I ragazzi del massacro: Linguaggicreativi nel sottosuolo del ’68 milanese

Photo: Michele Agrifoglio
Photo: Michele Agrifoglio

Era il 1968. Una Milano randagia e periferica vivacchiava all’indomani del Boom. La Milano da bere era ancora lontanissima. La contestazione giovanile dilagava. Gli operai erano in subbuglio. La città dei sobborghi annaspava nella nebbia mai così fitta, tra i fumi dell’alcol, mentre lo smog intossicava anche l’anima.

Quella Milano remota e inquieta affascina Linguaggicreativi. Che dopo il successo di “La nebbiosa” dello scorso anno, è tornata al Teatro Franco Parenti per proporre “I ragazzi del massacro”, tratto dall’omonimo romanzo pubblicato da Giorgio Scerbanenco mezzo secolo fa.

Nella trasposizione drammaturgica di Paolo Trotti, gli abiti, le atmosfere, perfino le movenze e le espressioni dei bravi e poliedrici protagonisti (Stefano Annoni, Diego Paul Galtieri e Federica Gelosa) sono vintage. Si affacciano parole che proprio quell’anno mitico e discusso contribuì a sdoganare, come “empatia” o “genocidio”.

L’aula di una scuola serale; volgarità alla lavagna; il cadavere nudo, seviziato, di una giovane donna; i suoi abiti sparsi alla rinfusa; una bottiglia di anice lattescente, sorta di sambuca dalla distillazione sconosciuta: sono questi gli ingredienti di una storia torbida e raffinata, che poggia sul carattere di personaggi a tutto tondo e su uno stile di scrittura originale.

S’inizia col focalizzare la protagonista assente, Matilde Crescenzaghi, maestrina di una scuola serale, violentata e massacrata – dicono le prime indagini – dai suoi allievi: undici teenager sbandati, ubriacati dall’anice lattescente. È il questore Luigi Càrrua che conduce le indagini preliminari, contando sulla collaborazione dell’arguto commissario Duca Lamberti.
Emerge, come una sbavatura d’inchiostro su un foglio bianco, uno spaccato d’Italia viva e malata. Il ’68 meneghino di Scerbanenco si agita su un mondo sotterraneo fatto di prostitute, infermiere e omosessuali. “La nostra favola”, 45 giri di Jimmy Fontana uscito quell’anno, diventa qui tormentone paradossale, a introdurre mostruosità e storture di una vicenda senza lieto fine.

Sonorità intriganti, lo sferragliare dei tram, i rumori della città. Un sottofondo algido puntellato di esplosioni rimanda ai tumulti di una Milano che continua la vita di tutti i giorni glissando sulle vicissitudini personali dei singoli cittadini. Ma qui l’omicidio di una maestrina diventa metafora di trasformazioni epocali. Luci fredde, penombre intermittenti danno vita a botta e risposta in cui uno stesso attore interpreta una parte e la sua controparte. Come quando l’Annoni-commissario dialoga con l’Annoni-scolaro accusato del delitto. Emerge un sottocodice malavitoso, un senso distorto dell’onore. È un’umanità alla deriva, infetta.

Le quinte sotto forma di velo (sipario a vista di Francesca Biffi, anche costumista) dividono in due la scena. Anche questa è una metafora della società: il marcio ce l’abbiamo sotto gli occhi, eppure fingiamo di non vederlo.
La regia di Trotti esalta la struttura dell’intreccio romanzesco. Svela la psicologia dei personaggi. Ne viene fuori un universo narrativo che supera il mero genere poliziesco e lascia allo spettatore il piacere dell’enigma risolto. Gli ingredienti del noir (il delitto, gli interrogatori, la scoperta di un colpevole) sono conservati. Ma a colpirci sono le atmosfere, la trama delle relazioni che costituiscono il centro della pièce. Conta di più cogliere i retroscena del delitto che smascherare il colpevole.
La buona prova degli attori è essenziale per trasformare gli individui più grigi in veri personaggi. E anche nella soluzione del caso, emerge non un senso di vittoria piena, ma piuttosto il bisogno di rendere l’onore delle armi ai vinti.

I RAGAZZI DEL MASSACRO
da Giorgio Scerbanenco, pubblicato da Garzanti
di Paolo Trotti
Con Stefano Annoni, Diego Paul Galtieri, Federica Gelosa
Assistente alla regia Veronica Scarioni
Realizzazione scene e costumi Francesca Biffi
Assistente scenografa Paola Tognella
Direzione di produzione per Linguaggicreativi Simona Migliori
Ufficio Stampa Ippolita Aprile
Promozione Simona Calamita
Distribuzione Maurizio D’Egidio
Progetto Grafico Barbara Ansaldi

durata: 1h 20’
applausi del pubblico: 3’

Visto a Milano, Teatro Franco Parenti, il 24 gennaio 2018

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