L’alienazione secondo Instabili Vaganti: il lavoro rende macchine

L’alienazione del lavoro, il diritto alla salute, l’ambiente: tutti temi d’attualità, soprattutto a causa della intricata vicenda dell’Ilva di Taranto, questo colosso della siderurgia italiana accusato di mettere a serio rischio la vita della popolazione.

Un tema che ha fatto parlare molto ed allertato l’opinione pubblica, soprattutto tra gli abitanti del capoluogo pugliese, e che ha toccato nel corso degli anni anche il mondo del teatro, con una serie di spettacoli incentrati su quel tema (ricordiamo ad esempio “Ventimila granelli di sabbia” di Alessandro Langiu).

Un punto di vista nuovo ce lo fornisce la compagnia Instabili Vaganti, residente a Bologna ma composta dal novarese Nicola Pianzola e dalla tarantina Anna Dora Dorno, che proprio per le sue origini ha avuto modo di approfondire il discorso che sta alla base de “L’eremita contemporaneo – Made in ILVA”.

Lo spettacolo prende spunto dal diario di un operaio che in quegli stabilimenti ha lavorato e racconta, in chiave metaforica, la vicenda del complesso siderurgico; un luogo vissuto da persone costrette a combattere con la necessità di lavorare, da un lato, e con le circostanze alienanti che quel bisogno determina per loro, dall’altro; tra gabbie di metallo, condizioni lavorative disastrose e danni ecologico-sanitari. 



Questo dualismo viene pienamente rappresentato dalla compagnia attraverso un’opera che agisce sulla espressività del corpo-macchina dell’attore, attraverso sospensioni, azioni acrobatiche e ripetitive, gesti meccanici, che lo trasformano in una marionetta, quasi alla maniera di Gordon Craig, seppur chiaramente con finalità opposte rispetto a quelle del teorico inglese.

Nella concezione teatrale della compagnia, infatti, l’attore diventa una macchina produttiva, incitata dalla voce fuori campo della Dorno che scandisce il tempo al ritmo di: “Lavora! Produci! Agisci! Crea!”. 


Anche la scenografia contribuisce a questa sensazione di ingabbiamento, alla maniera di una fabbrica, con strutture meccaniche mobili che si alternano e una serie di proiezioni a tema, ispirate all’archeologia industriale, a simboleggiare lo scenario come fantasmi che opprimono noi e il lavoratore.

Si tratta di uno spettacolo ben costruito, con un interessante partitura corporea, in grado di trasferire allo spettatore il disagio e la meccanicità del problema dei lavoratori dell’Ilva, seppur in alcuni punti la costante ripetizione e il loop a cui l’attore si sottopone tenda un po’ a stancare. Alcune parti andrebbero forse asciugate maggiormente, poiché la ripetizione si dilata oltre il tempo necessario, rendendo pesante la fruizione.
Ma il giudizio finale rimane positivo e racconta di uno spettacolo che ci porta nelle contraddizioni e nei drammi della società industriale di oggi.

L’eremita contemporaneo – Made in ILVA
regia: Anna Dora Dorno
con Nicola Pianzola
musiche originali ed esecuzione dal vivo: Andrea Vanzo
voce e canti: Anna Dora Dorno
oggetti di scena: Nicoletta Casali
scene e disegno luci: Anna Dora Dorno
video: Nicola Pianzola
composizione drammaturgica originale con scritti e testimonianze di operai dell’ILVA di Taranto intervistati nel progetto
durata: 55′
applausi del pubblico: 1′ 43”

Visto a Napoli, Teatro Elicantropo, il 17 febbraio 2013


 

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