Un documentario firmato da Gianfranco Pannone racconterà la storia di questi artisti all’interno del carcere
Cerchi bianchi, tratteggiati con un gessetto su grandi lavagne quadrate nere, uno squarcio verso l’infinito a cui tendere, oltrepassando i limiti e abitando nuovi spazi possibili, per un viaggio tutto da costruire. Un gesto simbolico con cui prende il via un altro capitolo del nuovo percorso di ricerca artistica della Compagnia della Fortezza, fondata nel 1988 a Volterra da Armando Punzo, che nel giugno 2023 ha ricevuto dalla Biennale di Venezia il Leone d’Oro alla Carriera e che, anno dopo anno, rinsalda, all’interno delle possenti mura della Fortezza Medicea di Volterra, quel legame fra pubblico e attori, tutti partecipi di un rito fatto di incontro e condivisione.
Così, dopo “Naturae – La valle della permanenza”, capitolo conclusivo di un progetto durato otto anni e orientato alla ricerca «dell’ordine e della bellezza nella natura umana», come scritto da Punzo nel raccontare il denso e complesso percorso, si apre adesso un altro itinerario poetico fra narrazioni e scoperte.
Tra fine luglio e inizio agosto la Fortezza Medicea, dando vita ad un rito atteso ogni anno e che ogni anno si rinnova con immutata forza e sorpresa per chi vi prende parte, ha aperto le sue porte al nuovo progetto, “Atlantis. Cap. I – La permanenza”, quello stesso concetto con cui si era concluso il ciclo dedicato a “Naturae”, proponendo quello che rappresenta un primo passo di un percorso, come è consuetudine per i lavori della compagnia, che si snoderà lungo i prossimi anni.
A precedere lo spettacolo il tempo dell’attesa nello spazio aperto del carcere, da attraversare per giungere poi nel grande cortile interno in cui gli spettatori prendono posto, seduti a terra lungo la parete, per osservare davanti a loro un universo di corpi, gesti e sguardi, grandi cerchi di color nero da muovere nello spazio insieme a lavagne quadrate, sempre nere: azioni ripetute che costruiscono un mondo nuovo, riannodando le fila dei percorsi fatti e imbastendo un canovaccio di parole e sogni, speranze e possibilità.
Se con “Naturae”, infatti, la costruzione di un nuovo mondo avveniva riempiendo lo spazio scenico di figure dai movimenti perfetti, fatte di gesti e senza parola, ecco adesso che essa invade i corpi e riempie l’aria, alla ricerca della gioia, della vita che si fa sogno, da costruire attraverso una densa e piena condivisione dello spazio.
«Negli ultimi lavori – racconta Armando Punzo, che con immutata forza e ostinazione coltiva il progetto di realizzare un teatro stabile in carcere, uno spazio deputato alla bellezza e alla creazione in cui accogliere pubblico e attori per un progetto dal grande valore artistico e poi sociale – abbiamo dato vita a un “Lui” simbolico, che non accetta l’esistente per quello che è. La sostanza, la bellezza della conoscenza è la consapevolezza alla quale Lui perviene, è l’accesso a un livello superiore. Adesso la ricerca non è più (solo) verticale, ma (anche) orizzontale. Ci sono altri che hanno cercato o stanno cercando nella stessa direzione. Sarà come essere in buona compagnia».
Ed è la compagnia di scienziati e filosofi, pensatori e inventori ad entrare pienamente nella narrazione, a cominciare dall’azione di Punzo, che con corpo e voce si muove sicuro fra gli attori – vestiti di colori netti, abiti neri e solo alcuni di colore bianco, dove gli unici segni distintivi sono rappresentati dal rosso di una X a designare anime prescelte, nei costumi realizzati ancora una volta da Emanuela Dall’Aglio – sistemati nel grande cortile per poi approdare, nuovamente, all’interno del carcere.
Proprio in quegli spazi, a partire dal teatrino Graziani (dove ogni giorno, tutti i giorni, i detenuti attori si confrontano con la parola e si lasciano invadere dalla magia della scoperta per costruire quello che è un laboratorio artistico permanente), il pubblico è invitato ad entrare, attraversandoli con un tempo proprio e personale, in una fruizione che diventa quasi intima e individuale.
Alle pareti, lungo il corridoio e nelle stanze, trovano posto copioni degli spettacoli che negli anni hanno abitato quegli spazi: in ogni spazio una storia, un personaggio, un’esistenza fuori dal comune perché straordinaria, affidata alla forza narrativa dei detenuti attori, che si confonde con le altre. Parole, sguardi, nuove direzioni e nuove sfide da cogliere e da portare avanti accolgono gli spettatori in un incontro sempre denso e vivo.
Quella proposta da Punzo è una ricerca che si muove tra filosofia e poesia, per oltrepassare limiti dell’umano, veri o presunti, che si riempie di nozioni di algebra, filosofia, astrofisica. Sono parole, citazioni, formule, lacerti di storie – accompagnate e tenute insieme come di consueto dalle musiche originali e sound design di Andreino Salvadori – che compongono un testo in divenire che muta anche durante ogni singola messa in scena, che scompone e ricompone per restituire ogni volta una forza e una potenza uniche attraverso le storie di chi è stato capace di guardare alla scienza, alle arti come nuova e rinnovata occasione di costruzione di mondo e condivisione del sapere.
Ad arricchire e completare il progetto “Compagnia della Fortezza luglio/agosto 2023”, con la direzione artistica di Punzo e quella organizzativa di Cinzia de Felice, una serie di mostre, installazioni, incontri e approfondimenti, fra cui la masterclass di Alta Specializzazione con la Compagnia della Fortezza, nell’ambito della VI edizione del progetto “Per Aspera ad Astra. Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza”, dalla cui esperienza è nata l’idea di realizzare un film documentario per raccontare la straordinaria storia di una comunità di artisti che hanno scelto di svolgere la loro ricerca artistica e sviluppare le loro poetiche all’interno di un carcere e che, a partire dall’esperienza della Compagnia della Fortezza, si sono messi in rete e hanno iniziato a collaborare tra loro grazie al progetto.
La realizzazione del documentario è stata affidata al regista Gianfranco Pannone, autore di numerosi e apprezzati film documentaristici che gli sono valsi partecipazioni e riconoscimenti in molti festival italiani ed esteri. Il progetto, ambizioso e affascinante, è stato presentato durante l’incontro “Appunti per un Film” negli spazi esterni del carcere, per un ulteriore momento di condivisione.
Vi lasciamo ora alla photogallery dello spettacolo, realizzata in carcere da Guido Mencari.
ATLANTIS. CAP. I – LA PERMANENZAregia e drammaturgia Armando Punzo
musiche originali e sound design Andreino Salvadori
scene Alessandro Marzetti, Armando Punzo
costumi Emanuela Dall’Aglio
movimenti Pascale Piscina
aiuto regia Laura Cleri
assistente alla regia Alice Toccacieli
collaborazione drammaturgica Rossella Menna, Alice Toccacieli, Laura Cleri, Paul Andrei Cocian, Lucio Di Iorio, Francesca Tisano, Elisa Betti, Giulia Guastalegname
in scena Luca Abate, Abd Al Monssif Abd Arahama, Ciro Afeltra, Roberto Agnello, Kalif Bashik, Nicola Maria Giuseppe Bella, Elisa Betti, Isabella Brogi, Nay Tunoo Bustos, Daniel Chukwuka, Paul Andrei Cocian, Giovanni Colombo, Pasquale Concas, Salvatore Costantino, Maurizio Di Bella, Lucio Di Iorio, Fabrizio Dipasquale, Armando Di Puoti, Giovanni Fontana, Giulia Guastalegname, Antonio Iazzetta, Nik Kodra, Urim Laci, Antonio Lanzano, Li Jin Jie, Giuseppe Licata, Alessandro Lorena, Luca Matarazzo, Arjon Nezhaj, Marian Iosif Petru, Fernando Poruthoutage, Fabio Prete, Domenico Propero, Armando Punzo, Andrea Salvadori, Ivan Savic, Saimir Serjani, Marian Jan Stamate, Salvatore Stendardo, Timon Tarantino, Francesca Tisano, Tommaso Vaja, Kuytim Veliu, Alessandro Ventriglia, Stefano Vezzani
stage supervisor Andrea Berselli
sound engineering Alessio Lombardi
collaborazione alle scenografie Luca Dal Pozzo, Marian Iosif Petru, Luisa Raimondi, Alessandro Lorena, Pasquale Concas
assistenti ai costumi Sara Fazio, Marta Balduinotti, Eleonora Risso, Pasquale Concas, Salvatore Stendardo, Paul Andrei Cocian, Ciro Afeltra, Li Jin Jie, Giovanni Colombo
collaborazione artistica Isabella Brogi, Elena Turchi, Eden Tosi, Adriana Follieri
direzione organizzativa Cinzia de Felice
responsabile amministrativa e progettazione Elina Pellegrini
coordinamento Eva Cherici
contabilità e segreteria Giulia Bigazzi
responsabile attività formative Marzia Lulleri
accoglienza Silvia Pasquinucci
assistenza organizzativa Irene D’Alò
collaborazione organizzativa Francesco Zollo
driver Emiliano Gabellieri
assistente stagista Irene Gazzarri
ufficio stampa PepitaPuntoCom – Rossella Gibellini, Annamaria Manera
media e comunicazione Simone Pacini
graphic design Funambulo lab
foto di scena Stefano Vaja
video Nico Rossi, Gabriele Ciandri
Durata: 60′
Applausi del pubblico: 3′
Visto a Volterra, Fortezza Medicea, il 29 luglio 2023