Il teatro italiano è senza dubbio ferito, come del resto la gran parte dei teatri di tutto il mondo. Fiaccato dalle chiusure, quello dei palcoscenici è tra i settori più travolti dall’emergenza Covid-19. Le conseguenze ormai le conosciamo bene: spettacoli annullati, sale chiuse al pubblico, incertezza sul futuro. Eppure la resistenza dei teatranti dimostra in molti casi l’amore vero per il proprio lavoro. Ma c’è da chiedersi quali siano le strategie di sopravvivenza soprattutto per i più piccoli, per chi non ha grandi strutture alle spalle.
Ve ne raccontiamo una oggi, ad opera del Teatro Stabile di Torino che, per il mese di aprile, ha deciso di ospitare, al Teatro Carignano e al Teatro Gobetti, alcune compagnie indipendenti dello scenario torinese, dando vita al progetto “Palcoscenici ‘occupati’ dalle compagnie e dagli artisti del territorio, tra lavoro e alta formazione professionale”.
Ne abbiamo parlato con Barbara Ferrato, responsabile area artistica, programmazione e formazione dello Stabile di Torino: “Il progetto è nato in maniera piuttosto rocambolesca quando ci siamo trovati di fronte alle nuove disposizioni di legge, che rimandavano ancora una volta la riapertura dei teatri – ci confida – Non potendo quindi riprendere le nostre attività, insieme al direttore Filippo Fonsatti, si è iniziato a pensare a cosa fare, o meglio, a come sfruttare questo ulteriore periodo di sospensione. Nel frattempo i colleghi del Teatro Mercadante di Napoli e del Piccolo di Milano, così come altre città italiane [si veda il Globe Theatre a Roma, ndr], vivevano l’occupazione dei teatri per rivendicare maggiori tutele e sollecitare la ripresa del lavoro. Da un confronto con loro è scaturita l’idea: perché non occupiamo noi stessi i teatri che rappresentiamo? Abbiamo così pensato a questo progetto, che vuole essere un modello diverso di “occupazione”, e lo abbiamo realizzato accogliendo sei compagnie indipendenti del territorio torinese, molto spesso associazioni non dotate per esempio di palcoscenici attrezzati, a cui abbiamo dato sia la possibilità di provare gli spettacoli in cantiere con un supporto tecnico professionale, sia una concreta opportunità di lavoro e reddito”.
Un’iniziativa pragmatica dunque, quella dello Stabile, che ha messo a disposizione due palcoscenici prestigiosi, quello del Carignano e quello del Gobetti, con dotazione illuminotecnica e fonica, supporto del personale tecnico/professionale interno e assunzione, tramite contratto di scrittura, degli artisti e delle maestranze impiegate nel progetto.
Sei le compagnie che sono state scelte: Lab Perm, Piccola Compagnia della Magnolia, Accademia dei Folli, Mulino ad Arte, Asterlizze Teatro e Giacopini-Vacis.
“Nella scelta ci siamo fatti guidare dalle nostre esperienze passate, ripescando quelle realtà indipendenti, attive sul territorio, che abbiamo già avuto modo di intercettare ma con le quali poi non c’è stata la possibilità di concretizzare la conoscenza per tutta una serie di motivi. Abbiamo allora costruito un patchwork, cercando di differenziare il più possibile i vari pezzi che lo compongono, affiancando artisti che hanno alle spalle un background e modalità teatrali diverse. Spinti, in questo processo, anche dalla volontà di creare con loro ipotesi di programmazioni future per intensificare la collaborazione attuale. C’è infatti da dire che, alcune di queste recite, saranno inserite nel cartellone della seconda rassegna di Summer Plays, prevista tra fine giugno e luglio 2021, e tutte sono accomunate sia dal fatto di essere creazioni contemporanee messe in scena da giovani talenti, sia dal dimostrare una spiccata attenzione per i temi del presente”.
E durante le prove dei sei spettacoli, la direzione e i responsabili delle aree programmazione e produzione hanno avuto modo di seguire lo svolgimento dei lavori.
“Durante la settimana di permanenza delle compagnie abbiamo voluto creare un momento di condivisione e restituzione di un processo creativo particolarmente delicato, soprattutto nella fase di prova e di assestamento di uno spettacolo. È stato molto bello partecipare ai vari momenti di lavoro vissuti dagli artisti ed esserne in qualche modo testimoni – continua Barbara – E a tutti loro auguro che continuino a svolgere il proprio mestiere e a scrivere testi da rappresentare, e che da questa esperienza traggano linfa per il futuro del nostro rapporto, che la creatività non venga mai minata perché segno di speranza e motivo di slancio oggi per ripartire”.
Ricapitolando: sei compagnie indipendenti, 43 giorni di permanenza, 40 lavoratori scritturati tra attori, attrici, registi, maestranze, partecipanti al workshop e videomaker/blogger che documenteranno l’intero lavoro attraverso un diario in streaming, per un totale di circa 300 giornate lavorative retribuite.
Ecco che allora, in una realtà che resta sospesa in attesa di quello che sarà, colpisce lo spirito positivo e propositivo del settore teatrale mentre resiste, e cresce ogni giorno di più, una sana voglia di rilancio.
Segnaliamo infine che, dal 20 al 29 aprile, il Teatro Stabile propone un laboratorio di alta formazione professionale, tenuto dal direttore artistico Valerio Binasco, sostenuto grazie a borse di studio finanziate dai Rotary Club del distretto 2031 Gruppo TO5. Rivolto a quattro attori e quattro attrici del territorio under 35, e a 12 uditori e 12 uditrici, si affronteranno i limiti individuali che ostacolano l’espressività.
Le sei compagnie in prova al Teatro Carignano e al Teatro Gobetti:
L’ARTE DEL VIVERE E DEL MORIRE – Tragodìa Project
scritto e diretto da Domenico Castaldo
LabPerm
UN PIANETA CI VUOLE
… c’è nessuno?
di Ugo Dighero, Daniele Ronco, Marco Melloni
con Ugo Dighero, Daniele Ronco
regia Luigi Saravo
Produzione Mulino ad Arte
DALL’ALTRA PARTE
di Ariel Dorfman
con Giovanna Rossi, Enrico Dusio, Gianluca Gambino
regia Carlo Roncaglia
Accademia dei Folli
UNA COSA CHE SO DI CERTO
di Alba Maria Porto
regia Alba Maria Porto
drammaturgia originale di Alba Maria Porto e Giulia Ottaviano
Asterlizze Teatro
ALDIQUÀ DI TUTTO
di Christian di Filippo
regia Marta Cortellazzo Wiel
con Alessandro Anglani, Noemi Grasso, Marcello Spinetta, Beatrice Vecchione, Christian di Filippo
Piccola Compagnia della Magnolia
SIGNORINA, LEI È UN MASCHIO O UNA FEMMINA?
uno spettacolo di Gloria Giacopini e Giulietta Vacis
con Gloria Giacopini
Giacopini-Vacis