La verità vi prego sull’amore. Pommerat secondo Alfonso Postiglione

Uno dei quadri di Postiglione (photo: Lucia Baldi)
Uno dei quadri di Postiglione (photo: Lucia Baldi)
Uno dei quadri di Postiglione (photo: Lucia Baldi)

Dopo il debutto al Napoli Teatro Festival, è arrivato a Inequilibrio “La riunificazione delle due Coree”, testo dell’acclamato drammaturgo francese Joël Pommerat. Alfonso Postiglione ne cura la regia e lo fa, diciamolo subito, con bravura ed efficacia, restituendo uno spettacolo riuscito e soprattutto che non fa sentire troppo il peso della durata, due ore senza intervallo, caratteristica che nei festival estivi viene sempre rifuggita. Questo grazie anche alla buona prova degli attori, un cast di tutto rispetto che esalta la regia di Postiglione, molto bravo nell’imprimere dinamismo e ritmo nelle felici scene di gruppo.

Ne “La riunificazione delle due Coree” – strutturato in 18 quadri eterogenei che si susseguono indipendenti uno dopo l’altro – si parla d’amore, o meglio della verità dell’amore, della sua forza trascinante e dirompente, tra piccole e grandi ipocrisie che naufragano e affondano dinanzi alla prepotente forza di questo indefinibile sentimento.

Sono storie che raccontano di noi, del fenomeno difettoso dell’amore, sia esso “amore coniugale, sessuale ma anche filiale, amore vissuto, o solo sognato, desiderato”. Certo, si parla d’amore, quello vero – secondo Pommerat –, ma si parla anche di assenza del medesimo, di egoismo, algidità e incomprensioni. Il tutto condito spesso di ironia e situazioni surreali, in cui il drammaturgo dà sfogo a fantasia, cinismo, imprevisto e quotidiano.

C’è una frase che sembra illuminare il percorso dei protagonisti e diviene quasi emblema della pièce: “Non possiamo restare tutta la vita chiusi nel nostro piccolo amore” sostiene uno dei personaggi.

Per tematica in alcuni quadri sembra far capolino il racconto “I morti” di James Joyce. Anche lì, a distanza di anni, la verità dell’amore riemerge nel rapporto tra due coniugi: una donna racconta al marito, ignaro, di un innamorato di gioventù, morto di consunzione, nel cui ricordo ella ha trascorso il suo matrimonio.
In Pommerat tuttavia non ci sono morte e ricordo, bensì amore vivo e presente, talvolta temporaneamente dimenticato, ma pronto a ricomparire nella vita dei protagonisti nella sua inarrestabile verità.

Non c’è un manto nevoso come nel racconto citato a seppellire il passato. La realtà del passato, mai sopita, qui esplode, viva tra i vivi, e impera sulle storie, travolge tutto quello che trova davanti oppure ci rivela la realtà per com’è. Non c’è spazio per il non detto o il taciuto e nascosto. Che sia amore di coppia, amore filiale, amore tra amici o amore fuori dagli schemi, come quello di un prete che abbandona una prostituta di lui innamorata, perché a sua volta ha incontrato l’anima gemella. Oppure, come nel finale, amore come mercimonio, tra un uomo sposato e una giovane prostituta che si offre per niente, o ancora amore tra due disgraziati ricoverati in una struttura sanitaria: lei è decisa a rifiutare di abortire, nonostante tutto.

Pommerat sembra dirci che, in fondo, si va avanti e la verità dell’amore, tanto cara al poeta Wystan Hugh Auden, è che niente lo può fermare, nemmeno la sicurezza della ragione.
Per struttura e sviluppo, questo “La riunificazione delle due Coree” – titolo metafora quanto mai azzeccato per interrogarsi sulle difficoltà della ri-unione di due anime gemelle – si dimostra tra i lavori più interessanti visti finora a Castiglioncello, dove il festival prosegue fino al 5 luglio.

LA RIUNIFICAZIONE DELLE DUE COREE
di Joël Pommerat
traduzione di Caterina Gozzi
con Sara Alzetta, Giandomenico Cupaiuolo, Biagio Forestieri, Laura Graziosi, Gaia Insenga, Armando Iovino, Aglaia Mora, Paolo Musio, Giulia Weber
scene Roberto Crea
costumi Marianna Carbone
musiche Paolo Coletta
scrittura fisica Simona Lisi
regia di Alfonso Postiglione
produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
in collaborazione con La Corte Ospitale (Rubiera) e Armunia Festival Inequilibrio (Castiglioncello)

durata: 2h
applausi del pubblico: 2′

Visto a Castiglioncello (LI), Festival Inequilibrio, il 26 giugno 2015

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