La magia di Eduardo offerta ai ragazzi

Rosario Sparno in La Grande Magia
Rosario Sparno in La Grande Magia
Rosario Sparno in La Grande Magia (photo: Vincenzo Broccoli)

Si possono far gustare fino in fondo ai ragazzi i grandi classici del teatro arricchendone i significati, adattandoli alle loro sensibilità in divenire, in modo che essi possano formarsi un gusto per un teatro più complesso e diversificato.

Per tali intenti a Napoli è nato il progetto La stanza blu, percorsi teatrali per le nuove generazioni: la storica formazione teatrale partenopea Le nuvole, insieme al Teatro Mercadante, hanno creato un percorso parallelo in cui grandi classici vengono programmati, oltre che nella sala grande, attraverso un’apposita edizione, anche nel ridotto del teatro per un pubblico di giovanissimi.

Il progetto costruito e inventato da Giovanni Petrone e Rosario Sparno, Eolo Award 2012 come miglior progetto creativo, è nato nel 2009 con la “Tempesta” di Shakespeare ed è proseguito sempre sulla scia di grandi classici: nel 2010 con “Aspettando Godot” di Beckett e “L’avaro” di Molière, nel 2011 con “La scuola delle mogli”, sempre di Molière, e “La casa di Bernarda Alba” di F. G. Lorca, mentre il 2012  ha visto nascere “Una casa di bambola” di Ibsen.

Durante l’ultima edizione del Maggio all’infanzia, la più importante vetrina di teatro ragazzi del Sud Italia, che si è tenuta a Bari 15 al 18 maggio nel bellissimo e composito spazio del Teatro Kismet, abbiamo potuto vedere l’ultimo tassello del progetto, “La grande magia” di Eduardo De Filippo, che lo stesso figlio Luca ha “benedetto” alla prima, avvenuta al Teatro San Ferdinando.

Il testo è una commedia in tre atti, scritta e interpretata da De Filippo nel 1948, e inserita dal suo autore nelle opere denominate della “Cantata dei giorni dispari”, come del resto anche “Le voci di dentro”, portata al successo di recente da Toni Servillo, opera che a suo tempo non ebbe il successo che meritava, tanto diversa era dai precedenti capolavori e per di più intrisa di evidenti “umori” pirandelliani che fecero storcere la bocca ai cultori del maestro, ma che nello stesso tempo testimoniava la vastità di orizzonti in cui si muoveva il suo immaginario.

Nel testo eduardiano si racconta come il sedicente mago Marvuglia, che tira a campare allestendo spettacoli di prestidigitazione nei grandi alberghi insieme alla sua assistente, accetti di farsi corrompere da uno dei tanti frequentatori dei suoi spettacoli, Calogero La Spelta, organizzando durante la sua esibizione il trucco della sparizione della moglie.
Il mago organizza così bene il suo numero che la moglie sparisce davvero, fuggendo col suo amante.
Per consolare il marito disperato per la perdita della moglie, Marvuglia gli fa credere che la donna non sia sparita ma rimasta intrappolata in una scatola, e che l’apertura di essa significherebbe accettare la realtà del tradimento.
Calogero vive così sempre in compagnia della scatola, preferendo credere, in una sorta di follia ragionata, che la moglie sia davvero lì dentro, e anche quando la donna, lasciata dall’amante, decide di tornare dal marito, egli, ormai prigioniero della sua voluta illusione, respinge quella donna considerata da lui come estranea.

Evidentissimi sono i riferimenti pirandelliani (il concetto di illusione, di follia ragionata che ci ricordano fortemente l’Enrico IV, seppur calati in un contesto assolutamente diverso ed inventivo),  anche se proposti in un clima dagli accenti dichiaratamente napoletani, che in Eduardo non potevano ovviamente mancare.

Il testo rivive perfettamente nella magnifica riduzione che ne ha fatta Rosario Sparno, che ha ridotto a tre personaggi il cospicuo numero dell’originale: Marvuglia, l’assistente tuttofare del Mago e il marito, e lasciando praticamente intatta tutta la forza immaginifica dell’originale, in qualche modo lo arricchisce di significati, che anche un pubblico più vasto può a vari livelli decifrare.
In questo senso anche la mancanza della moglie fedifraga, che viene qui solo evocata, ne accresce la valenza misteriosa e significante.

I ragazzi che vedono lo spettacolo sono portati a porsi diverse domande, diverse da quelle che ci faremmo noi: è possibile vivere gli anni come giorni? Può una donna sparire come un uccellino dalla sua gabbia? E un muro diventare un mare azzurro? Tutto ciò che percepiamo con i nostri sensi, è realmente ‘vero’ o in realtà può essere un’illusione? Ma non è questo, forse, il privilegio degli esseri umani: farsi delle illusioni?

Un grande plauso va anche agli interpreti, dal bravo Luca Iervolino ad Antonella Romano, attrice che conoscevamo per le pièce di Arturo Cirillo e che sembra davvero uscita dal teatro di Eduardo, fino a Rosario Sparno, che si conferma anche attore di razza, donandoci veramente una nuova “Grande Magia”.

LA GRANDE MAGIA
di: Eduardo De Filippo
adattamento di Rosario Sparno
adattamento e regia: Rosario Sparno
con: Luca Iervolino, Antonella Romano, Rosario Sparno
aiuto regia: Paola Zecca
costumi: Alessandra Gaudioso
disegno luci: Riccardo Cominotto
coach/consulente giochi di prestigio: Massimiliano Foà
scenotecnica: Gaetano di Maso
foto: Vincenzo Broccoli
grafica: Officine Vonnegut
produzione: Le Nuvole e Teatro Stabile di Napoli_La Stanza Blu

età consigliata: per tutti, dagli 8 anni

Visto a Bari, Teatro Opera Kismet, il 17 maggio 2014

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