Patrizia Cavola, danzatrice, coreografa e direttrice artistica del festival, ci anticipa il programma 2023
Comincia sabato 13 maggio, e andrà avanti fino all’inizio di luglio, a Velletri, nei Castelli Romani, la quarta edizione del festival Paesaggi del Corpo, realizzato dall’associazione culturale La Scatola dell’Arte con il contributo di MiC – Ministero della Cultura e Regione Lazio, in collaborazione con la Fondazione di Partecipazione Arte e Cultura Città di Velletri e con il patrocinio del Comune di Velletri.
Abbiamo rivolto qualche domanda alla sua direttrice artistica, Patrizia Cavola, per conoscere meglio questa realtà.
“Memorie” è il titolo della quarta edizione del festival. Come si svilupperà questo rapporto fra corpo e memoria nel programma?
Il titolo del festival 2023, “Memorie”, scaturisce dalla sensibilità e dall’accento che si è voluto porre nella scelta di alcuni lavori su riflessioni, racconti e biografie che delineano un viaggio interiore che gli artisti offrono al pubblico attraverso corpi sapienti e testimoni di importanti percorsi artistici.
E’ il caso di “Miss Lala al Circo Fernando” di Chiara Frigo, che ha come protagonista Marigia Maggipinto, storica interprete del Tanztheater di Wuppertal di Pina Bausch, che si lascerà dirigere dal pubblico nella costruzione della performance attraverso la scelta di ricordi e materiali provenienti dall’esperienza con la grande maestra del teatro danza internazionale. Porta in scena, invece, la memoria di donne la compagnia spagnola Mariantónia Oliver, in programma con il progetto “Las Muchísimas”, che prevede l’inserimento di donne over 60 del territorio attraverso un percorso laboratoriale. Quindi la memoria dei luoghi, l’influenza della storia e delle caratteristiche del luogo sulla persona, la relazione essere umano – spazio. Il concetto di “abitare” sarà indagato in “Anime”, della Compagnia Atacama, in prima nazionale e in coproduzione con Paesaggi del Corpo.
Quest’attenzione sulle memorie sarà anche un’occasione per riflettere sul valore innovativo delle performance e dei linguaggi che generano un contrasto positivo di intenti uniti nel segno della contemporaneità e al tempo stesso della memoria.
Velletri sta quindi per essere invasa da 33 spettacoli e 21 compagnie provenienti dall’Italia e dall’estero. Ma in cosa Paesaggi del Corpo è unico nel panorama dei festival di danza contemporanea?
L’identità del festival si definisce nel proporre esperienze nel campo della danza in ascolto con il territorio, mettendo in atto momenti di incontro e confronto tra le arti, e fra artisti e cittadinanza. Si articola in spettacoli a teatro indoor e performance site specific e di danza urbana outdoor, percorsi di residenza creativa, formazione e laboratori di ricerca, incontri di approfondimento, progetti speciali a carattere multidisciplinare volti a creare momenti di relazione tra la danza e altre arti come l’arte visiva, la scrittura, la musica, le nuove tecnologie. La progettualità di Paesaggi del Corpo opera per il decentramento e il riequilibrio dell’offerta culturale e di spettacolo dal vivo; inoltre rappresenta una proposta di alta qualità nel territorio della provincia di Roma, che risponde ad un bisogno concreto della comunità di arte, cultura, bellezza.
Ci sembra che Paesaggi del Corpo sia una proposta unica nel territorio che abita, e ha tra i suoi fini la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della città di Velletri.
Il programma, tutto incentrato sulle differenti declinazioni dei linguaggi della danza contemporanea, raccoglie al suo interno diverse sezioni, strutturate in forma di dialogo: tra corpo/danza e architetture/beni culturali/paesaggi urbani, tra percorso creativo e percorso pedagogico, tra danza e comunità, tra danza, poesia, letteratura, arti visive e musica.
Noti un’evoluzione nei linguaggi della danza contemporanea? Quali “paesaggi” potremo vedere nei prossimi anni?
Sì, negli ultimi anni c’è stata una grande evoluzione dal punto di vista artistico nel panorama della danza contemporanea. Ci sono molti artisti, sia consolidati che giovani autori, che portano avanti percorsi di ricerca interessanti. Anche nell’ambito della formazione oggi i giovani danzatori hanno la possibilità di frequentare programmi di perfezionamento nei linguaggi del contemporaneo che anni fa non esistevano in Italia. Purtroppo non c’è ancora il giusto sostegno al settore, e mancano politiche culturali che permettano lo sviluppo del sistema danza e l’investimento economico adeguato a questo fermento artistico.
Appuntamento quindi alla giornata inaugurale, il 13 maggio, durante la quale nel pomeriggio (16.30-19.30) alla Casa delle Culture e della Musica di Velletri proseguirà il progetto Dance System organizzato da Theatron 2.0 per la realizzazione di conferenze, tavole rotonde e dibattiti intorno alla danza contemporanea in Italia e all’estero. L’appuntamento, a cura di Lucrezia Ercolani, verterà sulla relazione tra la danza e la sue fonti.
Alle ore 21, al Teatro Artemisio Gian Maria Volontè, spazio al primo spettacolo del festival con la Compagnia Abbondanza Bertoni e l’assolo “C’è vita su Venere”, un viaggio verso l’interno e verso l’altrove.
Negli appuntamenti successivi, che proseguono fino al 2 luglio, protagonisti saranno i linguaggi di Balletto Civile, EgriBiancoDanza, la già citata compagnia Atacama così come Chiara Frigo, e ancora Marco D’Agostin, Artemis Danza, Fabrizio Favale & First Rose, Compagnia Naturalis Labor, [RITMI SOTTERRANEI] Contemporary Dance Company, Mandala Dance Company, Fabula Saltica, Valeria Loprieno, Noemi Piva, Manolo Perazzi, Uscite Di Emergenza, Create Danza, KINESIS CDC, VIdavè/Movimento Danza.
Saranno presenti al festival anche formazioni internazionali: oltre alla compagnia spagnola Mariantónia Oliver, anche Cie Art Mouv’ dalla Francia, Tanz Harz dalla Germania, Eirad Ben Gal da Israele e Zawirowania Dance Theatre dalla Polonia.
Il calendario completo è consultabile a questo link.