A Vignale in Danza Marco Augusto Chenevier gioca col pubblico

Quintetto (photo: Martina Pergami)
Quintetto (photo: Martina Pergami)

Con “Quintetto” e “Questo lavoro sull’arancia” il coreografo di Le 3 Plumes fa vivere allo spettatore la danza come esperienza fuori dai canoni

Era la fine degli anni Settanta quando nasceva a Vignale Monferrato, nel cuore delle colline patrimonio Unesco, uno dei più noti festival di danza italiani. Difficile pensare a un performer che non abbia danzato sul palco di questa importante rassegna proseguita per diverso tempo e poi interrotta.
Da qualche anno il progetto ha ripreso vita come Vignale in Danza, con la direzione artistica di Michela Maggiolo che, proprio a Vignale, ha mosso passi importanti nella sua formazione di danzatrice.

La rassegna si compone oggi di un lungo calendario che, da fine giugno ai primi di novembre, propone spettacoli e importanti momenti di confronto e formazione (rivolta soprattutto ai giovani) con diverse residenze e workshop condotti dagli artisti che si esibiscono in cartellone.

Il palco estivo viene allestito nella splendida cornice dei giardini bassi di Palazzo Callori, con il tramonto del sole che fa capolino dietro le americane con le luci. Qui abbiamo assistito a due serate particolari, a forte coinvolgimento del pubblico. Accanto a noi, grazie alla partnership con Abilitando, alcuni spettatori non vedenti hanno potuto assistere agli spettacoli attraverso l’impegno di alcuni volontari che audio-descrivevano le performance. Una scommessa di inclusione innovativa e riuscita.
Protagonista delle nostre due serate Marco Augusto Chenevier, coreografo, danzatore, attore, regista oltre che direttore artistico del festival T- Danse ad Aosta.

La prima performance, “Quintetto”, si svolge sul palco nudo.
In proscenio, su un lato, un mixer senza tecnico. L’artista è solo. Entra in scena e ne spiega il motivo. Racconta che lo spettacolo era stato pensato per cinque danzatori ma che, a causa di una serie di eventi (tra cui tagli di budget ministeriali), hanno abbandonato il progetto. Nel 2009 si chiamava “Montalcini tanz” e voleva essere un omaggio alla celebre scienziata, un gesto solidale visto che il suo Istituto di Ricerca aveva subito, in quel periodo, pesanti riduzioni nei sostegni economici dello Stato.
Il danzatore chiede quindi l’aiuto degli spettatori non solo per mettere in scena la replica, ma anche per “coprire” tutti gli aspetti del dietro le quinte, dai costumisti ai tecnici fino ai ballerini che lo affiancano. L’artista valdostano conduce così una serata di “delirio organizzato” (per citare il sottotitolo agli spettacoli che Paolo Rossi portava in scena qualche anno fa) all’interno della quale a lui spetta anche l’interpretazione di Rita Levi Montalcini, improbabile protagonista.
Inevitabili ed esilaranti le risate, condite da pillole di riflessione “a spot” che Chenevier inserisce a sorpresa riuscendo, ad esempio, a dar vita a piccoli frammenti di danza contemporanea sulle note di pezzi inattesi, riprodotti da alcuni spettatori arruolati nell’assurda veste di tecnici del suono.

Tutti possono essere artisti? O, per girare la prospettiva, l’artista non ha bisogno di nessuno e prosegue la sua opera indipendentemente dagli altri collaboratori?
Più che uno spettacolo la performance è un interessante esperimento a cavallo tra animazione (di livello) e provocazione, con pochi momenti di danza reale. Il pubblico di Vignale si è prestato alla messa in gioco in modo via via più cosciente di ciò che stava accadendo, con generosità e spontaneità. Ci resta l’interrogativo di ciò che accadrebbe altrove, ma forse è proprio questo il fine ultimo di “Quintetto”.

Questo lavoro sull'arancia (photo: Martina Pergami)
Questo lavoro sull’arancia (photo: Martina Pergami)

“Questo Lavoro sull’Arancia” è il titolo della seconda performance a cui assistiamo.
Il palco è nuovamente nudo, seppur dominato dal bianco del tappeto e del fondale. L’artista non è più solo ma affiancato dalla danzatrice Alessia Pinto.
“Voglio interrogarmi sulla natura del dispositivo scenico attraversandolo insieme al pubblico in un’ottica diversa, incentrata non sull’interpretazione del simbolo ma su dinamiche esperienziali condivise” scrive Chenevier nella presentazione, e mantiene gli intenti.
Nuovamente lo spettatore non si limita a guardare ciò che accade ma, forzato dagli eventi, può decidere di intervenire. Apparentemente è un gioco. All’entrata si viene forniti di un kit contenente alcuni oggetti, tra cui un’arancia. Una voce impersonale e automatica fornisce le istruzioni che interpreti e spettatori dovranno seguire. I vari step procedono gradatamente e si fondano su premi. Si viene così invitati, ad esempio, a creare un aeroplano di carta per poi lanciarlo in una determinata area del palco. Chi ci riesce viene immediatamente ricompensato in denaro. Poco a poco, tra sfide, risate, sconfitte e vittorie la posta in gioco si fa più alta, così come più interessante è il capitale in palio. In un tempo fissato si può quindi scegliere di impedire ai due protagonisti di mettere in atto piccole torture reciproche che, però, diventano sempre più gravose. Chi osa andare contro la maggioranza? Chi sceglie la dignità e il rispetto al posto del denaro?
Queste sono alcune delle riflessioni che la performance vuole stimolare, con un rimando alla celebre pellicola kubrickiana di cui riesce a rubare l’aspetto più inquietante, del quale ci si accorge solo una volta arrivati a casa.
Lo spettacolo non è però solo concentrato sulle reazioni dello spettatore, e regala pillole di danza contemporanea eseguite dai due danzatori (che ci sarebbe piaciuto vedere con più frequenza) all’interno dei diversi livelli di gioco.
L’idea di un contemporaneo che non sia pura intellettualità ma che si avvicini alle persone toccandole davvero, facendole entrare realmente nella performance, è il più importante e indiscutibile risultato che la poetica di questo lavoro porta con sé.

QUINTETTO
di e con: Marco Augusto Chenevier
produzione: Cie Les 3 Plumes
fotografo: Alex Brenner
con il sostegno di: Regione Autonoma Valle d’Aosta

durata: 50′

 

 

QUESTO LAVORO SULLL’ARANCIA
con: Marco Augusto Chenevier e Alessia Pinto
scena e luci: Andrea Sangiorgi
mentoring: Roberta Nicolai e Roberto Castello
produzione: TiDA e Cie Les 3 Plumes con il sostegno della Regione Autonoma Valle d’Aosta
con il sostegno di: MIBACT Sezione Generale Spettacolo dal vivo
fotografi: Cristina Valla et Claudio Di Paolo

durata: 50′

 

 

Visti a Vignale Monferrato, giardini di Palazzo Callori, il 9 e 10 luglio 2022

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