Ci sono artisti, nel nostro piccolo mondo teatrale italiano, che silenziosamente illuminano con la loro particolarissima poetica l’arte scenica del nostro Paese, artisti che non appartengono a nessuna chiesa o schieramento, che non fanno niente per vincere l’Ubu ma che lavorano sodo, fortificandosi prima all’ombra di maestri e poi diventando loro stessi maestri.
Uno di questi artisti è Marco Manchisi, autore napoletano e attore, poi trasferitosi a Modena per stare più vicino al suo maestro, Leo De Berardinis, che però se n’è andato.
Quando si dice Pulcinella è a lui che si pensa, alla sua maestria, alla poesia che immette nei suoi spettacoli, travolgendo tutto e tutti. Basta aver visto il “Malato immaginario” di Teatro Kismet per averne una prova lampante.
Ora il suo Pulcinella è protagonista di uno spettacolo per ragazzi, “I guai di Pulcinella, servo pennuto agli ordini di Zapppalà”, prodotto ovviamente non da un centro, come dovrebbe essere, ma meritoriamente da una piccola e coraggiosa compagnia di Ruvo di Puglia, La luna nel letto diretta da Michelangelo Campanale, con cui Manchisi sta affrontando anche “L’abito nuovo”, un testo di Eduardo De Filippo e Luigi Pirandello del 1935: il debutto è previsto dal 7 al 10 gennaio a Bari.
Con Manchisi abbiamo parlato della sua carriera, del suo maestro e di come è nata la sua “creatura”, nonché dei programmi futuri. Tra questi segnaliamo una replica de “I guai di Pulcinella” il 13 dicembre nella stagione per famiglie di Teatro Crest a Taranto.