MaMiMò: la strada dell’Indifferenza è lastricata di buone intenzioni

Photo: Nicolò Degl'Incerti Tocci
Photo: Nicolò Degl'Incerti Tocci

È un cammino alla ricerca della terra promessa l’ultimo lavoro di Pablo Solari, “L’indifferenza”, presentato al Teatro i di Milano. Un’indagine che ben s’inserisce nel percorso tematico della sala milanese, quest’anno dedicato agli Esodi.
Qui s’indaga il confine labile tra verità e menzogna, attraverso una costruzione drammaturgica simmetrica e polisemica puntellata da una regia accurata e un’interpretazione decisa.

Franco (Luca Mammoli) riceve la visita inaspettata di un uomo che rivela di essere a conoscenza del suo passato. Oggi marito affettuoso, circa dieci anni prima ha ucciso barbaramente una ragazzina in territorio di guerra Franco.
L’ospite inatteso dichiara di essere il padre della vittima, ma anche di non covare risentimento per l’assassino.
La scena si sposta poco dopo nel museo in cui lavora la moglie di Franco (Valeria Perdonò), che rivela di essere incinta nonostante i medici tempo addietro le avessero diagnosticato una sterilità irreversibile.

Una serie di circostanze condurrà i tre protagonisti a smentirsi e ad attraversare sfumature delle loro personalità ignote, a svelare desideri reconditi e bisogni inconfessabili.
L’ospite inatteso, interpretato da un sempre brillante Woody Neri, è presenza ambigua e inquietante: vestito candidamente, munito di libri sacri, si presenta dapprima come il padre della bambina morta in guerra, successivamente come testimone, e a fasi alterne come Dio o diavolo. È un’entità manichea, a metà tra bene e male. Ponendosi fra moglie e marito è in grado di far emergere i loro lati più ambigui, nascosti, sordidi.

“L’indifferenza” è una storia polisemica: sul piano letterale è la vicenda di un ex-soldato che annaspa tra orrori, seduzioni e tradimenti; sul piano allegorico, il personaggio misterioso interpretato da Neri è la coscienza umana capace di svelare gli abissi della coppia.
Valeria Perdonò conferisce grinta e sapidità a un personaggio che altrimenti rimarrebbe marginale. Luca Mammoli è protagonista di un’interpretazione fisica, viscerale.

Solari affronta temi quali il concetto di obbedienza, la distinzione di genere nei modelli educativi, la perfezione del male. Si evince come l’uomo e la donna abbiano raggiunto l’abisso dell’immoralità seguendo declinazioni diverse del concetto di obbedienza. A essere sotto accusa sono sia il metodo educativo occidentale, conservatore, paternalistico e misogino, sia il concetto di obbedienza in generale, che conduce alla deresponsabilizzazione, in ultima istanza all’indifferenza, fomentando brutalità e violenza nell’uomo, passività nella donna.
Il male e l’orrore (come la violenza sui minori durante la guerra) campeggiano nella pièce. In questa ricerca della terra promessa non mancano i riferimenti alle Scritture: dai testi religiosi citati dall’ospite inatteso, all’episodio biblico di Sara, moglie di Abramo, che rimane incinta in età avanzata sebbene fosse considerata sterile, ad elementi scenografici quali la mela posta sul tavolo, la croce e la Bibbia.

Un testo dai molti significati, ben strutturato, che poggia su una regia ritmata, nella quale si riconoscono però alcune ingenuità: in primis la banalizzazione dei simboli (la mela del peccato mangiata dopo l’uccisione della coscienza), poi il finale posticcio, con ripetizioni che finiscono paradossalmente per indebolirlo.

L’INDIFFERENZA
scritto e diretto da Pablo Solari
con Luca Mammoli, Woody Neri, Valeria Perdonò
scenografia e costumi Maddalena Oriani
sound design Alessandro Levrero
light design Fabio Bozzetta
coproduzione Teatro i / Centro Teatrale MaMiMò

durata: 1h 10’
applausi del pubblico: 2’

Visto a Milano, Teatro i, il 25 ottobre 2018

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