Dopo Roma, Milano, Catania… anche Napoli ha “agito” venerdì scorso, con l’occupazione dell’Ex Asilo Filangieri da parte de La Balena, collettivo dei lavoratori precari dello spettacolo e dell’immateriale della città.
Il luogo – scelto non a caso – sede della Fondazione del Forum Universale delle Culture, ma prima di adesso sottoutilizzato perché privo di una reale destinazione d’uso, diventa ora l’Asilo della Conoscenza e della Creatività, dove sperimentare e sviluppare in maniera permanente, con tutte le forze e le risorse attive da tempo nel territorio, l’insieme delle attività e dei processi produttivi della creazione.
Questo è l’intento dichiarato.
“Asilo” inteso quindi come quel luogo nel quale il singolo sperimenta per la prima volta la socialità che, nella frequentazione quotidiana, fonda la comunità. La comunità si nutre e si lascia contaminare dalla creatività dei singoli, sviluppando un nuovo modello di autoformazione e produzione collettiva.
Accomunati dal disagio e dal dissenso, i lavoratori dello spettacolo hanno deciso di riunirsi per immaginare insieme un programma di rinnovamento della città. Proprio per questo si riconoscono nella balena, enorme mammifero che si muove “in vasti spazi di azione, attraverso la costruzione di un immaginario dove tutto è ancora da inventare e da riscrivere, dove nulla sembra impossibile: gli oceani”.
“E’ finito il tempo dell’incertezza e si è inaugurata la stagione della partecipazione ad un processo costituente di nuove pratiche dell’immaginario collettivo”, recita il comunicato stampa circolato in seguito alla conferenza stampa tenuta il primo giorno di occupazione, lo scorso 2 marzo.
L’occupazione e la prima assemblea pubblica (partita nel pomeriggio di lunedì e protrattisi fino a sera) hanno visto la partecipazione attiva di operatori della cultura, dello spettacolo, dell’arte, di lavoratori della conoscenza e cittadini, in una dinamica assembleare di approfondimento delle diverse sfumature e declinazioni dei concetti e delle pratiche legate all’idea di Bene Comune.
“Siamo una componente di quel Quinto Stato ormai consapevole, in tutto il Paese, dell’urgenza di ridefinire e riformulare il rapporto tra cultura, politica ed economia. L’occupazione degli spazi è la prima azione realizzata da tutte quelle realtà nazionali che negli ultimi mesi sono impegnate in esperimenti di riappropriazione e autogoverno di istituzioni e luoghi della cultura: il Teatro Valle Occupato di Roma, l’Ex-Cinema Palazzo di Roma, i lavoratori dell’arte di Milano, il Teatro Coppola di Catania, l’Arsenale di Palermo, S.a.l.e. Docks di Venezia”.
Il collettivo La Balena rileva le reazioni positive provenienti da parte delle istituzioni cittadine, consapevole che il tempo già scaduto preme verso l’urgenza di processi di trasformazione reali ed effettivi capaci di coinvolgere efficacemente e in maniera trasparente tutti gli attori interessati.
La cultura e le sue dinamiche produttive devono essere considerate come possibilità e risorse irrinunciabili che consentano al territorio di immaginare scenari in trasformazione.
D’altronde “Se un canto non saccheggia una stazione, a che serve la corrente alternata?” (Vladimir Majakovskij).
Vi lasciamo ora al video sui primi tre giorni di vita de La Balena, da loro realizzato.