#Pasolini100. Non applaudite né fischiate: discutete

Incontro col pubblico al deposito di Arte presente
Incontro col pubblico al Deposito d'Arte Presente

A cento anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, con “Orgia” ricordiamo il primo testo per il teatro, che aveva debuttato a Torino nel 1968

L’intellettuale scomodo, il poeta corsaro, l’intellettuale più controverso d’Italia, il più scandaloso del Novecento, profetico e sempre attuale… tante sono le definizioni che gli sono state state attribuite, altrettante sono probabilmente le sfaccettature mancanti.
Nel centenario (oggi) della nascita di Pier Paolo Pasolini, si moltiplicano le manifestazioni per ricordare l’opera e l’uomo: il suo impegno, la vita, le opere artistiche.

Fra le innumerevoli iniziative e i numerosissimi documenti disponibili anche online, segnaliamo l’iniziativa del Teatro Stabile di Torino, che rende omaggio a una delle voci artistiche più potenti e controverse del secolo scorso riproponendo il confronto tra Pasolini e il pubblico all’indomani del debutto, proprio a Torino, di “Orgia”, una tragedia in versi che lo Stabile aveva prodotto per la stagione 1968/69 e vedeva Pasolini autore e regista. In scena Laura Betti, Giammarco Nedile e Luigi Mezzanotte, con le musiche di Ennio Morricone.

“La prima stesura di ‘Orgia’ è della primavera del 1965 – scriveva Pasolini sul foglio di sala, precisando come l’avvicinamento al teatro arrivasse “dopo un lungo odio per il teatro, che non è detto si sia placato” – Era la prima cosa che scrivevo per il teatro […] In quella primavera del ’65, convalescente dall’unica malattia della mia vita, appena ho potuto prendere una penna in mano, ho cominciato a scrivere”.

Nel dicembre ’68 vi era stata una prima serie di recite al Deposito d’Arte Presente, un luogo espositivo in cui, alla fine degli anni ’60, Pasolini, Piero Gilardi e Mario Merz, in collaborazione con altri artisti, ideavano mostre, rappresentazioni e performance, e dove infatti “Orgia” aveva debuttato il 27 novembre, per poi proseguire le sue recite nel Salone sotterraneo dell’Unione Culturale. Solo dopo l’interruzione natalizia lo spettacolo era arrivato al Teatro Gobetti. La scelta era stata dello stesso Pasolini, che voleva uscire dalle usuali sale teatrali per riaffermare il suo desiderio di rinnovare il rapporto con gli spettatori, e allo stesso tempo muovere un passo verso pubblici non teatrali ma culturalmente vivi.

Torino in quel periodo era una città militante attraversata da forti tensioni sociali e culturali: le lotte studentesche si incrociavano a quelle operaie, il ’68 si chiudeva con l’Autunno Caldo e il ’69 avrebbe visto la nascita di Lotta Continua. Anche nell’ottica di una maggior partecipazione democratica erano stati quindi organizzati diversi momenti di confronto con il pubblico.

Lo Stabile, attraverso l’interessante archivio del suo Centro Studi, propone oggi le risposte di Pasolini alle domande del pubblico, rendendo disponibili gli audio originali di quel momento di confronto con gli spettatori, e intitolandolo in modo significativo “Non applaudite né fischiate: discutete“, un dialogo che – partendo dallo spettacolo – aveva coinvolto anche altre tematiche, dagli operai Fiat a Gramsci alla cultura di massa…
Riproposta oggi, questa occasione di dibattito pubblico diventa – come la descrive con efficacia lo Stabile – “una sorta di audio-ritratto di un momento di partecipazione animata alla vita teatrale della città”. Un confronto vivo e schietto di cui, in questi giorni, si sente ancor di più la mancanza.

L’ora è confusa, e noi come perduti la viviamo“.
(P.P. Pasolini, Una polemica in versi)

Orgia 
di Pier Paolo Pasolini
regia di Pier Paolo Pasolini
struttura scenica e simboli di Mario Ceroli
musiche di Ennio Morricone
con: Laura Betti (Donna), Luigi Mezzanotte (Uomo), Nelide Giammarco (Ragazza)
alla tromba Tolmino Marianini

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