La felicità di Emma: la danza di Rita Pelusio, tra magia e malinconia

Emma (ph: Gianni Giacovelli)
Emma (ph: Gianni Giacovelli)

Il romanzo di Claudia Schreiber diventa monologo che mescola comicità e introspezione. Con la regia di Enrico Messina e la collaborazione alla drammaturgia di Domenico Ferrari

Immaginate una figura che cammina con passo lieve, quasi danzante, sospesa tra il cielo e la terra. I suoi occhi, grandi e lucenti come due piccole lune, sono rivolti verso l’alto, come se stesse cercando di afferrare un sogno che, pur essendo costantemente vicino, sembra essere sempre un passo più in là. Il suo volto etereo trasmette un’espressione di meraviglia e innocenza, sebbene non manchi in quello sguardo una nota di furbizia sorniona, un’intuizione nascosta. I suoi capelli paglierini sono arruffati, come se ogni ciocca seguisse una volontà propria. La sua andatura goffa si materializza in un abbigliamento consunto: un cappuccio di lana logoro, una camicia bianca con tracce di sporco, una giacca cadente, calzoni larghi e gambali di gomma. Ma, nonostante tutto, c’è in questa figura una bellezza che sfida il tempo, spaesata, smarrita in un mondo che non le appartiene pienamente.

“La felicità di Emma”, interpretato da Rita Pelusio e ispirato al romanzo di Claudia Schreiber, offre una visione fiabesca e malinconica della vita di una donna solitaria e fragile, ma anche capace di una grande profondità emotiva. Di scena al Teatro della Cooperativa di Milano, il monologo svela una realtà fiabesca dal fascino malinconico e dalla grazia disarmante. La regia di Enrico Messina e la drammaturgia di Domenico Ferrari, supportato al testo dagli stessi Messina e Pelusio, rendono questo monologo un’esperienza teatrale tanto commovente quanto esilarante.

Ambientato in una fattoria isolata, lo spettacolo racconta la quotidianità di Emma, una donna che vive in stretta connessione con la natura e gli animali che alleva, ma anche con le difficoltà del suo lavoro, che la costringe a compiere atti dolorosi come la macellazione degli stessi esseri che ama. Nonostante la durezza della sua vita, Emma nutre il desiderio di salvare la sua fattoria dal fallimento e di trovare un compagno con cui condividere la solitudine.

L’incontro che segna un cambiamento nel suo destino arriva una notte, quando il cuore di Emma si riempie di speranza e possibilità nuove. Tuttavia, oltre all’amore, Emma dovrà affrontare anche il dolore e la morte, esperienze che la spingeranno a un rinnovamento radicale della sua vita.

La scenografia, pur semplice, crea un’atmosfera magica, sospesa tra il reale e l’immaginario.
Il cuore pulsante dello spettacolo è l’interpretazione straordinaria di Rita Pelusio. L’attrice, conosciuta per la sua comicità, qui esprime una versatilità sorprendente, vestendo i panni di una protagonista che è sia buffa che malinconica, una figura che oscilla tra l’innocenza e una saggezza nascosta. Emma diventa una sorta di Pierrot che si dibatte tra speranza e delusione, fragilità e forza. Nuota nell’aria. È un mix di innocenza e saggezza nascosta. Pelusio è in grado di passare con maestria dal comico al tragico, creando un personaggio tra Mastro Geppetto e Giulietta Masina che riesce a toccare le corde più intime degli spettatori. Ogni gesto è danza, come quello di un direttore d’orchestra. Ogni battuta è intrisa di poesia. La performance combina leggerezza e intensità emotiva.
La scena include momenti surreali, come quando Emma ruota su un carillon sospeso su due pneumatici, con le musiche di Händel a fare da sottofondo. Questo contrappunto musicale e visivo contribuisce a dare al personaggio una dimensione onirica, ma anche profondamente umana. L’intensità emotiva che trasmette Pelusio è amplificata dalla sua capacità di esprimere sia la gioia sia una sottile malinconia, che pervade l’intero spettacolo.

“La felicità di Emma” è una commedia che mescola sapientemente leggerezza e profondità. Pur trattando temi universali e complessi, come la ricerca della felicità, le relazioni interpersonali e il rapporto tra vita e morte, lo spettacolo evita il melodrammatico, grazie alla scrittura scenica che rende accessibili anche le riflessioni più intime. Le battute rapide e spiazzanti, intervallate da momenti di introspezione delicata, creano un equilibrio perfetto tra comicità e riflessione, rendendo la narrazione fluida e incisiva.

In definitiva, lo spettacolo affascina per la sua capacità di coniugare l’assurdo con l’intimo, il comico con il drammatico, e riesce a trasmettere un senso di speranza e malinconia. Con levità e poesia, Rita Pelusio dà vita a una figura che, pur non appartenendo completamente a nessun mondo, vive ogni istante del suo sogno con una straordinaria intensità.

LA FELICITÀ DI EMMA
liberamente ispirato al romanzo di Claudia Schreiber
con Rita Pelusio
regia Enrico Messina
testi e drammaturgia Domenico Ferrari, Enrico Messina e Rita Pelusio
audio design Luca De Marinis
costumi Lisa Serio
produzione PEM Habitat Teatrali e Piazzato Bianco
con il supporto di Qui E Ora Residenza Teatrale
e con la collaborazione di Armamaxa–Residenza Teatrale di Ceglie Messapica

durata: 1h 10’
applausi del pubblico: 3’

Visto a Milano, Teatro della Cooperativa, il 15 dicembre 2024

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