La ragione del terrore. Koreja e Santeramo tra miseria e oblio

La ragione del terrore (photo: Daniele Coricciati)
La ragione del terrore (photo: Daniele Coricciati)

Ispirato a un fatto di cronaca che non vuole più essere raccontato, “La ragione del terrore” è uno spettacolo che parla di fame, degrado, violenza, ribellione; una storia triste che non contiene ‘neanche una risata’, ma che il suo protagonista si ritrova a dover raccontare, sera dopo sera.

Inizialmente “La ragione del terrore” avrebbe dovuto essere un monologo, o quanto meno così lo aveva pensato Michele Santeramo, alla sua prima collaborazione con i Cantieri Teatrali Koreja. Successivamente, su richiesta del regista Salvatore Tramacere, si trasforma in dialogo. Un dialogo muto, in apparenza.
Solo uno dei personaggi narra la vicenda al pubblico: l’uomo (Michele Cipriani), e lo fa affinché ogni spettatore possa comprendere la ragione del terrore, mentre la donna (Maria Rosaria Ponzetta) è una forte presenza silenziosa. Lui vorrebbe farsi perdonare qualcosa di grave e smettere di ricordare, ma la donna, che per questo dolore è rimasta ammutolita, lo costringe a ricordare.
Scenicamente la soluzione risulta efficace, i momenti di relazione fra i due sono molto intensi, mentre il fiume di parole che l’uomo rivolge al pubblico risulta a tratti quasi eccessivo e un po’ ridondante.

I due personaggi vivono in una piccola stanza fatiscente, che la scenografia di Bruno Soriato ricrea abilmente in prospettiva, come in una sorta di dipinto tridimensionale. Gli attori si muovono quindi a fatica tra muri storti e pavimento scosceso. Un effetto interessante, in particolare per il modo in cui lo spazio incide nella relazione fra l’uomo e la donna, costringendoli ad una claustrofobica condivisione.

Rubare, finire in galera, sembrano le uniche vie d’uscita, così come ribellarsi, compiendo un gesto efferato.
La terribile vita di questa coppia, fatta di miseria e fame (quella fame che ti fa diventare una persona cattiva) racconta della povertà in cui erano costretti in tanti nel Sud d’Italia alcuni decenni fa.
Nel testo non compaiono nomi o riferimenti a luoghi precisi. Il che non è casuale: in fase di costruzione dello spettacolo gli artisti si sono infatti scontrati con il diritto all’oblio espresso dagli abitanti della cittadina a cui si sono ispirati, che vogliono dimenticare una tragedia che ha coinvolto più o meno direttamente gran parte di essi.

All’artista (e al pubblico) non resta che prendere spunto da una tale storia per interrogarsi: esiste una ragione al terrore provocato, al dolore, alla violenza?

LA RAGIONE DEL TERRORE
Di: Michele Santeramo
Regia: Salvatore Tramacere
Con: Michele Cipriani e Maria Rosaria Ponzetta
Scene e Luci: Bruno Soriato
Sonorizzazione: Giorgio Distante
Realizzazione Scene: Mario Daniele
Tecnici: Alessandro Cardinale e Mario Daniele

Durata: 1h 10′
Applausi del pubblico: 2’ 30’’

Visto a San Lazzaro (BO), Itc Teatro, il 25 gennaio 2020

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