Pater Familias. Il sacrificio di Kronoteatro al ‘mostro’

Kronoteatro - Pater Familias
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Kronoteatro – Pater Familias

Kronoteatro, compagnia ligure nata nel 2004, ha presentato al Festival delle Colline Torinesi “Pater Familias _dentro le mura”, lavoro inserito all’interno del progetto Familia, trilogia teatrale su tematiche generazionali.

Il testo della drammaturga Fiammetta Carena è crudo, parla di un conflitto generazionale che sfocia in violenza, passando attraverso il disagio del rapporto tra una nuova generazione senza valori e quella “passata”, strettamente legata alla cultura del lavoro.

In scena un padre e un figlio, simbolo dello scontro, della mancata comunicazione. Ma anche gli amici del figlio, il branco, per una narrazione duplice.

Padre e figlio senza possibilità di dialogo si ritrovano e scontrano in un mondo onirico e sognante, delimitato da un labirinto in miniatura di legno costruito dal padre, ossessionato dalla manualità e dal bisogno di non avere “le mani in mano”. Sarà questo labirinto a diventare il luogo in cui, seguendo la mitologia, si muove il Minotauro, essere umanoide dominato dall’istinto animale a cui sono offerte in pasto giovani vite.
Ma il labirinto pare essere anche la gabbia nel quale è rinchiuso il branco. Gabbia del sabato sera, gabbia del bisogno di un’irriverenza totale, del disprezzo di tutto ciò che è diverso.

La scenografia, costituita da sei grandi tavoli di legno, diventa con il passare del tempo la gabbia al cui interno si muovono i sei giovani protagonisti. Uno spazio in cui si compiono i loro atti violenti e in cui non c’è possibilità di redenzione né di confronto.
Lui, il figlio, in conflitto con il padre, diventerà zimbello dei suoi amici, che gli chiederanno una prova del suo essere “come loro”.

Ad accompagnare il testo una musica elettronica che sottolinea la necessità del branco di stordirsi, di giocare duro con la vita: razzismo, strupro, fino al sacrificio finale del padre come offerta al nuovo Minotauro. Il branco è diventato bestia che si ciba di carne umana.

La scelta di Kronoteatro è diretta ad una trasposizione “fisica” del testo. La compagnia è giovane e gli attori ancor di più, e sicuramente confrontarsi con un testo del genere non è facile.
I ragazzi in scena, rasati e vestiti di nero, si muovono e danzano per lasciar emergere dal gesto quella violenza che forse, a parole, non saprebbero rappresentare. Ma anche per la figura del padre, il povero “stronzo”, è data una lettura estetica: dimesso negli abiti e nei modi, cerca di imporsi al figlio senza successo, trovando la forza di affrontarlo solo vestendo i panni del Minotauro nel suo labirinto privato.

Kronoteatro propone un testo violento che forse, in questa ricerca dell’estetica, perde a tratti la sua forza. La musica martellante dovrebbe stordire gli stessi spettatori lasciandoli uscire confusi. Ma non è così. Si esce con la sensazione che lo spettacolo abbia bisogno di un’ulteriore indagine sul piano drammaturgico, funzionale ad un maggior equilbrio delle sue componenti.

PATER FAMILIAS Dentro le Mura
di Fiammetta Carena
regia: Maurizio Sguotti
in scena: Tommaso Bianco, Alberto Costa, Vittorio Gerosa, Alex Nesti, Nicolò Puppo, Maurizio Sguotti
scene e costumi: Francesca Marsella
musiche e luci: Enzo Monteverde
movimenti: Davide Frangioni
produzione: Kronoteatro
durata: 55′
applausi del pubblico: 2′ 15”

Visto a Torino, Cavallerizza Reale, il 7 giugno 2012

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