Parabole fra i sanpietrini 2013: c’è bisogno di teatro

Giulia Taglienti e Maria Zamponi
Giulia Taglienti e Maria Zamponi
Da sinistra: Maria Zamponi e Giulia Taglienti
Parabole fra i sanpietrini è stata senza dubbio la novità dell’anno nella foresta teatrale romana, e stasera riparte per proseguire fino al 25 maggio.
In occasione dell’inaugurazione e del primo spettacolo, “Soprailcielodisanbasilio” di 20ChiaviTeatro, nei confermati spazi del Forte Fanfulla, abbiamo incontrato le ideatrici e organizzatrici: Francesca Montanino, Giulia Taglienti e Maria Zamponi, riunite sotto l’insegna OffRome, realtà attiva dal 2011 che si occupa di realizzare e promuovere eventi culturali e artistici.

La seconda edizione di Parabole fra i Sanpietrini ha per sottotitolo “C’è bisogno”. Ma di quale teatro c’è realmente bisogno?

Il nostro sottotitolo indica una necessità reale di trovare nuovi spazi, capaci di investire sulle giovani compagnie, specie in una città difficile e non sempre ospitale come Roma. Offrire loro un palcoscenico dove potersi sperimentare, confrontare con il pubblico, generare occasioni fertili di scambio. Un terreno protetto, insomma, che possa farsi anche luogo dell’errore se necessario, ma aperto a leggere nello sconosciuto i semi di una bellezza emergente. La prima edizione di Parabole e la tipologia di evento che, grazie alle nostre sinergie, si è creato, ha permesso di fondare queste basi. Ora vogliamo andare sempre più a fondo in questa direzione. C’è n’è bisogno.

Vi siete battezzate OffRome, fuori da quale Roma state andando?
Andiamo dovunque sia possibile generare degli scambi, conoscere realtà artistiche che operano in maniera virtuosa verso i loro obiettivi. Guardiamo ai confini di Roma, alla sua periferia, alla provincia, fino a spostarci in altre regioni, vicine e lontane. Ci chiamiamo OffRome perché da Roma partiamo, ma a Roma non vogliamo fermarci. Semmai contaminarla, riempirla di interferenze con altri luoghi e visioni.

L’anno scorso nella rassegna si sono alternate realtà romane con compagnie provenienti da altre parti d’Italia. Quest’anno invece avete puntato quasi esclusivamente su nomi da fuori Roma. A cosa è dovuta questa inversione di rotta?
Semplicemente a mantenere e rendere evidente l’obiettivo per il quale Parabole fra i sanpietrini e OffRome sono nate: il desiderio di vedere cose nuove, o almeno provarci; dare la possibilità a giovani realtà etichettate spesso sotto il nome di “off” di circuitare. Il nostro intento è la mobilità geografica: cercare il più possibile scambi e contaminazioni geografiche e artistiche. Per questo motivo quest’anno Parabole è in collaborazione con un altro spazio Arci di Torino, Le Officine Corsare, dove graviteranno quattro gruppi romani. Tutto nell’ottica dello scambio e della mobilità continua.

Credo che uno dei successi della prima edizione sia stata la location scelta (i nuovi spazi del Forte Fanfulla) dove si riesce a intercettare anche un pubblico non prettamente “teatrale”. Da dove nasce questa sinergia?

Crediamo che tutte le cose di successo – e la scorsa edizione è stata un piccolo successo – nascono per una reale necessità; il nostro marchio di fabbrica sta diventando sempre più l’interazione tra performance e spazi non convenzionali, con una componente legata al cibo piuttosto presente. E’ evidente in eventi da noi organizzati come Ingrediente F (rassegna al femminile che si è svolta a settembre alla Domus Talenti, una sala all’interno di un albergo a 4 stelle) o la nuova serie di “Se il teatro è in…”, una sorta di teatro itinerante per spazi non teatrali, realizzato fino ad oggi nella campagna Toscana e in una vecchia stazione a Forlì. Rispecchia un po’ quello che ci piacerebbe andare a vedere, e quindi riproponiamo questo tipo di prodotto. La fortuna, in questo caso specifico, è stata quella di trovare persone come i ragazzi del Forte Fanfulla, disponibili e da subito entusiasti del progetto. Lo hanno dimostrato non solo offrendoci il loro spazio ma collaborando, laddove possibile, attivamente e creativamente con noi.

Quest’anno avete fatto un lavoro maggiore sul territorio, coinvolgendo attività commerciali della zona (e ben quattro aziende vinicole!). Come si svilupperanno queste partnership?
Quest’anno ci piaceva allargarci un po’, e ci piaceva anche molto l’idea di Parabole come una festa di quartiere, una fiera, un mercato, una piazza dove realtà di diversa provenienza si incontrassero, portando ognuno il proprio contributo, anche culinario. Oltre alle aziende vinicole abbiamo trovato sostegno in uno sponsor in ambito di gelateria e pasticceria e in una pizzeria, che stanno sostenendo l’iniziativa. Un’altra collaborazione di cui siamo felici è quella con un salone di parrucchiere piuttosto noto per la sua linea ‘rock’: all’interno dei loro saloni (nei quartieri di Monti e Pigneto) faremo, per due volte al mese, all’ora dell’aperitivo, delle piccole preview e performance che avranno lo scopo di estendere un po’ lo spirito del festival per altre zone di Roma, un po’ tipo “Space Invaders”! In generale c’è una collaborazione attiva sul territorio ma che arriva anche a coinvolgere le aziende agricole della campagna romana.

Consigliateci tre spettacoli imperdibili di questa edizione.
Non si può rispondere in questi termini alla domanda! Possiamo dirvi che ospiteremo dei debutti come “La Salute Degli Infermi” della Compagnia Barone Chieli Ferrari, “Tricher tre trequarti/studio per Tricher 4_selodicelaTValloraèvero” del collettivo Mo.Lem e “GabbiaNo” di Vanaclù, e questo ci lusinga parecchio, ma crediamo che la qualità di tutti i lavori presentati sia davvero alta.
 

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  1. says: federico di fiume

    non si va da nessuna parte quando chi non è preparato pensa di poter organizzare.
    non sono miei pensieri, ma parole di una delle due di cui sopra.

  2. says: federico di fiume

    direi che a questo punto potremmo anche intervistare il macellaio dietro l’angolo circa la situazione teatrale romana