Isa Danieli per una Madre Coraggio attuale e multietnica

Madre coraggio
Madre coraggio
Una scena dello spettacolo (photo: ipocriti.com)

Il teatro può divertire, ma non è il fine delle opere di Brecht.
Secondo il regista, teorico e drammaturgo tedesco il teatro deve svolgere innanzitutto una missione sociale e avere una aspirazione educativa, di fronte alla quale gli intenti estetici ed artistici potrebbero uscirne penalizzati.
Il condizionale è d’obbligo di fronte a questo nuovo, sontuoso ed originale allestimento della compagnia Gli Ipocriti che vede protagonista una strepitosa Isa Danieli, attrice profondamente radicata alla tradizione teatrale italiana, ma capace di schizzarne fuori con disinvoltura e mestiere.

La guerra dei Trent’anni tra cattolici e protestanti che devasta gran parte dell’Europa tra il 1618 e il 1648 fa da sfondo alla storia della vivandiera Anna Fierling – detta ‘Madre Coraggio’ – e dei suoi figli, costretti a peregrinare da un campo di battaglia all’altro, spingendo un carro carico di cianfrusaglie da vendere ai soldati perché “la guerra è il momento migliore per i commerci”.

La regista Cristina Pezzoli sceglie di affiancare alla protagonista, dopo un provino durato più di due mesi, una compagnia numerosa, in larga parte giovane e multietnica, che sa donarsi con generosità e talento, perfettamente a suo agio nei panni di soldati, contadini, popolani, puttane, cuochi, preti e figli di padri diversi.

Il carro, arroccato in una pedana pendente, sembra quasi precipitare sul pubblico e ci ricorda che la vita è fatta di discese e salite: dipende da come la si guarda, proprio come la guerra, che strappa uno dopo l’altro i figli a Madre Coraggio, ma che lei, ostinata, continua a caldeggiare per non sprofondare almeno nella rovina economica.

L’arte è abituata ad illudere l’uomo, crea suggestioni, fornisce immagini distorte della realtà e rende vittime di una sorta di incantesimo che annebbia la mente.
Brecht combatte questa sorta di trance collettiva sbattendo in faccia al pubblico le urgenze storiche e sociali del suo tempo, esortando a vivere con senso critico il proprio mondo, senza subirlo.
Come poter rendere oggi questa stessa urgenza con un testo scritto quasi 70 anni fa?
La risposta è nel magistrale adattamento del testo affidato ad Antonio Tarantino, che ha lavorato un anno intero per tornare a parlare ad un pubblico del qui e dell’ora proprio come fece Brecht, sia nella forma delle parole sia nei contenuti: i ‘fottiti’ e i ‘vaffanculo’ riescono a far svettare la poesia invece di incrinarla, e le pagnotte della vivandiera ‘sbolognate’ invece che vendute rendono quei giovani soldati al macello più simili ai nostri. Si parla di Putin e di Anna Polytkovskaya e, oggi come allora, si dispensano consigli spiccioli: bada alla salute, pensa solo a campà.
Pasquale Scialò trasfigura le antiche musiche originali di Dessau, in marce e rap metropolitani al ritmo di colpi di bidone e bottiglie di plastica, come tamburi emigrati dal Bronx al fronte polacco.

Il pubblico, straordinariamente under 30 nel giorno della recita, accusa come un pugno in pancia le vicende dei coetanei Schweizerkas, Eilif e la muta Kattrin, immolati alla guerra. La Pezzoli, fedele agli intenti brechtiani, concede un solo, altissimo, momento di commozione: Madre Coraggio che reclama il cadavere della figlia morta fra il pubblico in sala. Si offrono due ragazzi, un po’ confusi. Il silenzio sembra di cemento. Afferrano quel piccolo corpo e lo poggiano là, sui sacchi accanto al palco, il tempo di qualche lacrima prima di riacchiappare il carretto e ripartire, con una marcetta, sordi alla lezione.

MADRE CORAGGIO
di Bertolt Brecht
adattamento di Antonio Tarantino
da una traduzione di Roberto Menin
interprete principale: Isa Danieli
e con Alarico Salaroli, Marco Zannoni, Lello Serao, Arianna Scommegna,
Xenia Bevitori, Carlo Caracciolo, Matteo Cremon, Antonio Fabbri, Tiziano Ferrari, Vesna Hrovatin, Paolo Li Volsi, Fabio Mascagni, Aurora Peres,
Sergio Raimondi, Luigi Tabita, Yang Shi
scene: Bruno Buonincontri
costumi: Gianluca Falaschi
musiche: Pasquale Scialò
luci: Cesare Accetta
regia: Cristina Pezzoli
produzione: Gli Ipocriti
durata: 2h 45′
applausi del pubblico: 2′ 53”

Visto a Recanati (MC), Teatro Persiani, il 22 febbraio 2008

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