili come questioni di ordine pubblico gestite direttamente da magistratura e forze dell’ordine”.

E quasi a riconferma della strada fin qui percorsa, sabato 15 febbraio (a partire dalle 10.30) il Valle ospiterà un’assemblea per realizzare una campagna di mobilitazione sul territorio relativa ai patrimoni comuni – pubblici e privati – in stato di abbandono e quindi privi di utilità sociale.

“Aree militari, vecchi cinema e teatri, scuole chiuse, ex depositi, terre incolte, fondi rustici, casali e vecchie fabbriche sono oggi orfane delle loro antiche funzioni e hanno davanti due futuri possibili: rinascere attraverso processi partecipati oppure essere messi in vendita e diventare affare per le lobby della finanza e dei costruttori”.

Tra i promotori dell’iniziativa: A sud, Action diritti in Movimento, Alba Roma, Angelo Mai, Casale PachaMama, Cinecittà bene comune, Cinema America Occupato, Comitato cittadino per l’uso pubblico delle caserme, Comitato Sviluppo Locale Piscine di Torre Spaccata, CSA La Strada, Lucha Ysiesta, Repubblica Romana, Sinistra per Roma, Teatro Valle Occupato, Scup.

“Vogliamo mettere a sistema le nostre forze affinché veri e propri consorzi di cittadinanza possano prendersi cura degli spazi inutilizzati e delineare un modello alternativo di gestione del patrimonio immobiliare. Invece che alienato, il patrimonio pubblico e privato in disuso deve essere dato in affidamento al tessuto associativo cittadino per la creazione di attività e servizi per tutt*, creando welfare, lavoro e sviluppo locale ed è la cittadinanza a stabilire le sue funzioni d’uso.

L’obiettivo è garantire che i beni demaniali, vere e proprie forme di proprietà collettiva, e tutti gli edifici pubblici che non perseguono più i loro fini istituzionali tornino nella piena disponibilità del popolo cittadino, che deciderà i nuovi utilizzi. Inoltre, secondo le letture più recenti dell’Articolo 42 della Costituzione, la cittadinanza ha diritto di disporre anche degli immobili privati in stato di abbandono, visto che l’incuria compromette la funzione sociale, vincolo a cui la proprietà privata è sottoposta per mantenere i propri beni”.

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