L’arte della diversità, da Olinda a Viganò

Il suono della caduta
Il suono della caduta
Il suono della caduta (photo: teatrolaribalta.it)
Messo in scena dall’Accademia Arte della Diversità con il Teatro la RibaltaLebenshilfe, regia e scene di Antonio Viganò e coreografie di Julie Anne Stanzak, “Il Suono della caduta” ha inaugurato significativamente al Teatro Cucina dell’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano la tradizionale rassegna estiva Da vicino nessuno è normale, organizzata da Olinda e giunta alla 18^ edizione.

Significativamente perchè gli spettacoli di Antonio Viganò da molti anni rappresentano una delle punte, non solo in Italia, di un teatro danza che mette in scena un ensemble di attori-danzatori diversamente abili, in commistione con attori provenienti da altre discipline, per la creazione di una scena totale che abbia nello stesso tempo un risalto sociale e teatrale.

In questo spettacolo, poi, tutti i temi e gli stilemi più amati del regista, che negli ultimi anni si è trasferito dalla Lombardia a Bolzano, si sono concentrati in un vero e proprio omaggio a Pina Bausch e al tema degli angeli, già visitato in altre creazioni, ma qui coniugato in modi assai differenti, in totale sintonia con la natura degli attori e della performance, complici anche le coreografie di Julie Stanzak, danzatrice del Tanztheater Wuppertal. Insieme agli attori dell’Accademia Arte della Diversità si sono esibiti Michele Fiocchi, abituale compagno di Viganò negli spettacoli del Teatro La Ribalta, e Vasco Mirandola, attore autore cantante poeta, di cui ben conosciamo il personale e significativo percorso teatrale.

Il palcoscenico è letteralmente coperto di petali rossi, mentre i rami di un albero, anch’essi cosparsi di petali che inevitabilmente dovranno cadere, incombono poeticamente dall’alto in fondo al palcoscenico.

E’ su questo tappeto lieve e sgargiante che Anna Traunig, Mathias Dallinger, Maria Magdolna Johannes, Rodrigo Scaggiante, Melanie Goldner, Mattia Peretto, angeli cui in qualche modo la vita ha tarpato le ali, si librano in un volo meraviglioso.

Antonio Viganò immette nello spettacolo tutti i riferimenti possibili legati al concetto di volo: Rilke, Bunuel, Tabucchi, Wenders e naturalmente Garcia Marquez, in scene che si sviluppano una dopo l’altra in un concatenamento emotivo spesso divergente. Sono gesti ripetuti, assoli coreografici, immagini d’insieme, confessioni, frasi spezzettate su cui aleggia lo spirito della Bausch, ma risolti in modo originale e poetico.

Accompagnati da musiche assai diverse tra loro, dagli Intillimani a Waits e Trevor Jones, gli angeli caduti dal cielo sono capaci di esprimere compiutamente e poeticamente, attraverso una gestualità danzata, tutti i sentimenti e le emozioni possibili, che anche le canzoni di Vasco Rossi, cantate a squarciagola da Mirandola, rendono in qualche modo contemporanei.
Gioia, dolore, tenerezza, melanconia, spesso soffusi di delicata ironia, si materializzano sul palco in un fluire di immagini che la parola, la danza e il teatro rendono palpabili.
Ciò che colpisce è anche la perfetta adesione degli interpreti a tutto ciò che avviene in scena, che fa in modo che lo sguardo dello spettatore non assuma mai una connotazione pietistica, come purtroppo accade di percepire in altri celebrati spettacoli di egual natura.

Perché, come alla fine si esprime significativamente, l’attore che muto ha guardato quasi dal di fuori lo spettacolo per tutto il tempo, parafrasando il monologo di Shylock dal Mercante di Venezia, è “un angelo senza ali, non ha affetti, passioni, non mangia lo stesso cibo, non viene ferito con le stesse armi, non è soggetto agli stessi disastri, non guarisce allo stesso modo, non sente caldo o freddo nelle stesse estati e inverni…”.

La rassegna “Da vicino nessuno è normale”, iniziata l’11 giugno con “Il Suono della caduta” prosegue fino all’11 luglio con 16 spettacoli distribuiti in 29 serate che avranno come protagonisti il meglio del teatro di ricerca italiano. Dalla Societas Raffaello Sanzio che presenta “Tifone”, liberamente tratto da Joseph Conrad, a “Ce ne andiamo per non darvi altre proccupazioni” di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, protagonsiti anche di “Maggio Secolo XI” di Fernando Renjio.
Domani e mercoledì sarà la volta di “Pitùr” di Mario Perrotta con musiche di Mario Arcari, mentre “The Walk” il particolare progetto della compagnia Cuocolo/Bosetti per venti spettatori alla volta, sarà in replica, dopo il Festival delle Colline, dal 7 all’11 luglio.

Fra le proposte musicali meritano attenzione “China vs Tibet” di Mirto Baliani, un videoconcerto che contrappone i suoni sospesi e rarefatti dell’universo tibetano-buddista con il ritmo martellante della megalopoli cinese (1° luglio) e Peppe Servillo, che dà voce a “Fùtbol. Storie di calcio” assieme ai musicisti Javier Girotto e Natalio Mangalavite (2 luglio).

Ma “Da vicino nessuno è normale” non è solo teatro. All’interno del festival trovano spazio anche altre iniziative, tra cui Milano in 48 ore. Instant Movie Festival, il progetto dedicato ai filmaker, per offrire un punto di vista inedito sulla città.

IL SUONO DELLA CADUTA

con: Michele Fiocchi, Anna Traunig, Mathias Dallinger, Maria Magdolna Johannes, Rodrigo Scaggiante, Melanie Goldner, Mattia Peretto e Vasco Mirandola
coreografie: Julie Anne Stanzak
regia e scene: Antonio Viganò
produzione: Accademia Arte della Diversità – Teatro la Ribalta – Lebenshilfe
coproduzione: BolzanoDanza / TanzBozen


 

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