Lezione di classe. Ritorno fra i banchi di scuola con Gigi Gherzi

Lezione di classe alla scuola C. Battisti di Lecce
Lezione di classe alla scuola C. Battisti di Lecce
Lezione di classe alla scuola C. Battisti di Lecce
L’invito arriva da Tonio De Nitto, che ne cura l’evento per una produzione di TerramMare Teatro. L’anima salentina di questo progetto è duplice, nelle persone di Silvia Civilla e Teresa Ciulli: l’una attrice insieme a Gigi Gherzi, che ne cura anche la regia, e l’altra illustratrice nonché curatrice dell’allestimento dei banchi. E non è un refuso: avete letto bene, banchi, quelli verdi e neri, i tavolinetti lillipuziani del tempo di scuola.

L’appuntamento non è previsto in una sala di teatro ma in un’istituzione scolastica, il Cesare Battisti di Lecce. E il sentimento dello spettatore in attesa sembra essere ambivalente: qualcuno è intimidito da questo improvviso salto temporale all’indietro (fantasmi inclusi), qualcun’altro è nervosamente divertito.

L’aula viene adeguata alle esigenze registico-formative con due mezze corone di tavoli predisposte a ferro di cavallo. E ciascun posto viene individualizzato da una illustrazione cui corrisponde una parola o una frase.
La mia sezione è la G di Gigi (l’altra è la S di Silvia), il mio maestro per quella sera mi invita ad entrare e a farmi attirare non dalla disposizione dei banchi nel decidere dove sedermi, ma da una di quelle parole o frasi. Indecisa fino all’ultimo fra “Sarò maestro?” e “Non prediche ma pratiche”, decido infine per la prima e mi accomodo, le ginocchia all’altezza del petto. Il kit che ho di fronte prevede anche una penna e un cartoncino, strumenti indispensabili per interagire con la sequenza che sta per iniziare e contribuire a quello che prende il nome di “teatro dello spettatore”.

In “Lezione di classe” il momento teatrale diviene modalità dell’incontro con il fruitore ultimo del suo agire, per coinvolgerne le reazioni attraverso la memoria emotiva e (se lo desidera) la narrazione. Le due ore e più, che iniziano con l’accurato appello e vengono spezzate dall’intervallo/ricreazione (con tanto di merendina in versione grown-up), non rappresentano in un senso pienamente performativo, ma danno spazio ad una esercitazione-spettacolo sul tema della scuola. Ecco dunque l’idea non di parlarla (la scuola), ma di sperimentarla, nel registro della finzione teatrale. Uno stratagemma inteso per avanzare all’indietro e tentare un salto in avanti. E che sicuramente funziona, allorché riesce ad insinuarsi e a lavorare nelle segrete psicologiche di chi accetta di giocare.

Il personaggio principale è l’Asino. Chi non ha conosciuto un asino nella sua vita scolastica? Il chiacchierone, il pasticcione, quello irrequieto che non ne voleva sapere di studiare? E così, ciascuno con il suo ricordo di asininità, entra dentro la sequenza di proposte ludico-formative che conducono la riflessione. La piantina mentale della classe di allora, il banco del Somaro e le reazioni alle uscite quasi sempre inopportune di quest’ultimo ma anche l’inverosimile domanda dei grandi: “Che cosa farai da grande?” “Che cosa diventerai?” con una gradita digressione amletica a ricordare che quello comunque rimane un momento teatrale.E poi una gallerie di asinelli diventati più o meno famosi (come quel diavolo di un Pennacchioni – Pennac) ma anche la figura del Professore che non dimentico, quello che, come un giovane Holden che avrebbe voluto diventare ‘acchiappatore nella segale’, alla fine ti acchiappa davvero, proprio mentre stai per cadere sul bordo del precipizio, e rischia di cambiarti la vita.

Il ricordo dei dialoghi di allora attiva la domanda e la domanda di adesso definisce l’evento fino a risolvere il tema nel concetto dimenticato di amore educativo. Finale per nulla retorico, giacché per giungervi il lavoro d’aula avrà attraversato tutte le conseguenze di quell’assenza e coltivato la speranza di un divenire differente.Lettura di congedo e gradito regalo (appreso a memoria alla vecchia maniera come con le poesie e con i copioni) la poesia-preghiera di Erri de Luca “Valore” un testo da conservare che, come nella migliore tradizione formativa, farà da ponte (per chi lo desidera) fra l’attore e lo spettatore. Fino alla prossima volta.

Lezione di classe
un’idea di Gigi Gherzi
cura delle immagini e allestimento banchi: Teresa Ciulli
cura dell’evento: Tonio De Nitto
in classe: Gigi Gherzi e Silvia Civilla
regia: Gigi Gherzi
produzione: Terrammare Teatro
durata: 2h
applausi del pubblico: 25″

Visto a Lecce, Scuola elementare Cesare Battisti, il 13 aprile 2012


 

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