«Anche le storie riguardano fondamentalmente le relazioni spaziali. La vicinanza dei corpi. Il tempo è semplicemente ciò che interferisce con questo». Così il disegnatore Dylan Horrocks, attraverso il suo alter ego immaginario Emil Kopen, apre il capolavoro a fumetti “Hicksville”. Di contro, non esiste alcun tempo assoluto, vero, matematico e indipendente dalle storie e dalla loro mappatura, ma solo il tempo prossimo di una distanza, quella tra la parola e il silenzio, tra un corpo e un altro.
E nel caso di “Próximo”, ultimo lavoro di Claudio Tolcachir andato in scena al Teatro Franco Parenti di Milano in collaborazione con Zona K (nell’ambito del Focus Technology), tra un server e un altro.
L’amore ai tempi di internet. Una lontananza spaziale che è abisso. I fusi orari capovolti. L’intreccio di “Próximo” si basa proprio sul dualismo fra geografia e storia. Il drammaturgo e regista argentino si fa carico del racconto di quella “soglia sconosciuta che ci separa per sempre” e che per opposto dà un valore alla prossimità. Ovvero, la distanza. Che qui si traduce in sintonia, un improvviso lampo di riconoscimento fra coloro che questa distanza la abitano: Pablo ed Elian, i due protagonisti, interpretati egregiamente da Lautaro Perotti e Santi Marín, fuori dal circuito della loro vita reale.
Nello specifico, Pablo ed Elian sono due uomini apparentemente molto diversi, per certi versi opposti, che vivono in luoghi agli antipodi (il primo in Australia, il secondo in Spagna). Sono accomunati dalla lingua (lo spagnolo) e sospesi tra i frammenti della loro trama amorosa.
Pablo vive la marginalità dell’emigrante e la solitudine di chi sta fuori da un circuito. Elian vive la marginalità di una carriera patinata che lo allontana dall’autenticità. Intimi e separati a un tempo, i due uomini si sentono vivi solo quando si connettono. Tolcachir li inserisce in realtà non neutre, intersecate e sovrapposte, che definiscono i confini della loro relazione: quella della rete e quella del teatro.
Se la rete sembra rappresentare la possibilità di fuggire dalle consuetudini per Elian, per Pablo essa è l’unica chance per accedere alla vita stessa, in un Paese come l’Australia di cui non comprende neppure la lingua. Una geografia contraddittoria per i due amanti che non si sono mai incontrati di persona, vivono lontanissimi eppure sul palco si trovano a stretto contatto, a pochissimi metri di distanza, e si scambiano battute da computer spenti. Riescono così a spingere l’unicità del loro rapporto ben oltre e ben prima del loro immediato presente. Un presente escluso, nel cui racconto si destreggiano, come tutti, passando dai toni brillanti e divertiti della commedia a quelli più tragici della solitudine, della paura e dell’abbandono.
Sguardi e sentimenti, pensieri e complicità vivono nello spazio del teatro. È di scena una commedia degli opposti. Il pubblico interviene senza giudicare. Gli spettatori moltiplicano i punti di vista. Il tocco leggero di Tolcachir nella descrizione dei rapporti umani si presta così a descrivere un paesaggio certamente attuale attraverso un modello semplificato e mascherante, e restituisce in qualche modo quella complessità di sfaccettature che quel luogo possiede, e delle sue consonanze con le maschere sul palcoscenico.
Próximo
di Claudio Tolcachir
con Santi Marín e Lautaro Perotti
luci Ricardo Sica
scene Sofia Vicini
costumi Cinthia Guerra
organizzazione Teatro TIMBRe 4
produzione Jonathan Zak e Maxime Seuge
un progetto ZONA K e Teatro Franco Parenti
durata: 1h 10’
applausi del pubblico: 2’ 15”
Visto a Milano, Teatro Franco Parenti, il 22 novembre 2019