Strane concomitanze della vita, circostanze che si verificano spalancando delle possibilità neppure immaginate, mi hanno trasportata da Roma, immersa nella visione del lavoro di preparazione per “Caìda Libre” di Sharon Fridman, ad Avellino, fra le montagne dell’Irpinia.
Alla città segnata da macerie, da voraci spalancate su lavori non finiti, si affianca un centro ottocentesco che si perde in scavi archeologici di più antica memoria e, con uno stridore un po’ aspro, il Teatro Gesualdo, con la sua architettura contemporanea. Un teatro che, forse inaspettatamente, ospita una stagione di tutto rispetto, con una sezione dedicata interamente alla danza contemporanea sotto la direzione artistica di Adriana Borriello.
Uno dei due titoli in cartellone è la “Dolce Vita” di Virgilio Sieni, spettacolo programmato in numerosi teatri, ma l’altro è la prima e unica data italiana di “Re-Zeitung” per la coreografia di Anne Terese De Keersmaeker. Proprio la curiosità verso questo lavoro e la sua unicità nella programmazione italiana ci hanno portati in questa valle dell’Appennino Campano.
“Zeitung” era uno spettacolo creato nel 2008 da Anne Terese De Keersmaeker e dal pianista Alain Franco per il gruppo Rosas, una combinazione instabile di musica e danza, coreografia e improvvisazione, romanticismo e disillusione.
A sei danzatori laureatisi a P.A.R.T.S. (Performing Arts Research and Training Studio), una delle più importanti scuole di danza contemporanea a livello internazionale, la cui direttrice è appunto Anne Terese De Keersmaeker, è stato chiesto di studiare e analizzare il lavoro originale, la struttura compositiva della coreografia, l’improvvisazione della partitura musicale.
La coreografa ha poi perfezionato il loro percorso arrivando così alla creazione della performance “Re-Zeitung”, che vede in scena un cast di soli danzatori maschi, le cui diverse provenienze geografiche si rispecchiano nelle differenti culture corporee, perfettamente identificabili pur nella omogeneità del segno.
Brasile, Francia, Marocco, Tunisia le nazioni rappresentate dai sei danzatori, tutti giovanissimi, tutti perfettamente padroni della scena e della tecnica. La loro freschezza e il loro impeto giovanile aggiungono un che di frizzante a tutto il pezzo, intrigante nel continuo passare tra improvvisazione e struttura: gli sguardi chiamano, i movimenti diventano materia condivisa per breve tempo e subito modificata in altro, modalità di trovarsi e allontanarsi in un fluido gioco di rimandi.
Soli si alternano a duetti, trii, composizioni multiple: i sei ragazzi, sempre in scena, sempre partecipi anche quando ne percorrono la periferia per uno sguardo che li lega all’accadimento al centro della scena, entrano e escono dalle partiture danzate per adesione e non per rigida strutturazione. Sembrano chiamarsi, offrire lo spunto per l’intervento del compagno, le danze si assommano per brevi frammenti e già il quadro è cambiato. Anche nei momenti più corali è aperta la possibilità personale di accogliere la partitura di gesti, originando più partecipazione che sincronia, e ispirando così un’idea di libertà nella condivisione.
La danza minimalista a cui Anne Terese De Keersmaeker ci ha abituato scorre limpida ed essenziale non raccontando altro da sé, giocando con la musica, rendendola evidente in quella modalità che è diventata il tratto caratteristico della coreografa belga.
Il folto pubblico, piacevolmente composto per buona parte da giovani, trascinato dal crescendo finale, tributa addirittura una ovazione. E scalda il cuore vedere così tanti ragazzi e ragazze a teatro, in una domenica pomeriggio, ad applaudire, con tifo quasi da stadio, altri ragazzi che si affacciano al mondo professionista con competenza, generosità e semplicità, misurandosi, sia il pubblico che i danzatori in scena, con una coreografia complessa e stratificata che richiama l’attenzione al di là della spettacolarità.
RE-ZEITUNG
P.A.R.T.S Foundation
ideazione: Anne Teresa De Keersmaeker & Alin Franco
coreografia: Anne Teresa De Keersmaeker
dance vocabulary: David Hernandez
direzione prove: Moya Michael, Muriel Hérault
musica: Johann Sebastian Bach, Anto Weber, Arnold Schönberg
danza: Louis Combeaud, José Paulo Dos Santos, Youness Khoukhou, Renan Martins de Oliveira, Radouan Mriziga, Mohamed Toukabri
luci: Joris De Bolle
produzione: P.A.R.T.S. Foundation in cooproduzione con De Munt/La monnaie
durata: 1h 10’
applausi del pubblico: 2’
Visto ad Avellino, Teatro Comunale Carlo Gesualdo, il 2 novembre 2014
Rassegna GesualdoDanza – Prima nazionale