Al via il 28 agosto la XVIII edizione del festival piemontese di circo contemporaneo, teatro e danza. Ce lo presenta il direttore artistico Fabrizio Gavosto
Mirabilia, ovvero la forza salvifica della cultura e delle arti di strada: dal circo al teatro, dalla danza alle performing art. Si chiamerà “Gimme shelter”, dal titolo di una canzone dei Rolling Stones, la XVIII edizione del festival cuneese che dal 28 agosto al 1° settembre vedrà sfilare quaranta compagnie tra italiane, francesi, svizzere, spagnole, bosniache, belghe, giapponesi, cilene: 220 repliche; 53 spazi per accogliere eventi, incontri, laboratori e masterclass.
Lo “storico” direttore artistico Fabrizio Gavosto ci presenta la kermesse. «È un’edizione dilatata nel tempo e negli spazi. Siamo partiti il 26 luglio e, dopo la pausa ferragostana e la tappa di Busca, arriveremo a Cuneo. Ci sono grosse novità in questo 2024, edizione complessa incentrata sullo spazio pubblico. Abbiamo ridimensionato il circo per virare verso il teatro, in primis verso la figura del clown teatrale. Nel cartellone figurano varie compagnie straniere, soprattutto spagnole e francesi. Abbiamo accantonato l’idea di spettacoli grandiosi. Abbiamo utilizzato il budget in passato destinato a spettacoli kolossal per andare tra la gente dei quartieri isolati di Cuneo. Desideravamo superare le barriere per incontrare le molteplici etnie che caratterizzano la città. Accogliendo la periferia. Portando il teatro dove non c’è, ad esempio nei parchi e nelle aree degradate. Vogliamo ricostruire gli spazi d’incontro di una volta, che si sono progressivamente perduti. Vogliamo teatralizzare gli spazi urbani anche attraverso la danza. Nei prossimi anni sarà questa la principale linea di sviluppo del festival: puntare alla multidisciplinare. Rilanciando anche il teatro di parola».
“Gimme shelter”: “Dammi riparo/rifugio”. Ancora una volta usate la grande musica, e una canzone contro la guerra, per dare un titolo e un’impronta al festival.
“Gimme shelter” è un brano del 1969 dei Rolling Stones. Di questo ha bisogno il mondo contemporaneo: di un non luogo che trasmetta bellezza, serenità, forza, coraggio. Con un riferimento anche a tematiche attuali, come la guerra e il diritto alla giustizia. Ma il primo obiettivo è trasmettere forza alle persone attraverso la bellezza dell’arte. Difendendo ed esaltando i valori della nostra civiltà. Magari attraverso uno spettacolo con artisti disabili, o partecipando all’ilarità di un clown che, attraverso la risata, denuncia la pena di morte. In Afghanistan si può essere giustiziati solo perché si ride o si canta. Abbiamo pensato di trasformare la città in un enorme nido, un rifugio in cui si possano battere le ali per trovare lo slancio del volo. Il testo dei Rolling Stones, con i suoi riferimenti alla guerra, è uno dei fogli excel su cui lavoriamo.
Ormai vi siete consolidati a Cuneo, città in cui siete arrivati in piena pandemia. Cos’è cambiato in questi anni, anche sul piano burocratico e organizzativo? Ora che l’emergenza sanitaria pare alle spalle, si può fare un bilancio di come la città ha risposto a Mirabilia, sia come pubblico, sia come istituzioni?
Il 2024 è molto più complesso sul piano burocratico. Sono cambiate varie normative, anche comunali. Piccole cose che influenzano un grande evento. Gli spettacoli sono solo la punta dell’iceberg di una macchina organizzativa più farraginosa. L’azione, prima della comunicazione, porta i risultati. L’aspetto positivo, sul piano dei contenuti, è la collaborazione con il Comune di Cuneo, che ci consente di rendere sistemiche delle iniziative a vantaggio dei giovani tra i 16 e i 25 anni, con appositi programmi di formazione. Stiamo coinvolgendo le scuole di circo per l’infanzia e persino le squadre di pallavolo. Prima della pandemia Mirabilia ospitava il pubblico del festival. Ora accoglie il pubblico della città.
A corredare l’arte, a Mirabilia ci saranno anche incontri, progetti e iniziative speciali. Ce ne vuoi parlare?
Intanto stiamo incontrando i funzionari e i festival cileni per realizzare una sorta di gemellaggio artistico e culturale. Stiamo realizzando a tal proposito convegni e tavoli di lavoro per organizzare, con altri operatori europei, una stagione cilena nel 2025. Segnalerei poi la Vetrina FNAS, creata per interfacciare progetti artistici finalizzati alla valorizzazione dello spazio pubblico. Il fine è anche di facilitare la circuitazione internazionale delle compagnie italiane emergenti nella danza, nelle arti performative e nel circo. Mi è capitato di vedere realtà appartenenti a Vetrina FNAS esibirsi in Portogallo, Spagna e Francia.
Come immagini il futuro di Mirabilia, ormai maggiorenne e patentato?
Mirabilia è già futuro. Molte compagnie straniere vengono a Cuneo, sovvenzionate dai propri enti, perché vi trovano una vetrina internazionale. Compagnie svizzere, spagnole e francesi pensano a Mirabilia come alla prima tappa della loro internazionalizzazione. Rappresentanti di 150 Paesi, di tutti i continenti, sono qui a visionare e acquistare i nostri spettacoli. Alcune compagnie si chiedono se preferire Cuneo ad Avignone ed Edimburgo, e magari scoprono che Mirabilia è più economica e offre loro più spazio. Questo malgrado il fatto che siamo un festival piccolo, senza i mezzi di tanti competitor. Se il prossimo anno torneremo a essere un festival di grandi eventi, ciò accadrà perché i piccoli e medi eventi saranno appannaggio di piccole e medie compagnie che verranno a Cuneo a promuovere i loro spettacoli per il mondo.